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I conflitti ambientali, l'approccio brasiliano tra sviluppo e contraddizione

Il movimento e le associazioni ambientaliste in Brasile

La nascita dei movimenti ambientalisti in Brasile è strettamente legata allo sviluppo industriale ed economico del Paese; questo infatti, già nella metà degli anni '70 aveva raggiunto un notevole livello di sviluppo industriale e anche l'urbanizzazione presentava livelli molto avanzati. Questa congiuntura permise la nascita e la crescita di una folta classe media intellettuale che iniziò ad interessarsi dei diritti politici e civili ( come ad esempio la libertà di espressione e i diritti umani); con la creazione della già citata AGAPAN, la consapevolezza dei cittadini relativamente alle questioni ambientali iniziò a crescere sempre più, portando così al proliferare di molte associazioni ambientaliste. A differenza dei precedenti movimenti riguardanti i diritti civili, la richiesta di maggiori investimenti pubblici per la salute dei cittadini (ad esempio per migliorare la qualità dell'acqua potabile e dell'aria), provenivano dagli abitanti dei quartieri poveri. La diversità nelle priorità delle rivendicazioni civili qui osservata, dimostra come i movimenti ambientalisti e le rivendicazioni contro le prevaricazioni, causa di molti conflitti ambientali in Brasile, siano strettamente legati al ceto sociale ed alla condizione economica della popolazione; tali diversità erano e in parte sono ancora (nonostante i passi in avanti fatti dal sistema democratico brasiliano in questi decenni), legate ad un sistema statale lento, corrotto e pervaso trasversalmente da interessi familistici.

Come già specificato nel precedente paragrafo, la transizione verso la democrazia con la fine del regime militare nel 1985, portò al proliferare dei movimenti e delle organizzazioni autonome, così come allo sviluppo delle associazioni di cittadini, in più settori; in particolare per quanto riguarda l'ambientalismo, il 1986 si rivelò un anno fondamentale, fu infatti fondato il partito verde a Rio de Janeiro. Nella costellazione dei tanti raggruppamenti cdi cittadini (come i movimenti femministi e le associazioni di lavoratori), il movimento ambientalista poté ampliarsi e diversificarsi nella sua composizione, giungendo così ad avere organizzazioni specializzate nella protezione dell'ambiente, nello sviluppo armonioso delle zone urbane o nella tutela delle comunità tradizionali e autoctone. Al momento della conferenza di Rio nel 1992, si contavano in Brasile circa 1533 ONG ambientaliste; tuttavia la maggior parte di queste ONG era ancora molto disorganizzata e senza un'agenda concreta. Resta da notare come vi sia stata una vera e propria esplosione di movimenti ambientalisti dalla fine del regime al 1992, in soli sette anni; ciò dimostra come la questione della tutela dell'ambiente e di ciò che ruota intorno ad esso (come ad esempio la tutela delle popolazioni indigene dalle deportazioni e dalle privazioni a cui sono spesso sottoposte dal governo, al fine di portare a termine ambiziosi progetti di sviluppo economico), siano profondamente radicati all'interno della cultura brasiliana.

Per concludere questa parte relativa ai movimenti ambientalisti in Brasile, pare opportuno specificare che il terreno per il loro sviluppo è stato minato sin dal momento dalla loro nascita; i primi sviluppi del pensiero e delle associazioni ambientaliste si ebbero infatti in un momento di stagnazione economica. L'atteggiamento dell'opinione pubblica verso chi voleva proteggere l'ambiente era piuttosto ostile, la volontà di proteggere l'ambiente veniva associata ad un rallentamento nella crescita economica del paese; inoltre l'imprinting estremamente retorico e di facciata imposto dal regime militare, alle politiche nazionali ed internazionali in ambito ambientale, concorse a rendere ancora più problematico l'inserimento dell'ambientalismo nel sistema Brasile.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I conflitti ambientali, l'approccio brasiliano tra sviluppo e contraddizione

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Matteucci
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Fabio Armao
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 104

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