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L'economia ai tempi delle crisi. Etica e nuovi modelli di sviluppo.

I fattori consumo - produttività e l’innovazione tecnologica

Che cos’è il consumo? Diverse sono le definizioni che si possono dare di questo essenziale vocabolo economico, che tanto incide sul vivere quotidiano e tanto comporta in termini di elaborazione teorica. Rifkin ne dà una definizione inclusiva, che aiuta a comprendere l’etimologia e l’origine del nome. La parola consumo ha radici anglosassoni e latine. Nella sua accezione originale, il termine consumare ha significato di distruggere, esaurire, spogliare. Il termine ha un contenuto violento e, fino a tempi molto recenti, ha avuto una connotazione esclusivamente negativa. Ancora negli anni Venti, il termine veniva usato per riferirsi agli effetti della più mortale delle malattie diffuse all’epoca: la tubercolosi. Oggi, l’americano medio consuma due volte di più di quanto facesse alla fine della seconda guerra mondiale. La metamorfosi del consumo, da vizio a virtù, è uno dei fenomeni più importanti – eppure uno dei meno studiati – del XX secolo. Pur essendo esaustiva tale definizione, giacché ripercorre in pieno l’evoluzione etimologica della parola, tuttavia occorre fare alcune precisazioni. Innanzitutto, la parola mantiene pur sempre una funzione negativa, almeno dal punto di vista semantico ed economico. Dato che il consumo, supponendo come funzione di fondo quella di rinnovare continuamente il monte dei beni posseduti da ogni individuo, necessariamente comporta una distruzione ed una ricreazione di beni, quindi un “consumo” delle stesse. Inoltre, nel continuo processo di creazione-distruzione-ricreazione di beni, le risorse impiegate a tale scopo non sono infinite, specie se ci si riferisce a quelle naturali. Così se un’automobile consuma un litro di benzina per percorrere 70 Km su strada, la benzina consumata non può essere ricreata, se non estraendo nuovo petrolio per poi raffinarlo in nuova benzina. Parimenti lo stesso discorso lo si può applicare alle risorse cosiddette immateriali, quelle derivanti cioè dall’expertise posseduta da ogni singolo lavoratore o dirigente d’azienda in anni di attività, che spesso corre il rischio di essere perduta una volta che il lavoratore va in pensione e che difficilmente può essere ricreata. nIn definitiva il consumo per sussistere ha incipiente necessità di approvvigionamento di risorse materiali e immateriali. Quindi, in linea generale, esso si sviluppa maggiormente laddove queste risorse sono presenti o perlomeno sono più facilmente reperibili.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'economia ai tempi delle crisi. Etica e nuovi modelli di sviluppo.

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Camarda
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Fabrizio Sciacca
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 304

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