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Storia del corsivo giornalistico. Da Fortebraccio a oggi

Al posto di Fortebraccio e poi a Repubblica

L’ultimo corsivo di Fortebraccio era comparso sulla prima pagina dell’Unità il 31 ottobre 1982. Quasi dieci anni dopo, il 7 giugno 1992, il neodirettore Walter Veltroni affida quel posto prestigioso a Michele Serra (Roma, 10 luglio 1954) che, nemmeno quarantenne, da qualche anno si è distinto principalmente come scrittore satirico. Nel suo curriculum, a quel tempo, spiccano la collaborazione con l’inserto satirico dell’Unità (Tango) diretto da Sergio Staino, la partecipazione nella scrittura dei testi per un comico vero e proprio quale Beppe Grillo, e soprattutto la direzione del settimanale satirico Cuore (dal 1989).
Questo segna un importante cambio di marcia nella storia del corsivo. Mario Melloni era diventato “Fortebraccio” a ben sessantacinque anni, quasi per scrollarsi di dosso una livrea troppo solenne, dopo aver diretto due quotidiani (Il Popolo e Paese Sera) ed essere stato eletto per due legislature alla Camera dei Deputati (1948, 1953). Per non parlare di Montanelli che prima di firmare i “Controcorrente” era stato il cavallo di razza del Corriere, grazie a reportages fondamentali come quelli dall’Ungheria (1956). Insomma, i due autori affrontati finora erano arrivati a praticare questo genere “minore” dopo essersi legittimati in aree più “nobili” del giornalismo. Come dire che ci si poteva sollazzare con questo divertissement, in vesti dimesse, ma prima era necessario dimostrare di saper indossare l’abito ufficiale, quello dell’alta società.
L’avvento di Serra marca un percorso radicalmente diverso ed è, in questo senso, paradigmatico: un professionista della satira che, senza esperienze particolarmente significative nel giornalismo “alto”, si guadagna un posto fisso in prima pagina su di un importante quotidiano nazionale. A posteriori, si può interpretare come il segno che l’innovazione di Fortebraccio ha dato i suoi frutti. Il corsivo giornalistico è ora indissolubilmente legato alla satira e ad una considerazione quasi letteraria del singolo autore: il suo stile, la sua individualità, la sua sensibilità sono ora tutto ciò che conta. Non è più una questione di pedigree.
Il titolo della nuova rubrica, “Che tempo fa”, rimanda a conversazioni svagate, estremamente informali, “da bar” o da luoghi in cui il tempo scivola lentamente e si parla un po’ di tutto, purché lo si faccia superficialmente. Solo chiacchiere, appunto.
Anche se, in questo caso, il livello della chiacchiera si alza, si sublima, viene raffinato da tutte le scorie. Il corsivista ha una sensibilità e una cultura che gli consentono di parlare di tutto senza risultare banale o noioso. Sa produrre una chiacchiera “aristocratica” che si leva al di sopra del cicaleccio popolare. Vale quanto mai la definizione data dallo stesso Serra: il corsivista è un “superficiale di talento”.
Questo spiega il suo successo. Il giornalista romano sa catalizzare sentimenti e opinioni largamente diffusi, dentro i suoi “pezzi”, in una forma accattivante, letteraria, sentenziosa. E soprattutto ben riconoscibile, radicale: destra o sinistra, bianco o nero, giusto o sbagliato, urge scegliere da che parte stare purché, una volta scelto, non ci sia spazio per i ripensamenti. Si tratta di ciò che nel primo capitolo di questo studio si riconduceva alla “Semplicità”.
“Manifestare un’opinione, descrivere un’impressione, anche quando non ne avrei avuto la voglia né il destro (per non parlare della competenza)”. Esprimere una sensazione (la propria sensazione) viene, dunque, prima di tutto, anche prima della cognizione di causa. È la suggestione personale che prende il sopravvento rispetto alla fredda oggettività e si arroga il diritto di ingigantire fatti piccolissimi o di rimpicciolire fatti enormi. Siamo, è chiaro, al ribaltamento dei principi alla base del giornalismo.
L’ultima puntata della rubrica sull’Unità (27 luglio 2000) si deve a un motivo contingente: la chiusura del quotidiano stesso, in seguito alla crisi e al fallimento. Il giornale fondato da Gramsci tornerà in edicola il 28 marzo 2001, ma pochi mesi dopo (il 3 luglio) Serra comincerà a firmare una nuova rubrica (chiamata “L’amaca”) su Repubblica. Le caratteristiche delle rubriche sono analoghe (per questo le tratteremo senza soluzione di continuità).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Storia del corsivo giornalistico. Da Fortebraccio a oggi

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Informazioni tesi

  Autore: Samuele Mazzanti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Angelo Varni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

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