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L’acquisizione del linguaggio da parte dei bambini. Le teorie di Chomsky e Bickerton a confronto.

Acquisizione del linguaggio

L'acquisizione del linguaggio è un processo estremamente complesso ed affascinante. All'età di 6 anni un bambino padroneggia circa 13000 parole (S. Pinker, 1997) e nel momento massimo di crescita del vocabolario impara le nuove parole ad un ritmo stupefacente, una dozzina al giorno se non di più (Chomsky, 1991). Ma la cosa più sorprendente è che non ha bisogno di istruzioni, le parole che vengono immagazzinate si associano ai concetti che il bambino sembra già possedere.
"La velocità e la precisazione di acquisizione del vocabolario non lasciano alternative reali alla conclusione che il bambino in qualche modo ha disponibili i concetti prima dell'esperienza con la lingua e che sostanzialmente sta apprendendo delle etichette da applicare a concetti che sono già parte del suo apparato concettuale".

Si potrebbe chiamarlo "il paradosso dell'acquisizione del linguaggio" (R. Jackendoff, 1998) non solo perché nei tempi estremamente brevi e senza alcun insegnamento il bambino padroneggia le nuove parole ma allo stesso tempo acquisisce un sistema molto complicato di combinazione di nuove parole in enunciati con delle strutture che seguono regole di composizione gerarchiche. Il cervello allora deve avere un programma installato per creare una quantità illimitata di enunciati, questo programma può essere chiamato grammatica mentale. I bambini sviluppano tali grammatiche in tempi rapidi senza istruzioni formali e crescono dando interpretazioni coerenti a nuovi enunciati che non hanno mai incontrato prima. Quindi i bambini devono avere uno schema innato comune a tutte le lingue, che Chomsky chiama Grammatica Universale, la quale dice come costruire forme sintattiche a partire dai discorsi di loro genitori.

Questa grammatica è regolata dai principi che sono comuni a tutte lingue, per esempio il fatto che ogni frase debba avere un soggetto, anche se non pronunciato. Questi principi formano lo schema costitutivo di ogni particolare lingua umana e non hanno eccezioni, sono fissi e immutabili. Quando il bambino interagisce con il mondo linguistico esterno dal quale gli arrivano segnali costanti di una o più lingue si fissano delle opzioni più ristrette che vengono chiamate parametri. Ogni lingua particolare è una configurazione di questi parametri e quando il bambino posiziona inconsciamente i parametri in una certa combinazione acquisisce la padronanza di quella lingua.

Concorda con la tesi della predisposizione biologica ad usare il linguaggio anche Derek Bickerton. Nella sua teoria però il dispositivo innato di acquisizione del linguaggio funziona in modo completamente diverso. In base a questa teoria il dispositivo di acquisizione innato del bambino non dispone di diversi parametri da scegliere per settare una certa lingua, ma pare avere già un modello grammaticale fisso e abbastanza preciso. Quando il modello in questione interagisce con degli input linguistici esterni si plasma secondo questi impulsi finché diventa lingua parlata nell'ambiente circostante. Sono state fornite diverse prove a sostegno che verranno presentate nel presente lavoro.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’acquisizione del linguaggio da parte dei bambini. Le teorie di Chomsky e Bickerton a confronto.

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Informazioni tesi

  Autore: Dmitrij Lisovskij
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Elena Paganini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 35

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