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Il ruolo dell'autorità giudiziaria nella gestione della crisi di impresa

I poteri del giudice nel concordato con cessione di beni

A mio avviso i poteri del giudice in sede di omologazione all’interno del regime delineatosi dopo la riforma dell’art. 182 operata dal D. Lgs 169/2007 devono essere individuati in termini molto restrittivi.
Dal momento che la proposta, compresa quella che prevede la cessione dei beni come modalità per pervenire al soddisfacimento dei creditori la quale non richiede più la indicazione di una percentuale minima di pagamento, è stata disciplinata in modo da essere priva di limiti contenutistici e demandata alla fase di votazione per la valutazione da parte dei creditori circa la sua fattibilità e convenienza, ne consegue che per una ragione logica non possano essere effettuate modifiche da parte del giudice in una fase, quella dell’omologazione, successiva all’approvazione dei votanti.
Le riforme del 2005/2007 sono state chiaramente orientate ad un potenziamento del ruolo dei soggetti privati nella procedura e pertanto, alla luce di una interpretazione sistematica dell’istituto, la locuzione contenuta al co. 1 del 182 L. Fall. “Se il concordato consiste nella cessione dei beni e non dispone diversamente” deve essere letta come ammissione della possibilità di strutturare la proposta in modo libero anche per quanto riguarda le modalità di liquidazione, ammettendo sia l’eventualità che queste siano stabilite in dettaglio all’interno della domanda (che, approvata in questo modo dai creditori risulterà vincolante per il giudice), ma anche che sia attribuito al debitore lo svolgimento dell’attività liquidatoria, con autonomia da parte di quest’ultimo nella determinazione di quali siano le modalità più opportune per soddisfare i creditori.
Da un lato affidare la liquidazione ad uno dei soggetti direttamente interessati agli interessi coinvolti nella procedura concordataria, piuttosto che al giudice, permetterebbe di considerare tutte quelle sfumature economiche e specifiche di ogni singolo soggetto coinvolto che difficilmente potrebbero essere correttamente ponderate dal tribunale ed inoltre consentirebbe una gestione maggiormente efficiente della crisi all’interno della soluzione concordataria.
Dall’altro lato la presenza del commissario giudiziale impedisce il verificarsi di situazioni di deficit di tutela in danno ai creditori, che potrebbero avvenire qualora la fase liquidatoria fosse sottratta a qualsiasi controllo da parte di soggetti pubblicistici, e porta un ulteriore argomento a favore della tesi fin qui sostenuta, dal momento che non è possibile opporre la riflessione che l’affidamento dell’esecuzione del concordato al debitore non consentirebbe una adeguata tutela dei creditori e la garanzia di uno svolgimento corretto e senza il compimento di atti fraudolenti.
Il potere del giudice che può venire esercitato all’interno di questa fase processuale deve essere quindi individuato nell’applicazione delle modalità di liquidazione stabilite dall’art 182 L. fall. nel solo caso in cui la proposta non solo non abbia determinato diversamente quali siano le modalità da seguire, ma abbia anche omesso di indicare un soggetto diverso dai liquidatori cui affidare la scelta delle modalità attraverso le quali procedere al soddisfacimento dei creditori.
Quello del giudice deve quindi essere inteso come un ruolo residuale e sussidiario di mera applicazione della norma di legge, senza esercitare alcun potere discrezionale, consistente nella nomina “di uno o più liquidatori e un comitato di tre o cinque creditori” e di determinazione delle “altre modalità di liquidazione”, che altro non sono che quelle stabilite per il fallimento agli artt. 105-108ter, nei casi in cui non sia stata espressa alcuna altra scelta all’interno della proposta.
Un ruolo quindi pienamente conforme al ridimensionamento dei poteri giudiziali all’interno del concordato preventivo riformato.

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Il ruolo dell'autorità giudiziaria nella gestione della crisi di impresa

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Informazioni tesi

  Autore: Davide Orsano
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Fabio Marelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 163

FAQ

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Parole chiave

ristrutturazione
diritto fallimentare
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concordato preventivo
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ex articolo 182 bis
ex 182 l. fall.
ex 161 l. fall.

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