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''Una vita'' di Oriana Fallaci

L’inizio e le prime prove

Un uomo inizia con un’anticipazione, riportando la descrizione dei funerali di Aléxandros Panagulis avvenuti il 5 maggio 1976, forse la più grande manifestazione di popolo della storia greca: «alle due del pomeriggio erano cinquecentomila, alle tre un milione, alle quattro un milione e mezzo, alle cinque non si contavano più».
Alekos, un uomo che fu rifiutato da tutti, oltraggiato da ogni tiranno e ogni potere, torturato e calunniato, offeso e scansato da ogni forma di partito e potere costituito, dimenticato nella sua lotta solitaria dal popolo e dai potenti, viene accolto alla sua morte e celebrato come il grande eroe che aveva sempre cercato di essere in vita. La Fallaci, dopo l’iniziale stizza verso la massa che sorge dalla propria indifferenza solo per convenienza o quando la lotta si è ormai spenta, comprende che, a volte, il gesto di un eroe può contare più di mille rivoluzioni, il cui unico fine rimane sostituire un potere con un altro, che potrà essere peggiore o migliore di quello precedente, ma pur sempre un altro potere che lascerà la voglia di libertà immutata. Il senso della vita di Alekos, così frainteso e bistrattato in vita, acquisterà il vero valore attraverso la morte, anche se solo per un giorno, ma un giorno che rimarrà nella storia.
Possibile che si fossero svegliati di colpo, spontaneamente, che non si comportassero più come gregge che va dove vuole chi comanda e chi promette e chi spaventa? (…) Però vedevo anche cose che cancellavano il dubbio e mi scaldavano il cuore. Grappoli di persone che ciondolavano dai lampioni e dagli alberi, che trabordavano dalle finestre e ai davanzali, che si allineavano sui tetti, ai bordi delle grondaie, accovacciati come gli uccelli.
Alekos viene portato al cimitero, dove finalmente la folla ammutolisce. Per uno scherzo del destino, e a causa dell’impossibilità di rigirare la bara, giunta al contrario, questa viene fatta calare nella fossa con la croce sui piedi anziché sulla testa, quasi il simbolo dell’unicità dell’uomo anche nella morte.
Alekos è l’eroe romantico che non si perde mai d’animo nonostante le sofferenze e le infinite sconfitte, nato per lottare e affrontare le più atroci brutalità; il libro è percorso dal costante paragone di Alekos con il personaggio di Don Chisciotte, una storia antica scritta mille volte, che nella sua allucinata immaginazione inventa fantasmi e mulini a vento che solo lui riesce a vedere, ostinato e caparbio fino alla morte; accompagnato, alla fine del suo percorso di guerra, dall’unico vero Sancho Panza della sua vita, Oriana, la sua unica compagna, la sola complice cercata per tutta la vita. Oriana appoggerà ogni iniziativa folle di Alekos, come l’idea di occupare il Partenone con una bandiera rossa e una scritta che si vedesse dall’alto.
Tutto in te costituiva una sfida alla ragione, una rivolta al buon senso, uno schiaffo alla logica. (…) Ma non la lotta per raggiungere una mèta precisa: la lotta per la lotta, (…), un miraggio che ora ha nome libertà ora l’aspetto dei mulini a vento e quindi si rincorre a vuoto, per vivere e basta.
Amarti, anzi accettarti, era davvero vestire i panni di Sancho Panza che segue don Chisciotte e canta le sue poetiche folli bugie, combattere il nemico imbattibile, (…), correggere l’errore incorreggibile.

Dopo il prologo con il racconto del funerale, inizia la narrazione degli ultimi anni, quelli più duri e salienti della vita di questo rivoluzionario. Siamo nel 1967 e Alekos è alle prese con i preparativi per l’attentato al dittatore greco Georgios Papadopulos.
Aléxandros Panagulis era nato a Glyfada il 2 luglio 1939, aveva studiato ingegneria elettronica al Politecnico nazionale di Atene, entrando a far parte, fin da giovanissimo, dei movimenti studenteschi.
Il 21 aprile dello stesso anno, molti gruppi militari anticomunisti attuarono un colpo di stato, assumendo il potere di tutta la Grecia. Il golpe fu il culmine della situazione politica venutasi a creare nel periodo postbellico e che sfociò nella guerra civile del 1945-49, scoppiata a causa del disarmo voluto dagli inglesi dell’ELAS (Esercito Nazionale Popolare di Liberazione) che, insieme ad altri movimenti di resistenza partigiana, stava prendendo il controllo di alcuni territori della Grecia. La guerra civile continuava e i governi di destra prendevano potere, in seguito alle repressioni delle forze comuniste. Una richiesta di maggiore libertà e stabilità, però, inizia a farsi sentire; nel 1963, l’assassinio del parlamentare della sinistra democratica Grigoris Lambrakis, da parte di gruppi di destra, sfocia in una grande manifestazione di piazza e nelle dimissioni del capo del governo, Konstantinos Karamanlis. Si succedono una serie di governi caratterizzati da una forte incertezza politica. Per le elezioni del 27 maggio 1967, le statistiche danno vincente il Partito dell’Unione di Centro, che avrebbe ottenuto la maggioranza in Parlamento. Per timore della vittoria di un governo di sinistra, già nel 1966 un gruppo di militari andava organizzando un colpo di Stato con l’iniziale consenso del re, in collaborazione con la Marina e l’Aeronautica. Uno dei gruppi, capeggiato dal colonnello Georgios Papadopulos, di fronte ai temporeggiamenti degli ufficiali maggiori, agisce indipendentemente senza attendere il via libera del monarca. La notte tra il 20 e il 21 aprile 1967 è annunciato il colpo di Stato; comuni cittadini e uomini politici, compreso il primo ministro Panagiotis Kanellopulos, sono arrestati o fatti sparire. L’unica concessione che il re ottiene dai colonnelli è di nominare un civile alla carica di primo ministro: viene scelto Constantine Kollias, monarchico convinto, nonostante il vero potere sia nelle mani di Papadopulos, che presto diventerà l’uomo forte della Giunta militare.
Dopo il colpo di stato, Aléxandros Panagulis entra a far parte della resistenza contro il regime militare guidato da Papadopulos: per questo diserta durante il servizio militare a causa delle sue convinzioni democratiche e fonda l'organizzazione Resistenza Greca.
I colonnelli instaurano immediatamente la legge marziale e il coprifuoco; caratteristica della Giunta era un radicale anticomunismo, che portò all’esilio e alla morte di chiunque appoggiasse o simpatizzasse per tale orientamento politico. Nazionalismo e moralismo diventarono i valori principali del Paese, da opporre all’ateismo, alla cultura pop, alla musica rock, considerati i simboli peccaminosi dei comunisti. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

''Una vita'' di Oriana Fallaci

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Cesaretti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Beatrice Alfonzetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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Parole chiave

politica
letteratura
amore
oriana fallaci
alekos panagulis
rivoluzionari
un uomo
dittatura greca
romanzo italiano
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