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Goffredo Petrassi, ''Morte dell'aria''

Analisi delle Sezioni

Prima di analizzare le diverse sezioni di cui si compone l’opera, è opportuno premettere alcune osservazioni sul tempo dell’esecuzione musicale.
Diversamente da molte composizioni dello stesso autore, manca in Morte dell’Aria qualsiasi indicazione metronomica. Ciò rende necessario per un direttore d’orchestra che voglia eseguire quest’opera, partire dall’analisi del rapporto testo-musica e più precisamente dall’analisi del trattamento della linea vocale in rapporto a questo testo.
Il canto di tutti i personaggi di Morte dell’Aria, compreso il Coro è rigorosamente sillabico, non essendovi traccia di melismi, se non in qualche caso sporadico, come nella scena dei Cronisti, allo scopo di connotare sarcasticamente quel tipo di personaggi (cfr. partitura batt.104 e 158)
Spesso, come avviene nella lingua parlata, l’autore allunga attraverso il canto alcune vocali, mettendo così in evidenza le parole chiave del discorso.

In alcuni casi la dilatazione della vocale caratterizza in senso negativo determinati personaggi; ma più spesso dà risalto a momenti di grande tensione drammatica.
La linea vocale mantiene inoltre la scansione del linguaggio colloquiale; questo trattamento è dovuto a una precisa concezione del canto, visto come una proiezione del parlato, e all’esigenza di rendere sempre intelligibili le parole, in ogni momento della composizione.
L’autore inoltre rappresenta musicalmente molte altre peculiarità del “parlato”: è significativo al riguardo il momento in cui il Custode dice “…ma in pratica, come è possibile?”. Tipico del linguaggio colloquiale è il dittongo fra le vocali a e i, delle parole ma e in, evidenziato attraverso due crome (sulle vocali a e i) unite da una legatura di valore. (cfr. partitura pag. 17, batt. 59).
Dopo queste prime considerazioni, è chiaro che il tempo dell’esecuzione di Morte dell’Aria verrà stabilito in rapporto alle suddivisioni più brevi della battuta. Se prendiamo come riferimento le prime battute dopo l’entrata del Custode queste suddivisioni corrispondono alle crome (per esempio quelle che articolano le parole “sulla nostra torre”).

In tal modo sarà anche dedotto il tempo dell’Introduzione Molto Adagio, confrontandola con il Poco meno adagio dell’entrata del Custode.
Sia l’aspetto ritmico che il rapporto autonomo con le situazioni contrappuntistiche che si possono trovare nell’orchestra e nel coro, danno alla voce un particolare spicco.
Esiste tuttavia un rapporto armonico molto chiaro con la parte strumentale, sebbene l’autore si riservi, nella costruzione della linea melodica, della voce, una grande libertà intervallare. Da questo punto di vista il trattamento della voce in Morte dell’Aria è più vicino al Pelleas et Melisande di Debussy o al Wozzeck di Berg, che non al recitativo dell’opera italiana.
La linea del canto infatti, deriva da una costellazione di note presenti nel tessuto orchestrale, che l’autore combina liberamente, in modo che esse siano compatibili con i processi armonici.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Goffredo Petrassi, ''Morte dell'aria''

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Informazioni tesi

  Autore: Aurora Sperduto
  Tipo: Laurea vecchio ordinamento (pre riforma del 1999)
  Anno: 1998-99
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Raul Meloncelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 153

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Parole chiave

teatro musicale
storia della musica
opera
musicologia
polifonia
coro femminile
goffredo petrassi
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