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Il trust come strumento del passaggio generazionale nei gruppi aziendali

I soggetti del Trust

Il rapporto fiduciario istaurato col trust coinvolge, essenzialmente, tre soggetti, ai quali sono affidati diritti e doveri differenti sul medesimo fondo. Come esposto in precedenza, i soggetti implicati nell’istituto sono il disponente o settlor, il trustee e i beneficiari. Il primo, a mezzo di atto inter vivos o mortis causa, trasferisce un suo diritto reale su di un bene ad un altro soggetto, il trustee. Questo, in veste di gestore del fondo ne acquista la proprietà legale nell’interesse del o dei beneficiari. I beneficiari, a loro volta, vantano, sul medesimo fondo, il diritto di proprietà equitativa, godendo dei frutti generati dai beni in trust. A tutti i soggetti partecipanti all’atto è richiesta la capacità di agire, quindi non possono coprire il ruolo di disponente o di trustee, soggetti incapaci o interdetti.
È disponente, colui che dà vita al trust attraverso il Deed Trust, contenente “l’atto istitutivo” volontario e unilaterale con effetti reali, creato con il fine specifico di raggiungere un determinato scopo o in favore di determinati beneficiari e “l’atto di trasferimento”, che è il contratto con cui il disponente trasferisce i diritti conferiti al trustee, nuovo titolare.
L’atto istitutivo, redatto in forma pubblica, contiene il programma del trust e regola i diritti e doveri del trustee, come questo debba amministrarne i beni e le modalità e i tempi del futuro trasferimento degli stessi ai beneficiari.
Il costituente l’atto, può essere, indifferentemente, persona fisica o giuridica dotata, imprescindibilmente, di capacità di agire. Il disponente, inoltre, può figurare in un’unica persona o in più soggetti, che apportano singolarmente una parte o la totalità dei propri patrimoni. Tali soggetti possono essere tutti presenti al momento dell’istituzione dell’atto o subentrare in momenti successivi. In tale ultimo caso saranno soggetti alle regole stabilite al momento dell’istituzione del trust.
La medesima validità è attribuita ai trust istituiti da disponenti che scelgono, per motivi di riservatezza, di restare anonimi, specie in quei paesi, come Malta, in cui le leggi statali non richiedono l’indicazione del costituente l’atto.
In seguito al conferimento il disponente perde completamente e definitivamente la proprietà dei beni, per cui non ne è più proprietario, né direttamente, né indirettamente. Egli non potrà rientrarvi più in possesso a meno di un’azione revocatoria quando ne sussistano i presupposti o a seguito dell’inserimento di una clausola revocatoria nell’atto istitutivo.
Malgrado venga perso il controllo sul trust fund, in seguito al trasferimento dal settlor al trustee, il disponente può continuare indirettamente a controllare i propri beni servendosi delle letter of wiches, delle lettere d’intento che permettono al disponente di indirizzare il trustee, a mezzo di consigli, verso la ottimizzazione della gestione del fondo. È necessario, però, sottolineare che queste costituiscono semplici consigli e non sono vincolanti per il trustee che può disattenderle senza conseguenze. Ciò nonostante, nella pratica, i trustee sono soliti seguirle pedissequamente. L’atto costitutivo può prevedere, altresì, la nomina di uno o più guardiani, i protectors col fine di controllare l’operato del trustee e di influenzarlo nelle scelte di gestione. Nei confronti dei trustee il protector, solitamente, trovato nelle vesti un soggetto legato da forti legami di fiducia al disponente, ha ampi poteri sull’operato del trustee. Tra questi poteri ritroviamo, oltre al controllo della gestione, il potere di veto in merito alle politiche di gestione intraprese dal trustee, la nomina e la revoca del trustee, la modifica dei soggetti nella veste di beneficiari, la sostituzione della legge regolatrice del trust, la quantificazione dei benefici economici da distribuire ai beneficiari e, infine, la nomina di altri protectors.
Nonostante il consistente potere attribuito al protector, questi non potrà mai trasformarsi in gestore e il suo operato dovrà essere sempre rivolto al soddisfacimento degli interessi dei beneficiari e non del settlor. In ultimo, il disponente può continuare a mantenere il controllo legando il trust a particolari strutture societarie, attraverso le quali mantenere l’amministrazione del fondo, a fronte della quasi totalità del capitale in capo al trustee. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il trust come strumento del passaggio generazionale nei gruppi aziendali

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Informazioni tesi

  Autore: Margherita Ranisi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Alberto Kunz
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 226

FAQ

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