Skip to content

La figura del traduttore attraverso le lettere di ''Jack lo Squartatore''

Il traduttore

L’origine etimologica del termine tradurre è da ricercare nel verbo latino “transducere” e nel suo significato di “condurre di là”, “far passare”, anche se a tale verbo ne erano preferiti altri, sempre nell’ambito del “volgere in altra lingua” come, ad esempio, “converto” e “transfero” (da cui l’inglese “translation”). “Interpres” è il termine che gli antichi latini utilizzavano nel loro linguaggio corrente per indicare l’attività di versione (cioè di traduzione).
Alcuni, a torto, hanno affermato che il termine affonda le sue radici nel latino “traditor”, con due accezioni opposte, cioè “il traditore”, ovvero colui che consegnava i libri sacri alle autorità durante le persecuzioni anticristiane, e “il Maestro”, cioè colui che trasmetteva le Scritture.
[…]
In realtà, “traditor” deriverebbe da “trado”, nel suo significato di “consegnare” e “tramandare”. Così si sarebbero ottenuti i significati del “traditor” come “traditore”, cioè di “colui che consegna”, come troviamo anche in Tacito, I-II sec. d.C, e, tramite gli scrittori ecclesiastici, del “maestro” come “colui che trasmette, che tramanda” le Sacre Scritture.
Il traduttore è oggi colui che si assume il compito di rappresentare la cultura di confine, ma che ha, innanzitutto, la consapevolezza delle differenze esistenti tra la cultura interna al proprio sistema e quella esterna, detta coscienza metaculturale. Il suo scopo è quello di cercare di portare il testo dalla lingua di origine alla lingua di destinazione in maniera tale da mantenere il più possibile inalterato il significato e lo stile del testo, ricorrendo, se e quando necessario, anche a processi di adattamento. A causa delle differenze tra le lingue, spesso è difficile conservare sia il senso esatto che lo stile della scrittura (ritmo, registro, suono, metrica), cosicché il traduttore si trova obbligato ad operare scelte che cambiano in funzione della natura del testo stesso e degli scopi che quella traduzione si prefigge. La traduzione è un processo che inevitabilmente consiste in una trasformazione, passaggio nel quale alcune proprietà linguistiche possono venire a modificarsi o addirittura a perdersi rispetto all’originale. Ciò però spesso non è dovuto ad un errore del traduttore, quanto a limiti invalicabili i quali necessitano di un’ulteriore spiegazione per poter chiarire il contesto entro cui egli ha operato. Dal traduttore dipende la possibilità che il lettore della cultura ricevente formuli ipotesi sul testo in modo simile al lettore della cultura emittente. Se quest’ultimo può tornare sul testo per rileggerlo quando e quante volte vuole, verificando le sue ipotesi, il traduttore è invece costretto a compiere ipotesi solo nel corso della traduzione, assumendosi inoltre la responsabilità di interpretare anche per conto del proprio lettore modello. Dunque, il traduttore ha tutte le incombenze critiche del lettore, oltre a quelle dell’autore, in quanto è appunto autore del “nuovo testo” nella cultura ricevente.
Ma bisogna sgombrare la mente dall’idea che possa esistere una traduzione assoluta e ideale poiché, coerentemente con quanto sostiene Torop nel suo Towards the semiotics of translation (2000), sulla base di un unico originale si può creare tutta una serie di traduzioni diverse ma, teoricamente, di uguale valore. Questo anche perché la traduzione in quanto tale è soggetta a variare in funzione dell’artefice, delle sue competenze linguistiche e culturali. Ogni versione di uno stesso testo mette in risalto degli aspetti e ne tace degli altri; ogni versione, in pratica, è diversa dalle altre soprattutto per il contenuto che il traduttore ha deciso di sacrificare nel nome della comunicabilità del testo stesso. La sua opera di mediazione storica, geografica, culturale ed ideologica, lascia immancabilmente l’impronta sul prodotto del suo lavoro. Infatti, e non a caso, è un procedimento creativo che le macchine, per quanto progredite e nonostante i numerosi tentativi, non sono in grado di riprodurre e svolgere.
[…]
Ciò non impedisce però di adottare memorie di traduzione con appositi software applicativi che permettono di presentare in tempi molto rapidi un testo pretradotto al traduttore, poiché un traduttore specializzato, e quindi capace di decifrare questo “non-testo” prodotto dalla macchina, è in grado di modificarlo e di trasformarlo in testo
compiendo tutte quelle scelte che la macchina non è capace di fare, soprattutto quelle legate alla scelta contestuale.
In riferimento alla teoria del professore statunitense Harold Bloom, secondo cui in letteratura ogni interpretazione è un’interpretazione scorretta (“misinterpretation”), ogni traduzione è una traduzione scorretta (“mistranslation”), e ogni lettura è una lettura scorretta (“misreading”), fenomeno dovuto al desiderio inconscio di ogni autore di eclissare i suoi precursori, Bruno Osimo, nel suo Manuale del traduttore (2003) afferma al contrario che, nel caso della traduzione, il fenomeno della mistranslation non è legato necessariamente ad un qualcosa di inconscio, ma soprattutto ad un’impotenza di cui si è completamente consapevoli, e cioè che è impossibile capire tutto ciò che un autore vuole trasmettere come è anche impossibile trasporre tutto ciò che si è capito in un’altra lingua, lasciando al lettore le stesse possibilità di comprensione, incomprensione e interpretazione presenti nell’originale. Vi sarà sempre e comunque un residuo, ma l’importante è tenerne conto.
In sostanza, una buona dose di coscienza metaculturale sarà fondamentale per un buon traduttore, e questo vale anche per la traduzione interlinguistica, poiché all’interno di ogni contesto culturale diverso il codice naturale riflette il “non detto” specifico di quel gruppo. Una volta dotato di questa coscienza, il traduttore si trova di fronte a due strade del tutto opposte: il cercare di inserire l’altrui nel proprio, e il cercare di appropriarsi dell’altrui. La prima, più complicata, consiste nell’inserire elementi di una cultura estranea senza mascherarli sotto mentite spoglie, cioè presentare questi elementi estranei come tali, mentre la seconda consiste nell’inserire elementi di una cultura estranea fingendo però che non siano estranei, fino a farli passare inosservati, come se fossero elementi locali. Il primo atteggiamento riconosce la diversità degli elementi altrui, equiparandola sullo stesso piano con i propri elementi; questo metodo favorisce la presa di coscienza delle differenze culturali, la coscienza della propria identità culturale e il loro paragone. Il secondo atteggiamento proietta al di fuori di sé e del proprio sistema le categorie e gli schemi validi al suo interno; questo favorisce la staticità e il mantenimento del sistema proprio, perché evita sistematicamente il confronto, eludendolo.
Da tutto ciò si evince quanto la traduzione sia uno stimolo reciproco fra culture diverse, poiché la possibilità di acquisire visioni su una stessa realtà, ma da punti di vista differenti, migliora le potenzialità cognitive e arricchisce il proprio bagaglio culturale. Si può dunque affermare che un traduttore può essere considerato un ponte tra culture diverse: dovrebbe conoscere molto bene storia e cultura del paese in cui un testo è nato, avere un’ottima padronanza della lingua emittente che, inoltre, gli permetta di cogliere non solo il senso approssimativo, ma anche il ricorso ad artifici retorici e/o stilistici. Il buon traduttore dovrebbe anche avere una buona competenza linguistica attiva, nel senso che dovrebbe saper scrivere molto bene nel contesto della cultura ricevente, padroneggiando tecniche di scrittura e registri linguistici, cercando e trovando soluzioni soddisfacenti.
Quando un testo deve essere reso accessibile ad una cultura che non gli è propria, nel processo entrano in gioco due strategie: la prima, detta di “adeguatezza”, corrisponde ad una tecnica di accessibilità della cultura al testo altro; la seconda, chiamata “accettabilità”, riguarda la facilità di accesso da parte della cultura al testo altrui.
[…]
Il traduttore, al di là del significato etimologico, deve essere necessariamente un traditore, dal momento che deve rendere trasmissibile e recepibile un testo in un’altra lingua e in un altro contesto. Deve, cioè, trasformare il testo originale, rendendolo nella lingua di arrivo in maniera tale da prefigurare e realizzare, in un processo di immedesimazione linguistico-culturale con l’autore, un nuovo testo come l’avrebbe plausibilmente scritto l’autore stesso, se avesse utilizzato la lingua di arrivo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La figura del traduttore attraverso le lettere di ''Jack lo Squartatore''

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Daniela Rinaldi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: alessandro gebbia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

analisi traduttologica
commento linguistico
competenza metaculturale
dear boss
from hell
jack lo squartatore
jack the ripper
saucy jacky
the daily telegraph
tradurre
traduttore
traduzione

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi