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Tra utopia e dogma. Intellettuali e scrittori della Ddr dal dopoguerra al XX congresso del Pcus

Gli scrittori, “compagni di battaglia del governo progressista”

Il II Congresso degli scrittori suggellò la trasformazione del ruolo degli scrittori come funzionari statali. L’imminenza del suo svolgimento attirò le attenzioni del Segreteria del Politbüro della SED che ne discusse durante la Sessione del 12 giugno 1950, sanzionando ingerenze politiche precise e determinanti.
In quest’occasione venne infatti posticipata la data in cui si sarebbe dovuto svolgere, dal 14-15 giugno al 4-7 luglio 1950, e ne vennero stabiliti i punti all’ordine del giorno: in primo luogo una risoluzione contro le pressioni sulla creatività artistica e sulla libertà esercitate dall’imperialismo americano. Furono inoltre designati i candidati per il Consiglio direttivo (Vorstand) dello “Schriftstellerverband”: Bodo Uhse, Kurt Bartel (Kuba), Rudolf Leonhard, Willi Bredel, Gustav von Wangenheim, Walter Victor.

Nel teatro della “Haus der Deutschen Presse” di Berlino Est, alle ore 14 del 4 luglio 1950, venne aperto ufficialmente il II Congresso degli scrittori tedeschi, una diretta risposta al “Congresso per la libertà culturale” che era stato organizzato a fine giugno a Berlino Ovest dal giornalista americano Melvin Lasky, editore della rivista antisovietica “Der Monat” e già noto per la sua polemica in difesa della libertà di espressione durante il Congresso del 1947.
Al centro dell’attenzione vi fu la preoccupazione di porre le basi per una letteratura che fosse “specchio della nazione”, che riflettesse cioè i cambiamenti in atto nel Paese, al fine di renderli evidenti agli occhi della popolazione: in questo senso la letteratura doveva essere un megafono attraverso il quale lo Stato istruiva i cittadini sulla costruzione del socialismo. Dal punto di vista pratico, si cercò di spiegare e diffondere il valore dell’opera d’arte commissionata dallo Stato (Auftragkunst), che non doveva essere intesa come il tentativo di ridurre la libertà creativa dello scrittore ma come quello di metterla a servizio di un fine più alto. Particolare attenzione venne rivolta ai giovani, alle “nuove leve della letteratura”. Da quello che si apprende, la loro vita professionale non doveva esser facile allora: nei vari interventi che toccano il tema della produzione letteraria giovanile sembra infatti emergere la richiesta di maggior tolleranza, di una critica meno severa e più stimolante.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Tra utopia e dogma. Intellettuali e scrittori della Ddr dal dopoguerra al XX congresso del Pcus

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Informazioni tesi

  Autore: Livia Parisi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia
  Relatore: Mariaclara Castelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 331

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