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Disordini della Differenziazione Sessuale e sviluppo dell’identità di genere: linee guida per il management psico-medico

L’identità di genere e l’identità sessuale

La componente sessuale qualifica gli organismi viventi nelle categorie del “maschile” e del “femminile”. Nell’essere umano questa distinzione non è dettata esclusivamente dalla biologia, come per il resto degli esseri animali e vegetali, ma viene influenzata mentalmente; inizialmente durante lo sviluppo infantile ad opera dei caregivers, e successivamente dalla cultura della società che influisce sui singoli e sui gruppi con i suoi molteplici influssi.
La differenziazione sessuale risponde alla necessità riproduttiva e quindi alla conservazione della specie, ma è evidente che, nell’essere umano, l’evoluzione ha messo sullo sfondo questo determinismo biologico, sottolineando quindi anche l’importanza degli aspetti affettivi, relazionali e culturali della sessualità e dell’amore.
La cultura, infatti, influisce sulla sessualità del singolo attraverso la differenziazione dei ruoli “maschile e femminile”; questo induce ciascun individuo a riconoscersi e ad accettare il proprio ruolo di genere, rispondendo perciò al contesto culturale e simbolico e collocando così la propria identità sessuale entro uno dei due ben strutturati stereotipi di genere del maschile e del femminile.
Per meglio comprendere lo sviluppo psico-sessuale, sono state definite alcune istanze fondamentali: il sesso biologico, l’identità di genere, l’identità sessuale, l’attribuzione del genere sessuale, il ruolo sessuale o di genere, l’orientamento sessuale o di genere.
Il sesso biologico si evidenzia a vari livelli, quali quello cromosomico, quello gonadico e quello fenotipico.
L’identità sessuale si riferisce alla femminilità o alla mascolinità di una persona. Il concetto è determinato dalla base biologica dello sviluppo, definibile per mezzo dei cromosomi sessuali, della presenza di gonadi maschili o femminili, della componente ormonale, delle strutture accessorie interne e dagli organi sessuali esterni che discriminano per le due categorie.
L’identità di genere è un concetto che si riferisce alla percezione unitaria e persistente di se stessi, o auto-identificazione alle categorie sessuali del “maschile” o del “femminile”. Riguarda pertanto il proprio “vissuto” personale di uomo o di donna. Con esso s’intende indicare la relazione complessa di sesso e di genere come componenti dell’identità; comporta perciò un’integrazione tra il sesso determinato biologicamente, l’identità e il ruolo di genere, e l’orientamento (Simonelli, 2006).
L’attribuzione del genere sessuale indica per ciascun individuo il sesso a cui è stato assegnato anagraficamente e con cui viene normalmente considerato ed educato dai familiari.
Il ruolo sessuale o di genere si riferisce ai comportamenti manifesti di un individuo, i quali, secondo gli standard del suo ambiente socio-culturale, sono considerati pertinenti all’uno o all’altro sesso. È definibile pertanto come l’espressione dell’identità di genere.
L’orientamento sessuale o di genere è definibile come l’attrazione sessuale verso individui dello stesso sesso, o di sesso opposto, o di entrambi i sessi.
Riassumendo, è possibile pensare all’identità sessuale come al punto di partenza biologico necessario per giungere alla costruzione dell’identità di genere, che avrà come sua espressione relazionale il ruolo di genere, già a partire dall’infanzia. Mentre l’identità sessuale è presente in tutti i mammiferi, quindi, l’identità e il ruolo di genere sono specifici della specie umana (Simonelli, 2002).
Nella nostra cultura le definizioni prevalenti hanno previsto, per lungo tempo, soltanto la rigida suddivisione in due generi corrispondenti ai due sessi biologici. È solo a partire dagli anni ’70 che si comincia a fare una distinzione tra l’aspetto fisico e biologico, detto “sesso”, e tra il costrutto culturale definito “genere” (Fausto-Sterling, 1985).
Solo di recente si è ammessa sempre più la possibilità che esistano diverse modalità di esprimere il proprio genere, pur presentandosi in natura un sesso biologico “tendenzialmente” dicotomico nella sua manifestazione fisica (Dèttore, 2005).
Le teorizzazioni circa la plasticità e la malleabilità dello sviluppo psicosessuale, (suddiviso dalla psicologo Kenneth J. Zucker – 1995 nelle tre componenti di identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale), richiamano quanto sostenuto precedentemente da Money (1955a) ovvero che, nel percorso di differenziazione del genere vi sia, alla nascita, una neutralità nei bambini (Di Ceglie, 2003).
Tuttavia tale tesi è stata più e più volte sfidata da diversi psicologici evoluzionisti e studiosi di etologia che eseguirono esperimenti di esposizione ad ormoni sessuali in fase pre e perinatale su alcuni animali, sostenendo pertanto l’importanza di fattori biologici, piuttosto che di quelli sociali, nel determinare i comportamenti atipici rispetto al sesso di appartenenza, generalizzando gli stessi risultati anche agli esseri umani.
Il dibattito resta tuttavia ancora irrisolto, e diversi studiosi s’interrogano sulla possibilità di una causa esclusivamente biologica o meno, nello sviluppo dell’identità di genere (Mayer-Bahlburg, 2001, 2004; Zucker, 1999; Berenbaum 2003; Hines et al., 2003; Mayer-Bahlburg, Blizzard, 2004; Cohen-Bendahan et al., 2005)

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Disordini della Differenziazione Sessuale e sviluppo dell’identità di genere: linee guida per il management psico-medico

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuela Napoli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Adele fabrizi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 148

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Parole chiave

ambiguità dei genitali
attribuzione chirurgica del sesso neonatale
clinical guidelines
disordini della differenziazione sessuale
identità di genere

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