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Le diverse dimensioni dell'immagine. Esperienze di creazione di spazi immaginari

Imagine

Il ‘periodo americano’ di Rybczynski corrisponde con il graduale abbandono della pellicola verso l'utilizzo del video elettronico. A favorire questo processo hanno contribuito i lavori in ambito musicale, anche se per molti anni lo standard richiesto da MTV Music Television (il canale newyorkese nato per dedicarsi esclusivamente alla musica) è stato quello dei 35mm.
Le prime produzioni statunitensi sono quindi videoclip, genere più aperto e terreno fertile per le sperimentazioni. In quest'ambito si contano circa una trentina di clip musicali che portano la firma di Rybczynski, fra questi: Close To Edit degli Art of Noise, P-Machinery dei Propaganda, Hot Shot di Jimmy Cliff, Alive and Kicking dei Simple Minds, Opportunities dei Pet Shop Boys, The Original Wrapper di Lou Reed, I am Begging You dei Supertramp, Let’s Work di Mick Jagger, ma soprattutto Imagine di John Lennon su commissione di Yoko Ono.
In tutti questi lavori l’espediente tecnico risulta sempre di notevole interesse e i videoclip si discostano dalle produzioni commerciali per acquisire un carattere di forte autorialità Imagine è il videoclip più conosciuto fra quelli realizzati del regista polacco, un po’ perché l’autore del brano è nientemeno che il leggendario John Lennon, ma soprattutto perché la marca stilistica di Rybczynski in questo clip si fa molto evidente, anzi si può dire che il progetto e il video stesso mirino a superare la fama e la grandezza del brano musicale che viene relegato a mera colonna sonora.
La scelta di Zbig infatti non è quella di celebrare l’ex Beatles o di costruire un inno alla pace e alla fratellanza, ma di costruire un discorso a sè che non risenta di vincoli imposti dalla canzone. Del resto è plausibile che la stessa Yoko Ono sia stata esclusivamente interessata ad avere un video che porti la firma di Zbigniew Rybczynski.
Sin dalle prime immagini l’impronta del regista polacco è ben impressa, il video inizia con una stanza vuota e un bimbo che entra dalla finestra. Il raccordo con Tango è sin troppo evidente, questa volta però la palla è sostituita da un triciclo: il bimbo non torna a giocare perché ciò che lo aspetta è un viaggio.
Le prime note del pianoforte coincidono con le prime pedalate e da questo momento la macchina da presa inizia una sorta di carrello continuo che di stanza in stanza, di porta in porta, condurrà il protagonista attraverso tutte le stagioni della vita raccontando il difficile e tumultuoso rapporto con l’altro sesso.
Nella seconda stanza incontra una bimba e la scruta girandole attorno con il triciclo, nella terza torna invece il pallone, ma il ragazzino lo ignora per seguire la lei dai capelli biondi. I corpi cambiano, le fisicità mutano e dal gioco infantile si passa alle prime difficoltà di approccio e alle prime delusioni. È un video costruito sugli sguardi, sui gesti e anche in questo caso Rybczynski propone una sorta di danza fatta piroette ed ellissi che richiamano i canoni del corteggiamento fra incontri, rifiuti, pulsioni e passionalità. Mentre il protagonista cresce, l’attenzione si sposta sull’aspetto sessuale e il letto fa capolino in diverse stanze fra amori che sbocciano, seduzioni, notti rubate e fughe improvvise. Successivamente un nuovo discorso si apre versa la maternità, Zbig ne restituisce un’immagine doppia: da una parte sinonimo di disordine domestico, di fuga verso il tradimento e il sesso a pagamento per l’uomo, mentre in maniera speculare riesce a rafforzare l’idea di casa, di famiglia e di discendenza.
Nelle sequenze finali una stanza rivela il pianoforte di John Lennon, nello stesso istante la didascalia riaccredita Imagine al suo compositore mentre il video prosegue con un cavallo bianco per chiudere con l’immagine di partenza: una stanza vuota e un triciclo.
Quest’ultimo quadro si riavvicina al testo di John Lennon e condivide la voglia di un ritorno alla purezza.
Imagine è stato il primo video musicale ad andare in concorso al Festival di Cannes. E’ stato inoltre concepito come un modello per il sistema di creazione video a 1125 linee ad alta definizione sviluppato in Giappone dalla NHK e dalla Sony.
Rybczynski ha avuto la possibilità di lavorare con la Rebo. L’azienda, che ha finanziato il progetto insieme a Yoko Ono, è stata la prima società statunitense ad avere a disposizione capitali per comprare questo innovativo sistema video. Oltre all’Alta Definizione il regista polacco poteva disporre del sitema multilivello Ultimatte, grazie al quale montaggio ed effetti speciali possono essere realizzati al momento, senza post-produzione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le diverse dimensioni dell'immagine. Esperienze di creazione di spazi immaginari

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Informazioni tesi

  Autore: Massimiliano Finotti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Rappresentazioni Audiovisive Multimediali
  Relatore: Alessandro Amaducci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 132

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