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Efficacia, impatto reale e prospettive dei meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto nella lotta alla riduzione dell'emissione di CO2

Tipi di permessi di inquinamento negoziabili

Il primo sistema è quello dei permessi basato sui punti ricettori (APS – Area Permit System) ed utilizza permessi definiti sulla base dell’esposizione in corrispondenza del punto ricettore. Nel caso di esternalità, gli standard di qualità potrebbero variare secondo il punto ricettore, nel senso che ad ogni punto ricettore potrebbe corrispondere un differente standard di qualità ambientale. Con questo tipo di sistema, allora, i permessi devono essere ottenuti sul mercato come permessi in corrispondenza del punto ricettore, con la conseguenza che lo scambio non avverrà sulla base di uno ad uno, bensì bisognerà scambiare i permessi sulla base del numero di permessi richiesto per permettere un dato livello di concentrazione dell'inquinamento in corrispondenza del punto ricettore. Ciascun inquinatore, quindi, può trovarsi di fronte mercati piuttosto complessi, ovvero diversi mercati di permessi secondo i diversi punti ricettori, e dunque prezzi differenti.

Il secondo sistema è quello dei permessi di emissioni (EPS – Emission Permit Siystem) ed è molto più semplice: i permessi vengono emessi sulla base della fonte di emissioni, ignorando quali effetti producano quelle emissioni sui punti ricettori. In una determinata regione o zona, allora, l'inquinatore avrebbe un solo mercato in cui trattare ed un unico prezzo, che è il prezzo di un permesso per emettere sostanze inquinanti in quella regione: lo scambio dei permessi è su una base di uno ad uno.
L'APS, come si è visto, presenta alcune ovvie complicazioni per gli inquinatori, ma potrebbe essere un incubo anche sotto il profilo amministrativo per le autorità regolamentatrici. D'altro canto, anche l'EPS, per quanto sia più semplice, non evita alcuni problemi, poiché, non discriminando in base ai punti ricettori, è improbabile che riesca a distinguere le fonti sulla base dei danni provocati e, perciò, risulterà inefficiente: a livello formale, possiamo dire che il prezzo dei permessi non approssimerà il costo marginale esterno. In secondo luogo, è probabile che ogni area subisca una concentrazione dell'inquinamento in alcune piccole aree specifiche - i casi detti «punti caldi» - dove i livelli di concentrazione superano lo standard: poiché l'EPS è basato sulle emissioni che avvengono su un’area più vasta, non riuscirà a tenere conto della violazione dello standard in tutti i punti.
[…]
Per superare queste difficoltà è stato suggerito un terzo sistema, denominato sistema di contro-bilanciamento dell'inquinamento, con il quale i permessi sono definiti in termini di emissioni, lo scambio avviene all'interno di un’area definita ma non sulla base di uno ad uno; inoltre lo standard deve essere rispettato in corrispondenza di tutti i punti ricettori. Il valore di scambio dei permessi, allora, viene determinato dagli effetti che le sostanze inquinanti esercitano in corrispondenza dei punti ricettori.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Efficacia, impatto reale e prospettive dei meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto nella lotta alla riduzione dell'emissione di CO2

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Reghenzani
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Anna Valvo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 145

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Parole chiave

clean development mechanism
emission trading
joint implementation
permessi negoziabili
protocollo di kyoto
strumenti flessibili

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