Il D. lgs. 270/99 in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato d'insolvenza a dieci anni dalla sua adozione.

Il procedimento di accertamento dello stato passivo è disciplinato dalle norme della legge fallimentare. Infatti l’art. 53 recita: “L’accertamento del passivo prosegue sulla base delle disposizioni della sentenza dichiarativa dello stato d’insolvenza, secondo il procedimento previsto dagli articoli e seguenti della legge fallimentare, sostituito al curatore il commissario straordinario.”. Dalla lettura della norma si possono evincere subito due aspetti. Il primo è che la verifica dello stato passivo non è soggetta alla struttura bifasica della procedura di amministrazione straordinaria, per cui tale operazione viene svolta a prescindere dall’indirizzo intrapreso dalla procedura stessa . Il legislatore ha evidentemente privilegiato le esigenze di tempestività rispetto a quelle di economia processuale. Il secondo riguarda il ruolo del commissario straordinario, il quale svolge le funzioni che, nel fallimento, sono del curatore. Il rinvio alle disposizioni fallimentari fa sì che il procedimento di verifica del passivo abbia una natura giurisdizionale , ma ciò non toglie che il ruolo del commissario straordinario sia di maggior rilievo, specie dopo la riforma fallimentare del 2006 . Non più limitato ad assistere il giudice nella formazione delle sue determinazioni, quanto a sollecitarne i poteri decisori. “La rilevazione dei dati dello stato passivo, oltre a costituire uno dei punti di partenza per la valutazione del grado di soddisfacimento dei creditori, permette anche di fornire utili indicazioni sulla composizione dei creditori delle imprese in crisi”. Per effettuare una valutazione ottimale però, prima è necessario evidenziare la situazione patrimoniale delle società al momento dell’assoggettamento alla procedura. Ciò permette, oltre che di ottenere indicazioni sulla gravità della crisi e sulla tempestività dell’assoggettamento delle imprese all’amministrazione straordinaria, anche di individuare la capacità di copertura dell’attivo nei confronti della totalità dei creditori.