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L'elaborazione delle politiche energetiche in Italia dal dopoguerra alla fine degli anni Ottanta

L'Eni di Mattei

L’accantonamento del disegno di legge Lombardo conservava in vigore la legge sulla ricerca mineraria del 1927, che prevedeva la demanialità delle risorse.
Il diritto di sfruttamento delle risorse minerarie non era omogeneo su tutto il territorio nazionale. In Sicilia, sotto la spinta di Don Sturzo, era stata emanata una legge mineraria regionale che dava concessioni di sfruttamento senza contropartite alla Gulf, che ottenne il territorio di Ragusa, e all’Edison che, direttamente o tramite consociate (Sice, Emiliana, Esercizi Elettrici), ottenne permessi su una superficie di più di 300000 ettari.
In Valle Padana, invece, l’Agip era già riuscita a costituire un monopolio. Mattei aveva fatto scavare quanti più pozzi fosse possibile anche senza avere le autorizzazioni delle autorità locali, mettendo il governo e l’opinione pubblica davanti a una situazione di fatto.
Attraverso l’emanazione della legge istitutiva dell’Eni venne sostanzialmente ratificata la situazione di monopolio che si era formata; all’Eni fu data l’esclusiva delle zone padane e del fuori costa dell’Adriatico settentrionale. In queste zone era fatto divieto all’ente di costituire società a cui partecipassero anche privati, ma ciò non valeva nelle altre parti d’Italia dove l’Eni si sarebbe trovata a competere con le società multinazionali.
Per queste ragioni, il tono del dibattito parlamentare sulla legge istitutiva dell’Eni fu pacato. Anche se l’iter della legge, proposta dal ministro Vanoni, fu abbastanza lungo ( dal 13 luglio 1951 al 21 gennaio 1953), il dibattito parlamentare fu ridotto al minimo. Pochissimi furono i parlamentari che vi parteciparono attivamente perché De Gasperi diede il totale appoggio a Mattei sin dalle dichiarazioni di Cortemaggiore (aprile 1950).
I partiti di opposizione non intralciarono il cammino della legge. A destra ciò fu determinato probabilmente da una sfiducia nella efficienza della Montecatini e della Edison. A sinistra, Pci e Psi erano favorevoli ad un intervento pubblico ed erano concentrati a non far passare la cosiddetta “legge truffa”, piuttosto che quella istitutiva dell’Eni alla cui redazione i deputati comunisti parteciparono attivamente in commissione.
De Gasperi appoggiò Mattei nel dibattito sulla costituzione dell’Eni, anche se «sotto i suoi governi nessuno seguì con molta attenzione le sue attività».
Con il V congresso nazionale della Dc (Napoli 1954) e la successiva morte di De Gasperi al vertice del partito si verificò un “cambio di guardia”: a De Gasperi successe Fanfani. Negli intendimenti di Fanfani e della sua corrente Iniziativa democratica vi erano quelli di «allentare i vincoli di dipendenza diretta dai finanziamenti privati della Confindustria» per rilanciare un nuovo centrismo riformatore. Questa nuova impostazione portò giovamento a Mattei che trovò in Fanfani un importante referente

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L'elaborazione delle politiche energetiche in Italia dal dopoguerra alla fine degli anni Ottanta

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Informazioni tesi

  Autore: Jacopo Luigi Stissi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Storia contemporanea
  Relatore: Claudio Pavese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 228

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