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Aspetti psicologici in gravidanza: vissuto di tre generazioni

Relazione tra l'ostetrica e la donna in gravidanza

La relazione tra la donna in gravidanza e l'ostetrica è un rapporto tra due persone nel quale la prima si trova in uno stato particolare di vulnerabilità e bisogno e l'altra/o offre la sua disponibilità e la sua comprensione. Si potrebbe meglio definire questa relazione come "relazione d'aiuto", intendendo un rapporto in cui uno dei partecipanti favorisce la valorizzazione delle risorse personali dell'altro.
L'assistenza alla gravidanza si svolge all'interno di una relazione terapeutica tra l'ostetrica e la donna. La relazione con la donna diventa quindi un aspetto fondamentale dell'arte ostetrica; le persone costruiscono la propria relazione attraverso la comunicazione, in tal senso si utilizza la relazione come modalità terapeutica.
La comunicazione rappresenta lo strumento base delle relazioni umane. L'ostetrica esprime la propria professionalità attraverso una comunicazione che le permette di conoscere la donna, ma, soprattutto, permette la condivisione del percorso assistenziale basato sulla comprensione dei messaggi inviati, sia sul piano della forma che dei contenuti verbali e non verbali. Con l'abilità nella percezione e nell'espressione del piano non verbale della comunicazione l' ostetrica può cogliere informazioni specifiche che riguardano gli stati d'animo, i pensieri e le emozioni della donna.
Avere una comunicazione efficace significa passare un messaggio e ricevere un feedback positivo (informazione di ritorno). Il linguaggio deve essere vero e deve essere adattato alla persona che si trova di fronte. Riuscire ad applicare un linguaggio modulato sulla persona permette di entrare più facilmente in contatto con l'altro.
Il contesto entro il quale si svolge la comunicazione costituisce, insieme al puro messaggio, un elemento che incide fortemente su di essa. Il contesto istituzionale fa pensare ad una comunicazione di tipo complementare: da una parte esistono gli operatori – che sanno, "one-up"- mentre dall'altra abbiamo la donna – "one-down"- che ha limitate possibilità e/o capacità per valutare la conoscenza e la tecnica dei medici e delle ostetriche; mentre in un contesto protetto, quale potrebbe essere quello privato, sembrerebbe favorire una comunicazione simmetrica in cui donna e ostetrica sono interlocutrici alla pari. Nulla però esclude che quest'ultima formula si possa verificare anche in un contesto istituzionale, purché l'apertura, nei confronti di una buona comunicazione, esista e non sia in nessun modo e da chiunque impedita.
La modalità complementare ha un effetto passivizzante sulla persona, non le da gli strumenti per una riflessione. La modalità simmetrica mette in luce la capacità di comunicare con la persona coinvolgendola nelle decisioni assistenziali, con l'obiettivo di attivare e di far emergere le risorse che la donna possiede per far si che possa riconoscere a se stessa la potenzialità e la capacità di gestire la propria salute, la gravidanza. La suddetta modalità favorisce una relazione basata sull'osservazione, sull'ascolto e sul sostegno.
Quando si instaura una relazione terapeutica la comunicazione è paritaria e simmetrica. Questa relazione non può essere né statica né standardizzata, ma deve muoversi all'interno di un sistema che vede due soggetti che si incontrano e devono conoscersi; un approccio complesso che, quando si instaura, permette però alla professionista di accompagnare la donna lungo il percorso nascita aiutandola a superare le situazioni di crisi che possono intervenire.
Nella relazione terapeutica il primo obiettivo dell'ostetrica è l'accoglienza della donna, il secondo è l'ascolto, il terzo il contenimento dell'integrità emotiva.

Accoglienza. Un'adeguata accoglienza deve essere efficace ed empatica (per "empatia" si intende la capacità di sentire la situazione dell'altro "come se fosse" propria, senza aggiungere personali emozioni o contenuti che confonderebbero la relazione), nei confronti della donna e della coppia. L'accoglienza assume un'importanza fondamentale quando si deve instaurare, con un'altra persona, una relazione funzionale in un'esperienza di elevata valenza emotiva. Accogliere significa saper accettare l'emotività della donna e, al tempo stesso, saperla contenere. L'essere accogliente, per l'ostetrica, richiede capacità di recepire le richieste della donna e di interpretare correttamente i messaggi del proprio corpo, come l'espressione del viso, lo sguardo ed i movimenti.

Ascolto. L'ascolto richiede la capacità di stare a sentire attivamente l'altro, con attenzione ed interpretando, oltre al linguaggio verbale, anche i numerosi messaggi non verbali che spesso esprimono molto di più e meglio della parola. Con l'ascolto attivo l'ostetrica esprime il desiderio e l'intenzione di comprendere le idee, i desideri, le aspettative e le emozioni della donna gravida per poter poi costruire, insieme, un piano di assistenza personalizzato ed interamente finalizzato al suo benessere. Inoltre, con un ascolto attento, soprattutto dell'aspetto non verbale della relazione, l'ostetrica può rendersi conto se ciò che lei ha detto è stato pienamente compreso. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Aspetti psicologici in gravidanza: vissuto di tre generazioni

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Informazioni tesi

  Autore: Monica Caggiari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Ostetricia
  Relatore: Maria Domenica Piga
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

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Parole chiave

ostetricia
gravidanza
intelligenza emotiva
psicoprofilassi ostetrica

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