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Modello quasi-bidimensionale per la valutazione del rischio idraulico da esondazione fluviale nella Pianura Padana

Autorità sul Fiume

La necessità di un organo che si occupasse della gestione del fiume Po è stata avvertita per la prima volta già nel 1806, quando Eugenio Napoleone, Viceré d’Italia, aveva istituito un ―Magistrato civile per lavori generali che riguardano il grande sistema del Po‖, mentre a Parma aveva sede l’Ufficio di Ispezione superiore del Genio Civile per il Po.

Dopo l’Unità d’Italia, in occasione delle prime grandi piene del secolo, quelle del 1907 e del 1917, si sentì l’esigenza di individuare una struttura unica alla quale affidare il coordinamento unitario dell’attività idraulica di tutto il complesso denominato Bacino del Po. Nel 1924 fu quindi istituito il Circolo di Ispezione del Genio Civile per il Po, con sede a Parma, al quale vennero affidati i compiti di vigilanza sui progetti e sull’esecuzione delle opere riguardanti la sistemazione e la regolarizzazione degli alvei e sulla polizia idraulica in tutto il corso del Po e dei suoi affluenti.

In seguito alla catastrofica alluvione del 1951, venne istituito con la legge 735/56 il Magistrato per il Po e i suoi affluenti, il cui compito era coordinare le competenze dei vari organi preposti; le leggi 240/58 e 1484/62 lo trasformarono poi in un organo di amministrazione di tipo attivo con pieni poteri decisionali in materia di programmazione, esecuzione e gestione delle opere di difesa dell’intero bacino.

Tale ente, già organo decentrato interregionale del Ministero dei Lavori Pubblici, poi organo decentrato interregionale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell’Ambiente e del Territorio, dal gennaio 2003 è divenuto l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO), in attuazione di quanto previsto dall’art. 89 del decreto legge 112/1998. Le regioni interessate, ossia Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, hanno quindi recepito tale decreto attraverso leggi regionali (rispettivamente L.R. 38/2001, L.R. 5/2002, L.R. 42/2001 e L.R. 4/2002).

Parallelamente all’Agenzia opera l’Autorità di bacino del fiume Po, la cui attività principale, per effetto delle nuove norme sulla difesa del suolo (cfr. Legge 183/89), consiste nello studio e nella predisposizione del Piano di bacino e nella programmazione, nel coordinamento e nel controllo dei relativi Piani Stralcio a livello di sottobacino. Le principali attività dell’AIPO possono invece venire identificate con la progettazione ed esecuzione degli interventi sulle opere idrauliche di prima, seconda e terza categoria (si veda Testo Unico n. 523/1904) sull’intero bacino del Po, nonché con i compiti di Polizia Idraulica e Servizio di Piena sulle opere idrauliche di prima, seconda (Regio Decreto 2669/1937) e terza categoria arginata (art. 4 comma 10ter Legge 677/1996).

Dette attività vengono svolte dal personale idraulico lungo tutti i tratti arginati, che ammontano ad un totale di 3654 km, suddivisi in 94 tronchi di custodia (Ufficiali Idraulici) e 220 tronchi di guardia (Sorveglianti Idraulici). Le problematiche connesse con la stabilità arginale e la tutela delle opere idrauliche erano già note in tempi remoti, mentre gli interventi e i servizi di tutela, pur già esistenti, vennero sistematizzati su tutta l’asta praticamente dall’Unità d’Italia con l’istituzione degli uffici provinciali del Genio Civile e in seguito con l’emanazione del R.D. 25 luglio 1904 n. 523 (―Testo Unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie‖) e del R.D. 9 dicembre 1937 n. 2669 (―Regolamento sulla tutela delle opere idrauliche di prima e seconda categoria e delle opere di bonifica‖).

Tali disposizioni di legge, tuttora vigenti seppure con qualche integrazione e modifica, hanno regolato e regolano tuttora l’attività di Polizia Idraulica e Servizio di Piena. In particolare il R.D. 523/1904 all’art. 96 prende in esame e regolamenta tutte le attività che possono arrecare danni alle arginature. Il corpo normativo relativo alle materie di cui si occupa, a vario titolo, l’Agenzia Interregionale per il fiume Po si è via via arricchito nel corso degli anni; in particolare vale la pena di citare i contributi più recenti: la L. 183/1989 (―Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo‖), la L. 225/1992 (―Istituzione del servizio nazionale della protezione civile‖), la L. 36/1994 (―Disposizioni in materia di risorse idriche‖) e la L. 37/1994 (―Norme per la tutela ambientale delle aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle altre acque pubbliche‖). Di particolare rilievo risulta la prima, poiché, come già accennato, da essa vennero istituite le Autorità di bacino.

Tra i Piani Stralcio, invece, di primaria importanza risulta essere il ―Piano Stralcio delle Fasce Fluviali‖ (PSFF, 1995), in cui per la prima volta è stata introdotta, a livello di bacino, la suddivisione delle pertinenze fluviali in fasce aventi diverso grado di interesse da parte dei fenomeni di deflusso: Fascia A o di deflusso della piena ordinaria, Fascia B o di esondazione per la piena di riferimento (Trit = 200 anni), Fascia C o inondazione per piena catastrofica (Trit = 500 anni). Significativamente, all’interno di tali fasce sono state definite a norma di legge le attività ammesse e vietate, mettendo quindi definitivamente un freno alle pericolose intromissioni urbanistiche negli ambiti di pertinenza fluviale e alle attività antropiche, che spesso, nel recente passato, hanno messo a rischio l’equilibrio dei corsi d’acqua.

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Modello quasi-bidimensionale per la valutazione del rischio idraulico da esondazione fluviale nella Pianura Padana

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Carisi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Attilio Castellarin
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 209

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