I pinakes locresi

Il sito urbano scelto dai coloni locresi per l’insediamento definitivo, dopo la breve sosta iniziale nell’insenatura di Capo Zephyrio, mostra i caratteri tipici delle città coloniali greche. La disponibilità di una fertile pianura costiera adatta all’agricoltura, sebbene nel caso di Locri Epizefiri questa fosse più limitata che altrove. Le colline alle spalle della piana costiera in questo tratto hanno generalmente la sommità pianeggiante con pendici scoscese, facilmente difendibili. Sono state molto adatte ad uso insediativo, anche perché lungo le pendici abbondano le sorgenti, che rendono questo sito uno dei più ricchi di acqua della zona ionica. Oltre alle risorse agricole e idriche il sito urbano e i suoi immediati dintorni potevano fornire anche i principali materiali da costruzione: l’arenaria chiara e tenera, chiamata ” ammollis”(da ammos = sabbia e lithos = pietra, cioè pietra di sabbia) e l’argilla cavata nelle colline, i grossi ciottoli granitici, raccolti nel greto delle fiumare. All’interno della cinta muraria, a partire dalla zona dell’Antiquarium e procedendo lungo la costa, e poi verso il monte, si incontrano le contrade Marasà, Centocamere e Stranghilò, e poi le contrade S.Cono, Petrara e Saletta. A monte del Dromo e ai piedi delle colline si sviluppano le contrade Pirettina e Perciante. Nella parte collinare della città, tre alture allungate sono separate da due valloni di Milligri e di Abbadessa-Saitta; l’altura a Sud-Ovest comprende le alture di Stragò e Calivace e culmina con la vetta di Castellace; sull’altura a Nord-Est, delimitata all’esterno delle mura dal vallone Polisà, vi sono le contrade Caruso e Mannella.