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Intercettazioni di comunicazioni e videoregistrazioni

Tutela della privacy

Il diritto alla privacy, pur in assenza di una nozione normativa in grado di riassumerne i molteplici profili, può essere definito in lati sensu come il diritto all'intimità della vita privata.
I termini "riservatezza" e "privacy", a volte impiegati come sinonimi, sono spesso invocati per esprimere concetti diversi, attinenti rispettivamente alla pretesa di impedire la divulgazione di informazioni sulla vita privata, da parte di chi ne sia venuto in possesso legittimamente, e alla protezione contro le ingerenze indebite. Entrambi gli usi appaiono legittimi a condizione di precisare di volta in volta l'oggetto dell'analisi. L'art. 5 della direttiva 97/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 1997, sul trattamento dei dati personali e sulla tutela della vita privata nel settore delle telecomunicazioni, sancisce la regola della riservatezza delle comunicazioni vietando in particolare "l'ascolto, l'intercettazione, la memorizzazione o altri generi di intercettazione o di sorveglianza delle comunicazioni ad opera di persone diverse dagli utenti, senza il consenso di questi ultimi, eccetto quando sia autorizzato legalmente".
Diversa si presenta la disciplina nell'ordinamento interno dove, pur riconoscendo all'art. 2 Cost. la funzione di assicurare una tutela di carattere generale ai diritti della personalità, anche a prescindere da una previsione espressa, si sono tuttavia delineati i margini di protezione specifici della privacy, attraverso un procedimento di derivazione da quelle disposizioni che hanno ad oggetto valori ad esse direttamente riferibili, poiché ne rappresentano aspetti particolari. In questa prospettiva, parte della dottrina ha distinto un complesso di diritti della privacy comprendente, oltre all'inaccessibilità della sfera privata e l'interesse alla riservatezza in senso stretto, anche l'inviolabilità domiciliare e la protezione della segretezza delle comunicazioni, quali beni giuridici strumentali alla tutela del più generale valore della vita privata. Tale posizione soggettiva, oggetto per lungo tempo di mere elaborazioni dottrinali e giurisprudenziali, anche per effetto dell'evoluzione in ambito europeo, ha finalmente trovato una disciplina organica, sia pure limitata al profilo della tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali, nella legge 31 dicembre 1996 n. 675, colmando una lacuna normativa da troppo tempo dimenticata. Tali dati sono rappresentati da qualunque informazione relativa a persone fisiche o giuridiche, enti o associazioni, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, compreso un numero di identificazione personale. La disciplina descritta è stata integrata da due successivi interventi normativi, quali il d.lgs. 11 maggio 1999 n. 135 sul trattamento dei dati sensibili da parte dei soggetti pubblici, e il d.lgs. 30 giugno 2003 n. 196 recante il codice in materia di protezione dei dati personali. Tali riferimenti normativi si impongono nel contesto delle intercettazioni per il rilievo attribuitole, anche in sede procedimentale, da alcune voci dottrinali che hanno affrontato il tema dell'invocabilità del diritto alla privacy, quale possibile limite alla raccolta di dati mediante l'impiego di mezzi investigativi con essa potenzialmente configgenti. Se i risultati conoscitivi acquisiti attraverso intercettazioni configgessero con tale diritto, non potrebbero essere usati come prova in sede dibattimentale. Prendendo in considerazione il profilo costituzionale, si recepisce una nozione ampia del diritto alla privacy, idonea a comprendere un fascio di posizioni soggettive connotate da un elevato grado di eterogeneità le quali attengono a profili autonomi per l'oggetto di tutela e la tipologia di interferenze potenzialmente lesive. Questo ambito è quindi orientato verso valori che più di altri hanno mostrato la necessità di una specifica proclamazione e tutela mediante previsione espressa, quali l'inviolabilità del domicilio, e l'inviolabilità della libertà e segretezza delle comunicazioni.
La verifica della conformità al dettato costituzionale dell'impiego di mezzi investigativi in grado di invadere la sfera della vita privata, e quindi violare il diritto alla privacy, si fonderà su un complesso contemperamento con le finalità relative all'accertamento e repressione degli illeciti penali, tenendo presente che i diritti costituzionalmente garantiti sono protetti in modo estremamente efficace dalla doppia riserva, di legge e di giurisdizione, e dall'obbligo di motivazione dei provvedimenti restrittivi.
Riguardo alla legge ordinaria, alcune disposizioni della legge 675/1996 trovano applicazione in materia investigativa. Il diritto alla privacy è riconosciuto anche ai terzi che risultino occasionalmente coinvolti nelle indagini, rispetto ai quali si imporrà una piena tutela. I loro dati non potranno essere oggetto di trattamento e dovranno essere espunti dalla documentazione inerente all'attività investigativa; tale esclusione opera quindi sia in sede di raccolta, che di successiva manipolazione degli stessi.

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Intercettazioni di comunicazioni e videoregistrazioni

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Giglio
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Michela Miraglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 77

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