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Fondi sovrani: investimenti diretti esteri o investimenti di portafoglio?

Fondi di investimento, fondi hedge e fondi sovrani

Tuttavia, alla conclusione del XX secolo e con l’inizio del XXI, e del nuovo millennio, si è assistito ad una fase di grande contraddizione tra il ritmo comunque accelerato dell’internazionalizzazione economica e l’inadeguatezza degli enti sovranazionali, dall’Organizzazione delle Nazioni Unite alla NATO (North Atlantic Treaty Organization), dal Fondo Monetario Internazionale fino alla stessa Unione Europea. Tali istituzioni internazionali, in particolare quelle finanziarie, dovrebbero essere indubbiamente rilanciate e tale rinnovamento dovrebbe passare per nuove funzioni di regolazione di tutti i tipi di relazione tra paesi attraverso codici di condotta adottati a livello nazionale o sovranazionale, cosa che finora non è affatto avvenuta.
Per quanto riguarda la realtà finanziaria mondiale, negli ultimi decenni il macro ambito del risparmio gestito ha avuto un netto aumento di diffusione tra il pubblico dei privati, pur essendo questo un fenomeno presente già dall’inizio del XX secolo. L’attività di gestione professionale svolta da operatori per amministrare le risorse messe a disposizione da un soggetto privato è costituita da strumenti in grado di assicurare competenza, tempestività d’informazione e previsione e soprattutto di soddisfare il principio della diversificazione, ossia della riduzione del rischio, tutte condizioni che il singolo risparmiatore non riesce a raggiungere, data la sua limitatissima conoscenza dell’argomento.
Oltre alla gestione patrimoniale, cioè l’affidamento da parte di soggetti privati di capitali più o meno rilevanti a operatori professionali con l’obiettivo di creare un portafoglio diversificato e trasparente nei risultati, in una logica di alta personalizzazione dell’investimento, tra i prodotti finanziari che rappresentano nel modo migliore l’universo del risparmio gestito vi sono i fondi di investimento, i quali, però, risultano notevolmente standardizzati, per quanto riguarda la personalizzazione.
Una specifica categoria di questi fondi è costituita dai fondi privati di investimento, anche denominati più tecnicamente hedge funds, come quello dell’imprenditore ungherese naturalizzato statunitense, George Soros; questo tipo di fondi si rivolge ad un ristretto numero di soggetti e prevede un investimento minimo molto elevato, inoltre i fondi hedge mirano a remunerazioni consistenti e costanti nel tempo, pur essendo scarsamente correlate rispetto ai mercati di riferimento. Un’altra caratteristica peculiare è data dal fatto che tali fondi perseguono un fine privato dell’azionista discostandosi in questo senso dai fondi di investimento comuni, i quali, al contrario, mirano alla gestione ottimale del capitale fornito dai comuni risparmiatori, senza alcun interesse personale.
Però, negli ultimi anni si è assistito all’emergere sui mercati internazionali di un’ulteriore versione dei fondi di investimento, contraddistinta dall’essere di proprietà di governi nazionali, i fondi sovrani, così chiamati per dare, appunto, risalto alla propria connotazione governativa o, in alcuni casi, statale. L’attività di tali organismi, pur essendo significativa in termini quantitativi, è caratterizzata, dal punto di vista terminologico, da investimenti esclusivamente di portafoglio, i quali, come enunciato nella prima parte del capitolo, rappresentano investimenti che non costituiscono un “interesse durevole” in un’impresa, ovvero che non raggiungono la quota del dieci per cento delle azioni ordinarie della società.
I fondi sovrani entrano, quindi, nel settore finanziario acquisendo quote di proprietà dei maggiori istituti bancari mondiali ed inoltre non tralasciano i restanti settori, quali quello dei servizi e quello delle grandi imprese industriali; ma se, come detto, tali investimenti debbono essere considerati, per definizione, di portafoglio, in alcuni casi non è errato avanzare perplessità riguardo il quadro così costruito, poiché accade che taluni di
questi fondi possano rappresentare una minaccia potenziale per l’equilibrio economico-finanziario internazionale, venendo meno alla specificità di investimenti di portafoglio e connotandosi piuttosto come investimenti diretti, miranti ad un interesse durevole nella società partecipata. [...]

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Fondi sovrani: investimenti diretti esteri o investimenti di portafoglio?

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Semprini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Economia
  Corso: Scienze economico-aziendali
  Relatore: Roberto Tasca
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 176

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Parole chiave

investimenti diretti esteri
investimenti di portafoglio
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