L'azione delle Nazioni Unite nella crisi del Darfur

Ai fini di questo Statuto per crimini di guerra si intendono:
i) dirigere intenzionalmente attacchi contro la popolazione civile come tale o contro individui civili non partecipanti direttamente alle ostilità. ( Articolo 8 comma 2 paragrafo i)

Il diritto internazionale proibisce qualunque attacco deliberatamente diretto contro la popolazione civile che non prende parte al conflitto . Proibisce inoltre attacchi indiscriminati che non siano diretti contro obiettivi militari;sono vietati quindi gli attacchi contro obiettivi civili,dove per obiettivi civili si intendono tutti quei luoghi che non servono, o non sono usati, per scopi militari.
L’analisi della Commissione, basata su tutte le testimonianze raccolte in Sudan e sui diversi rapporti delle organizzazioni internazionali, rileva un vasto numero di attacchi contro la popolazione civile e contro i villaggi in tutti e tre gli Stati del Darfur a partire dall’inizio del 2003.Sono stati riportati attacchi avvenuti anche tra il 2001 e il 2002 ma la vastità, l’intensità e la consistenza sono cresciute notevolmente a partire dal febbraio 2003.

La Commissione ha trovato che gli attacchi ai villaggi, per la maggior parte, sono condotti dalle forze governative insieme ai Janjaweed, che lavorano con il Governo centrale o in modo indipendente.
Le incursioni compiute dalle due forze insieme hanno luogo nel corso del conflitto con una punta massima di intensità in determinati periodi. Molti di questi attacchi avvengono tra le quattro e le otto del mattino, quando i villaggi sono tranquilli perché tutti dormono e quando quindi ci sono più probabili vittime da colpire.In molti casi gli attacchi possono durare anche diverse ore e comportano dare fuoco alle case, scuole e altre strutture civili come pozzi per l’acqua, ospedali e negozi.