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Evoluzione dell'istituto dell'occupazione appropriativa

L’occupazione legittima

A puntualizzare l’occupazione di diritto pubblico non può essere d’ausilio né la configurazione di diritto romano, né tanto meno di diritto privato. L’occupazione in diritto pubblico non si configura come l’apprensione di una res nullius, ma di una res su cui si sostanziano dei diritti di proprietà.

Il procedimento amministrativo di occupazione, estinguendo un diritto di proprietà, costituisce un diritto originario dell’occupante. Però analoga vicenda è riscontrabile in tutti i procedimenti che estinguono un diritto di proprietà: “estinguere significa non solo estinguere il diritto nella sua interezza (perdita del diritto) ma anche privarlo di facoltà o poteri che esso contenga”.

Conseguentemente tutti i procedimenti ablatori reali dovrebbero essere ricompresi nelle occupazioni. I vari procedimenti di occupazione non sono tutti finalizzati a operare coattivamente l’acquisto di soli diritti d’uso di beni altrui. Le situazioni che si originano nelle cosiddette occupazioni possono essere le più varie: uso, ius excludendi alios, potere di appropriarsi di frutti, servitù, superficie, enfiteusi, ecc.

L’estinzione del diritto di proprietà è correlato all’utilizzazione della cosa per la cura di interessi pubblici. Il diritto dell’occupante è nuovo rispetto a quello estinto, perché peculiare e conformato in funzione dei pubblici interessi. Infine, solo alcuni degli effetti del procedimento di occupazione riguardano la res: il procedimento è finalizzato non tanto ad incidere il diritto di proprietà, ma a realizzare un’attività di cura di pubblici interessi.

Pur ritenendo elemento qualificante l’istituto il carattere temporaneo o il dominio limitato sulla res, non si riesce a dare unitarietà alle occupazioni. Vi sono infatti procedimenti che, sebbene producano effetti per un periodo limitato o attribuiscono un potere parziale sulla res, tuttavia non possono essere ricompresi tra quelli di occupazione.

A considerare poi tutti gli effetti che i procedimenti appellati “occupazione” producono nell’ordinamento giuridico, e quindi le situazioni giuridiche che si costituiscono nella sfera dell’occupante oltre quelle che si estinguono nella sfera dell’occupato, si deve convenire che le varie specie di occupazione non possono essere considerate unitariamente. Dal punto di vista funzionale non è possibile individuare un minimo comune denominatore che riesca a sintetizzare le varie fattispecie che vanno sotto il nome di “occupazione”.

Con tale termine si individuano procedimenti che non hanno alcun elemento in comune tra loro, tranne quello negativo che incidono in diritti di proprietà. Troppo poco per essere qualificante e per far ritenere che i procedimenti espletino funzioni analoghe. Pertanto in diritto pubblico il termine “occupazione” è vocabolo privo di significato. La locuzione è espressione verbale con la quale si individuano procedimenti molto diversi tra loro, difficile da concettualizzare in maniera unitaria.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Evoluzione dell'istituto dell'occupazione appropriativa

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Informazioni tesi

  Autore: Deborah Salvi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giuseppe Caia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 200

FAQ

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Parole chiave

ablazione illegittima
accessione invertita
acquisizione coattiva sanante
art. 43 t.u. espr.
art. 55 t.u.
belvedere alberghiera
carbonara e ventura
espropriaizone sine titulo
espropriaizone sostanziale
occupazione acquisitiva
occupazione appropriativa
occupazione di diritto pubblico
occupazione preordinata all'esproprio
occupazione temporanea e d'urgenza
occupazione usurpativa
risarcimento del danno da occupazione appr.va
risarcimento regolamentato
utilizzazione di un bene senza valido titolo

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