Le Acli di Treviso: la capacità di produrre felicità

All’inizio degli anni ‘50, la condizione dell’Italia era molto migliorata dall’immediato dopoguerra.
La ricostruzione si accompagna però all’accentuazione di enormi squilibri economico-sociali, malgrado gli interventi sul piano sociale come la riforma agraria, la “Cassa del mezzogiorno” e l’intervento pubblico in economia, la cui più significativa realizzazione è costituita dall’ENI ( Ente Nazionale Idrocarburi).
Dal punto di vista politico, ferveva un forte malcontento per la politica di governo sia interna che estera.
Una prima indicazione che l’opinione pubblica stava mutando i suoi orientamenti si ebbe alle elezioni amministrative del ‘51 e del ‘52, dove, dove la sinistra perse un gran numero di voti a favore del partito monarchico e del partito neofascista.
Le elezioni del ‘53 furono particolarmente importanti. Essendo assai improbabile la formazione di un governo stabile che si fondasse su una solida maggioranza centrista, venne presentata in parlamento una proposta di legge, battezzata dai comunisti “legge truffa”: secondo questa proposta, il partito che avesse ottenuto un voto più del 50% avrebbe ottenuto i 2/3 dei seggi in Parlamento.
L’intento di De Gasperi era chiaro: apparentarsi con i quattro partiti di maggioranza, ottenendo lo scopo di non avere più una maggioranza relativa ma assoluta.
Chiamato alle urne, il popolo bocciò l’applicazione e De Gasperi, dovendo rinunciare al quadripartito, optò per un governo monocolore che però fu rifiutato in parlamento.
Questo voto di sfiducia pose fine alla lunga serie di governi De Gasperi, che si ritirò dalla vita politica.