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Prospettive evolutive dell'arbitrato marittimo internazionale

Arbitrato ad hoc e arbitrato amministrato

Una volta escluso quindi sia il ricorso all’autorità giudiziaria ordinaria sia ai meccanismi arbitrali interni all’ordinamento di una delle parti, occorre decidere quale sia il tipo di arbitrato più idoneo a soddisfare gli interessi delle parti. La distinzione riguarda due tipi di arbitrato: arbitrato “ad hoc” e arbitrato amministrato o istituzionale. Nell’arbitrato “ad hoc” le parti stabiliscono nella clausola compromissoria la disciplina tendenzialmente completa del meccanismo arbitrale. Oggetto della clausola riguarda sia l’ambito della competenza arbitrale sia le modalità di costituzione del collegio arbitrale ma anche le regole per lo svolgimento del procedimento arbitrale che le parti ritengono utile prevedere in aggiunta o in deroga alle norme di procedura applicabili, come le regole relative alla lingua del procedimento, alla sede dell’arbitrato. In un arbitrato “ad hoc” normalmente si da vita a una clausola notevolmente elaborata anche se a volte incompleta e imprecisa; questo accade sia perché è frutto di un negoziato tra le parti e quindi, di compromessi che possono riflettersi sulla chiarezza del testo, sia perché non sempre le parti hanno piena consapevolezza delle previsioni che è opportuno disciplinare con questa clausola. L’arbitrato “ad hoc” ha il vantaggio di esaltare l’autonomia privata e di ridurre i costi del procedimento, dato che non vi è un organismo deputato alla gestione delle controversie. Il limite però sta nella minore attitudine del sistema “ad hoc” a garantire l’effettivo svolgimento del procedimento stante l’assenza di un’autorità esterna alle parti, in grado di intervenire in caso di inerzia, malafede o difficoltà; infatti anche la redazione della clausola compromissoria necessita di una specifica professionalità e anzi, la pratica ci mostra che molti arbitrati muoiono per incapacità delle parti di redigere una clausola compromissoria o un compromesso. L’arbitrato amministrato è il favorito della pratica internazionale. L’istituzione che viene prescelta e il suo regolamento arbitrale si occupano di disciplinare l’intero procedimento nelle varie fasi, sia quella della costituzione del collegio arbitrale che quella del procedimento vero e proprio. L’istituzione interviene sia per superare l’inerzia o il disaccordo delle parti relativamente alla nomina degli arbitri, alla fissazione della sede, alla scelta della lingua ma anche per rimuovere ogni altro ostacolo che possa insorgere nel procedimento arbitrale. Questo tipo di arbitrato si muove nell’ambito di regole precostituite ovvero le parti operano un rinvio a dei regolamenti; come già rilevato poco prima, tendendo in considerazione che moltissimi arbitrati muoiono per incapacità delle parti di redigere una clausola compromissoria o un compromesso, l’arbitrato amministrato comporta un grande beneficio: sono gli organismi che amministrano questi arbitrati che predispongono clausole o compromessi evitando così errori spesso dovuti all’oscurità del linguaggio e all’inesperienza delle parti. Tale istituto infatti, è nato intorno alla metà del 1800 per sopperire a esigenze mercantili come rapidità della decisione, buona conoscenza dei problemi, costi contenuti.

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Prospettive evolutive dell'arbitrato marittimo internazionale

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Informazioni tesi

  Autore: Benedetta Landi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Sergio Carbone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 187

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