Skip to content

La provincializzazione dell'Italia romana. Persistenze e cesure dal Principato al Basso Impero

Le due Italie del Basso Impero

La ricostruzione delle vicende secolari che portarono alla provincializzazione d'Italia potrebbe terminare qui, in quel punto focale individuato negli anni immediatamente precedenti allo spirare del III secolo. Nel secolo di storia successivo vi furono degli aggiustamenti che meritano approfondite ricerche e possono ancora suscitare dibattiti, ma il processo storico di stravolgimento amministrativo e politico può definirsi concluso nelle sue linee essenziali. In realtà la storia amministrativa prosegue anche nel V e perfino nel VI secolo con i Goti e poi i Bizantini, ma in quell'ambito entreremmo a buon diritto in piena storia medievale, con tutte le difficoltà relative al pietoso stato delle fonti, riflettenti lo stato misero in cui versava la Penisola durante le invasioni barbariche e in seguito all'invasione greca, non meno distruttiva. però resta molto da studiare su come fosse strutturata questa nuova Italia, non solo amministrativamente per le questioni ancora aperte in tal senso, ma soprattutto come venisse percepita in questa novellata forma e il nostro studio sarebbe oltremodo incompleto se quantomeno non tentasse di renderne conto. L'Italia nel IV secolo non è più appariscente come un tempo nell'ideologia imperiale e nella letteratura, perlomeno in rapporto a Roma, ma con Roma rimane strettamente connessa. È stato sovente trascurato il volto storico sia di Roma che dell’Italia, come fuori d'interesse, quasi per un timore di risvegliare passate retoriche, danneggiando però così tutto un comparto di studio. O, meglio ancora, per quanto riguarda l’Italia, sono stati tracciati alcuni quadri dagli studiosi che vogliono descrivere sia l’aspetto produttivo che quello più ampiamente economico, ma raramente tengono presente l’aspetto ideologico, il senso che doveva avere l'Italia presso i contemporanei, almeno quelli colti, di cui è rimasta testimonianza.

Questo approccio analitico alla storia ha il grande pregio di condurre ricerche rigorose fondate su un metodo scientifico analogo a quello proprio delle scienze esatte, ma la storia non è una scienza matematica e proprio per questo si scrive e si riscrive a seconda delle epoche e dei valori dominanti con risultati differenti. Non si potrà mai eludere il fatto che quegli uomini di cui si studiano le gesta, anche quotidiane, avevano un pensiero, individuale e collettivo, e le loro azioni erano mosse in funzione di questo. Non deve pertanto spaventare lo storico il cercare di immedesimarsi in qualche modo nel periodo a cui dedica la sua ricerca, così come deve essere ben consapevole che egli è figlio del suo tempo e potrà al più ricavare un'ombra del passato che fu, colorato, vivo, come lo è il tempo di cui si è testimoni.

L’Italia del IV secolo non è quella di Catone, non è più nemmeno quella di Virgilio, o l’Italia egemonica di Augusto; nella sua forma provincializzata e privata del centro del potere, mantiene una sua fisionomia particolare all'ombra di Roma. L'Italia era sì provincializzata nell'amministrazione, che pure manteneva alcune peculiari caratteristiche, ma dal punto di vista ideologico uscì da siffatto processo con confini ben delineati, mantenendo una certa alterità rispetto nella mentalità degli abitanti dell'impero. Naturalmente rimane indissolubilmente legata a Roma, e come l'antica capitale manteneva una funzione idealizzante per il potere, benché privata dei diritti e privilegi che conferivano potere sostanziale alle classi dirigenti della penisola. Nella visione dell’impero universale e multinazionale, formano due entità distinte, Roma e l’Italia, che si legano e si influenzano a vicenda: impossibile immaginarle l’una separata dall’altra. I provinciali tardoantichi spesso parlano in modo esaltante di Roma, mettendo apparentemente in secondo piano la penisola, ma ciò non deve suggerire che l'Italia sia in qualche modo dimenticata, essi semplicemente non riescono a disgiungerle; il che significa che le due entità si allacciano reciprocamente in una naturale integrazione. Questa visione ideologica però si forma e si arresta alla classe dirigente, è un'idea aristocratica. Non possiamo stupirci di ciò, né riprovare un carattere elitario che è tipico dell'età classica e non solo di quel periodo storico. La critica secondo la quale un movimento storico sarebbe censurabile qualora non fosse stata coinvolta tutto o almeno la gran maggioranza della popolazione oggetto del movimento stesso non ha molto valore a parte quello etico, che non dovrebbe entrare nel dibattito storico. Difatti solo in tempi recentissimi l'alfabetismo di massa ed un progressivo avvicinamento al mondo della cultura di strati più cospicui (ma sempre minoritari) di popolazione hanno consentito la formazione di una consapevolezza politica più o meno generalizzata. Dobbiamo semmai meravigliarci che, nonostante il cosmopolitismo imperante, nelle uniche fasce di popolazione in grado di avere un ideale politico, l'Italia mantenesse un ruolo ben definito e di primissimo piano.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La provincializzazione dell'Italia romana. Persistenze e cesure dal Principato al Basso Impero

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Gabriele Buda
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Gianfranco Paci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 86

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

italia
provincia
cittadinanza
roma
caracalla
augusto
romano
impero
italici
diocleziano

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi