Trasformazioni economiche della Cina dalla fine dell'800 ad oggi

Nel 1960 la Cina decide di allontanarsi del tutto dall'URSS, il quale oramai era diventato un compagno scomodo, e di passare ad una collaborazione moderata con l'Occidente.
Anche se tale collaborazione ebbe i suoi effetti solo anni dopo, nel 1971 quando la Cina venne riconosciuta come membro dell'ONU. Questi furono anni decisivi per la riapertura dei confini con gli Stati Uniti, i quali avevano sempre considerato la repubblica popolare cinese un punto focale per il futuro.

Nel 1976 il padre della Repubblica popolare cinese, Mao Zedong, muore; con la sua scomparsa inizia un periodo di lotte interne per la successione al potere, che si concludono con il consolidamento del potere in mano al PCC.
La Cina, pur conservando la dittatura del PCC, apre sempre di più le sue frontiere verso l'estero. Infatti, gli Stati uniti iniziano ad investire ingenti quantità di denaro, fornendo specializzazioni tecniche, che vennero utilizzate per modernizzare soprattutto le industrie pesanti, divenute oramai obsolete.

Però a livello interno la Cina proseguiva con una drastica supervisione sull'opposizione, tant'è che è divenuta celebre la cosiddetta protesta di piazza Tienanmen, ossia una serie di manifestazioni popolari di massa culminate con l'esercito cinese che, armato di fucili e carri armati, aprì il fuoco verso i dimostranti. Tale protesta fu molto importante, nonostante l'esito, perché il mondo ebbe modo di venire a conoscenza della politica repressiva del governo cinese in tema di diritti umani e libertà di espressione. (Wikipedia.it)

Durante gli anni '90 si iniziano a intravedere gran parte delle decisioni sociali ed economiche attuate negli anni precedenti. Difatti la Cina è arrivata ad assumere una posizione predominante tra le più grandi potenze mondiali, per quanto riguarda la produzione dell'export e per il PIL.
Al momento fa parte dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), ossia i paesi emergenti che hanno il miglior tasso di incremento economico del mondo.
Anche se rimane ancora un Paese governato da un solo partito, in cui l'etnia Han domina sugli altri cinquantacinque popoli presenti nello stato.