Il contratto di swap

Lo swap è un contratto atipico dal momento che non è rinvenibile una sua disciplina normativa specifica all’interno dell’ordinamento. Ai contratti atipici si applicano, di norma, le regole previste dal Codice Civile per i contratti tipicizzati, pur se alcuni di essi derivano in via diretta da una combinazione di elementi tratti dalle figure tipiche, mentre per altri il distacco dalle tipologie contrattuali ordinarie appare più spiccato. Nel caso degli swap, l’inquadramento giuridico si presenta ancora più difficoltoso di quello degli altri contratti derivati, perché si tratta di negozi che non sono tipici e non presentano neppure elementi riconducibili ai contratti previsti dall’ordinamento italiano. Dopo più di un decennio dalla loro prima comparsa sul mercato finanziario nazionale, permangono ampi margini di incertezza in merito alla loro qualificazione civilistica.Anche volendo rimanere nell’ambito della generica autonomia contrattuale consentita dall’art. 1322 Cod. Civ., le molteplici finalità pratiche che gli swap permettono di conseguire, soprattutto se unite all’ampia gamma di sub-tipologie nelle quali il contratto base si articola, non aiutano ad individuare la “causa” e “l’oggetto” negoziale. Una parte della dottrina riconosce nei contratti swap lo schema della compravendita di denaro