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Tratta e Prostituzione. Visioni, politiche, strategie di intervento

La prostituzione come danno o flagello sociale

"La Prostituzione è un danno sociale che viene inflitto alla società dalle prostitute, che minacciano il matrimonio, tentano l'uomo con attività sessuali proibite, per questo la prostituta và combattuta stigmatizzata e isolata". Questa visione della prostituzione è data dal Cristianesimo Antico. Nell'Europa pre – moderna si oscillò tra tolleranza, regolamentazione e repressione, riconoscendole però anche una funzione sociale dei rapporti delle donne pubbliche, tenendo ferma la necessità di circoscrivere il fenomeno ad alcuni luoghi e spazi; anche nella Francia del 500, il "bordello" aveva il suo riconoscimento. Le versioni contemporanee che considerano la prostituzione danno sociale e morale, affermano la sua negatività: nell'ordinamento giuridico, nella Legge Merlin, viene posta come oggetto di tutela la "moralità pubblica", "il buon costume" sotto il profilo sessuale e giustifica le norme restrittive della prostituzione in quanto essa è un fenomeno dannoso e pericoloso per l'ordine sociale. Le politiche associate a questa visione, vanno dal proibizionismo al regolamentarismo di tipo classico, mirante soprattutto al controllo sanitario e della salute, alla proibizione della prostituzione esercitata nella strada. Le fonti cattoliche che si interessano della prostituzione la affrontano come "emergenza tratta", con un giudizio negativo nei confronti del commercio del sesso: il sesso è descritto come un fondamentale rapporto alla vita, "di cui il rapporto sessuale è metafora privilegiata in quanto scopre le persone nella loro verità (nudità), che le coinvolge a livello intimo e che diventa luogo di incontro con l'alterità che genera comunione" .
Vista la necessità di contrastare il fenomeno, si fa leva soprattutto sull'aspetto sanitario, morale, pubblico, di conseguenza la prostituzione diventa flagello sociale: il pericolo di diffusione delle malattie è un argomento di grande impatto per arrivare a considerare la prostituzione come tale. Anche il disturbo della quiete pubblica è un aspetto spesso associato alla prostituzione di strada: il traffico, la contrattazione con i clienti, l'abbandono dei preservativi per le strade e il disturbo arrecato dai clienti nei confronti di donne che si trovano a passare per altri motivi nelle zone interessate, sono espressione di un oggettivo contrasto di interessi tra mondo della prostituzione stradale e abitanti della zona. Un conflitto che coinvolge anche coloro che non condividono la visione del commercio del sesso, come un flagello sociale. Carla Corso ha paragonato il disagio sopportato da chi abita in quartieri dove è diffusa la prostituzione di strada, a quello di coloro che abitano nei pressi degli stadi, i quali oltre a soffrire per il rumore, il traffico e l'invivibilità del luogo pubblico, vedono degradato il paesaggio urbano dal vandalismo dei tifosi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Tratta e Prostituzione. Visioni, politiche, strategie di intervento

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Debora Zucca
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Mariantonietta Cocco
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 176

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Parole chiave

integrazione
prostitute
migrazione
accoglienza
prostituzione
clienti
tratta
inclusione sociale
ordinanze

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