Workplace Incivility: antecedenti e conseguenti

Andersson e Pearson (1999, p. 457) definiscono la work incivility come “un comportamento a bassa intensità deviante con ambiguo intento di nuocere i destinatari, violando le norme per il rispetto reciproco sul posto di lavoro. I comportamenti incivili sono tipicamente rudi e scortesi, mostrando una mancanza di riguardo per gli altri”. Gli esempi includono interruzione, e l’uso di un tono e di termini non professionali (Cortina & Magley, 2009). L’inciviltà sul posto di lavoro determina un impatto sui lavoratori in termini di produttività, salute, atteggiamenti e relazioni. La finanza, l’ambiente, le strutture e l’amministrazione sono le categorie di variabili che riguardano l’organizzazione che sono colpite da atti di inciviltà sul posto di lavoro (Bartlett et al., 2008). Poiché l’inciviltà sul posto di lavoro diventa sempre un problema maggiore (Buhler, 2003; Pearson et al., 2001; Pearson & Porath, 2005) più ricerche sono state condotte su tale tema (Tepper et al., 2006; Vickers, 2006). L’aumento dell’inciviltà sul posto di lavoro ha un costo organizzativo d’impatto negativo sul capitale umano e sulla linea di fondo dell’organizzazione (Andersson & Pearson, 1999; Brown & Sumner, 2006). Keenan e Newton (1985) hanno affermato che conflitti irrisolti sul posto di lavoro rappresentano un ampio costo per un’organizzazione che potrebbero essere ridotti. Il maggiore interesse della ricerca sull’inciviltà ha permesso di analizzare gli svantaggi che colpiscono il capitale
umano e il suo impatto negativo sui costi dell’organizzazione (Fox & Stallworth, 2003; Gardner & Johnson, 2001; Glendinning, 2001; Pearson & Porath, 2005), ma il fenomeno della work incivility ha bisogno di ulteriori ricerche per essere approfondita in ogni suo aspetto.