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Il trattamento riabilitativo dell'epicondilite

Muscoli del gomito

I flessori primari del gomito sono il bicipite ed il brachiale anteriore, innervati dal muscolo-cutaneo ed il brachioradiale innervato dal radiale.
Il bicipite partendo dalle due inserzioni sovra glenoidea e coracoidea, si inserisce sulla faccia posteriore della tuberosità radiale per mezzo di un tendine corto e forte separato dalla superficie anteriore della tuberosità stessa da una borsa sinoviale. Il brachiale anteriore entra in funzione nella flessione lenta, mentre il brachioradiale, mentre il brachioradiale misura che il carico applicato all’avambraccio, flesso in parte, va aumentando. Il brachiale anteriore svolge una forza considerevole in tutte le posizioni durante i movimenti lenti e rapidi. Il brachioradiale è inefficiente all’inizio della flessione perché qui la sua azione è unicamente di comprimere l’articolazione; migliora a 45° e diventa massima a 120°; funge quindi da riserva e si recluta nei movimenti rapidi o per flettere l’avambraccio pronato quando il bicipite è meno attivo.
I muscoli flessori secondari sono gli epitrocleari che posseggono un’origine comune nella parte anteriore dell’epitroclea e tutti, meno il cubitale anteriore innervato dall’ulnare, sono innervati dal mediano.
Dopo fissazione del polso in flessione dorsale gli epicondiloidei, col primo e secondo radiale, producono una flessione del gomito (effetto Steindler).
L’unico muscolo estensore effettivo del gomito è il tricipite con i sui due capi che agiscono unicamente su questa articolazione; anche il capo lungo collabora validamente all’estensione, soprattutto se il braccio, all’altezza della spalla, viene proiettato in avanti, abdotto e ruotato all’esterno. La porzione del tricipite più importante per l’estensione del gomito è quella mediale; le porzioni laterale e lunga si reclutano con la necessità di una forza più grande l’anconeo, che dall’epicondilo esterno si sfiocca con un’inserzione più estesa al bordo esterno dell’olecrano, entra in attività sia in pronazione sia in supinazione, comprimendo un’azione stabilizzatrice. All’estensione del gomito contribuiscono anche il secondo radiale esterno, l’estensore comune delle dita, l’estensore del quinto ed il cubitale posteriore, tutti innervati dall’interosseo posteriore.
I muscoli primari della pronazione sono i due pronatori rotondo e quadrato, entrambi innervati dal mediano. Il primo possiede un ventre ulnare che si origina dal bordo mediale dell’apofisi coronoide ed ha un’origine addizionale sulla cresta sovra trocleare interna; prende inserzione distalmente all’apice della curva pronatoria del radio. Il pronatore quadrato, piatto e di forma quadrilatera, ricopre il quarto distale di radio ed ulna sulle cui facce volari prende inserzione. Esso è in contrazione durante tutta la pronazione mentre il pronatore rotondo ha il massimo di attività a gomito flesso e contro resistenza. Il gran palmare, che origina col piccolo palmare mediante un’inserzione comune dell’epitroclea, è un pronatore debole.
Muscolo accessorio della pronazione è l’anconeo, di cui è stata constatata l’azione pronatoria a gomito flesso.
La supinazione inizia mediante il ritorno elastico della pronazione e la contrazione del brachioradiale è continuata dal supinatore breve, supplementato dal bicipite a misura che si oppone resistenza. Il supinatore breve, che si estende fino al collo del radio, congiunto con l’abduttore lungo e l’estensore lungo del pollice, tutti innervati dall’interosseo posteriore, supina l’avambraccio. Il bicipite interviene, al massimo della sua forza, col gomito flesso e contro resistenza, mentre la sua azione è scarsa ad avambraccio pronato ed esteso.

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Il trattamento riabilitativo dell'epicondilite

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Informazioni tesi

  Autore: Teresa Russo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Seconda Università degli Studi di Napoli
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Fisioterapia
  Relatore: Giovanni Riccardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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epicondilite
tennis elbow
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