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La socializzazione mediale e le forme di prevenzione nel Welfare

Società mediale, Welfare State e politica mediale

Tra le molteplici tematiche che trovano spazio all'interno del sistema dei media vi ritroviamo anche quelle, di livello macro, inerenti le politiche di welfare del sistema italiano. Oggi è possibile seguire le dinamiche di cambiamento e di stallo dello “Stato di benessere” in via diretta e contemporanea. L'arena politica finisce per coincidere con l'arena mediale e la televisione, la radio, il Web, si prestano ad essere strumenti di comunicazione efficaci, garantendo un primo piano alle dinamiche che concernono lo scontro tra politici, policies e governance.
Grazie a questa grande vetrina che i mass media mettono a disposizione è stato possibile prendere coscienza della reale perdita di sostanza del welfare come garanzia di protezione per i cittadini. La crescente complessità della società globale ha piano piano reso inefficace ed inefficiente quel sistema che consentiva di redistribuire le risorse, ridurre l'emarginazione, allargare i diritti sociali e quant'altro e, contemporaneamente, ha determinato l'affermazione delle istituzioni locali, più vicine alla comunità e più solide come garanzia di protezione sociale. Il principio di sussidiarietà si presenta come punto di riferimento e di svolta per la gestione di questa dicotomia tra globale e locale che ha reso inappropriato il Welfare. La partecipazione della cittadinanza attraverso le forme del volontariato e della costituzione di onlus e di cooperative sociali, quindi il Terzo Settore, hanno ridato vigore e speranza per la garanzia dei diritti sociali e hanno permesso il ricongiungimento tra cittadini ed istituzioni.
Fin dagli albori della nascita del primo mezzo di diffusione delle informazioni, la stampa moderna, nel XIX secolo, fino ai giorni nostri con l'avvento del Web, la politica si è sempre servita dello strumento mediatico come mezzo di propaganda e di comunicazione. Gradualmente l'interesse per le tematiche politiche è cresciuto ed anche la popolazione è riuscita a sviluppare un certo interesse per le questioni e le dinamiche di tale settore.
Qual è, nell'epoca attuale, il rapporto tra la politica e i mass media, e quali effetti ne conseguono sulla cittadinanza e sul pubblico? È evidente che la «politica mediatica», così definita dal sociologo M. Castells, non si avvale del mass media esclusivamente per la campagna elettorale o per la diffusione delle informazioni di interesse pubblico. Gli attori che la compongono sono figure costanti e protagoniste di ogni prima pagina, incidere sulla quotidianità e sul contenuto dei notiziari è parte integrante della loro strategia politica, che vuole influenzare la mente del pubblico. D.Hallin e Mancini P., citati dal sociologo in questione, sostengono che nel mondo si sta verificando una globalizzazione anche nella sfera della gestione della politica, nelle loro pratiche professionali e culturali, nel loro sistema di relazione con le altre istituzioni politiche e sociali. Questi autori affermano che i sistemi mediatici dei paesi europei stanno gradualmente assomigliandosi sempre più e la medesima condizione si sta verificando anche nei sistemi politici, che vanno convergendo verso le prime forme di marketing commerciale (che hanno preso vita per la prima volta negli Stati Uniti e poi in Gran Bretagna), una tecnica che, in modo apparentemente neutrale, vuole fare politica e vuole promuovere le campagne elettorali come se fossero prodotti commerciali da vendere. Ma in questo modo l'interesse della politica e dei suoi rappresentanti non verte più sulle questioni di interesse del paese e della popolazione, bensì si concentra sulla visibilità dei personaggi politici e sull'effetto che i loro messaggi devono sortire sul pubblico. O meglio, sull'effetto che i loro messaggi dovrebbero sortire. Il verbo usato al condizionale vuole sottolineare il fatto che oramai la popolazione ha perso la fiducia nei suoi rappresentanti e nei candidati politici e quindi anche nei confronti delle istituzioni centrali. Il pubblico ha compreso che il messaggio politico inviato tramite i media è scollegato da un qualsivoglia interesse politico generale rivolto al paese, ha compreso che esso è un interesse personale o di pochi e che esula dall'interesse della collettività. I cittadini hanno compreso che l'utilizzo del messaggio mediatico è strumentalizzato per interessi di carattere diverso da quelli dei cittadini stessi. Come sottolinea Castells, la politica mediatica si basa su una personalizzazione della politica, sull'immagine e sulla elaborazione quotidiana dell'informazione, l'obiettivo della politica mediatica è vincere e tenere per sé il più a lungo possibile la vittoria.
Questa breve panoramica dai contenuti forti, circa il mondo della politica mediatica, esposta attraverso la chiave di lettura del sociologo Castells, porta a considerare la necessità di trovare altrove la realizzazione di quello che una volta garantiva il benessere della collettività. Il welfare locale trova una giustificazione proprio in queste circostanze.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La socializzazione mediale e le forme di prevenzione nel Welfare

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Ferrara
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: servizio sociale classe L 6
  Relatore: Stefano Pasotti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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