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Le crisi petrolifere e l'industria italiana

Molto più di una semplice carenza di petrolio

Quando fu evidente che le scorte del greggio sui mercati occidentali sarebbero diminuite si pensò che questa fonte non rinnovabile si stesse easurendo. Nel 1972, il rapporto del MIT (Massachusetts Institute of Technology), avvertì l'opinione pubblica che le spreco delle risorse finite avrebbe potuto portare l'umanità sull'orlo di una crisi non reversibile. Come faceva notare per l'appunto il libro "I limiti dello sviluppo":

"Al ritmo di consumo attuale, prevedibilmente destinato a crescere, la grande maggioranza delle materie prime non rinnovabili di impiego più comune raggiungerà costi proibitivi nel giro di un centinaio di anni. Questa conclusione […] vale anche nell'ipotesi di scoprire nuovi giacimenti o di compiere sostanziali progressi nella tecnica, di riutilizzare le materie già usate o di sostituirle in parte con altre aventi un costo inferiore, se la domanda continua a crescere esponenzialmente. I prezzi delle materie prime caratterizzati da valori particolarmente bassi dell'indice statico hanno già cominciato a salire: ad esempio, il prezzo del mercurio è cresciuto del 500% negli ultimi venti anni e quello del piombo è cresciuto del 300% negli ultimi trenta anni".

Quindi puntare unicamente su risorse non rinnovabili come in sostanza si faceva all'inizio degli anni settanta, era decisamente una scelta miope. Le conoscenze su questo tipo di problematiche erano sicuramente inferiori a oggi, ma come abbiamo visto col rapporto Meadows, scienziati ed economisti già avvertivano l'opinione pubblica sui rischi dell'uso indiscriminato e sullo spreco dei combustibili fossili.

Vi era anche una questione ambientale oltre che di finitezza delle risorse. Ad esempio, Rachel Carson, con il suo libro "Primavera silenziosa" ammoniva dall'usare in modo eccessivo i fitofarmaci. In sostanza, nonostante la questione dell'inquinamento ambientale non fosse una problematica di primo piano come lo è oggi, si era al corrente delle conseguenze devastanti che l'uso eccessivo di agenti inquinanti avrebbero potuto provocare all'ambiente. Dunque la crisi petrolifera celava questioni fondamentali come inquinamento e futuro delle risorse non rinnovabili. Non era una mera crisi del greggio sui mercati. Cosa che purtroppo non fu capita, o non venne voluta capire. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Le crisi petrolifere e l'industria italiana

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Informazioni tesi

  Autore: Giuseppe Medau
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia
  Relatore: Leandra D'Antone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 160

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