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Analisi di un'unione di carpenteria

Carpenteria in Giappone

La prima domanda che ci si pone, è il motivo per cui il legno ha trovato un ruolo così primario nell'architettura tradizionale del Giappone quando in occidente, invece, è passato in secondo piano lasciando spazio allo sviluppo di costruzioni in pietra e laterizi.

La scelta del legno come materiale usuale per la realizzazione di edifici, oltre per la facile reperibilità, deriva principalmente dalla maniera in cui la tecnologia costruttiva continentale è arrivata sull'arcipelago. L'introduzione a partire dal VI secolo della tecnologia costruttiva dei templi Buddisti, giunta in Giappone dalla terraferma, ha portato un'importante innovazione tecnologica per quanto riguarda gli edifici in legno. In particolar modo, tali tecnologie hanno contribuito a migliorare notevolmente la versatilità e la durabilità degli edifici.

Queste innovazioni hanno portato ad incrementare il patrimonio culturale riguardante le lavorazioni del legno, già ben radicalizzate nella tradizione del Giappone.
Il punto fondamentale è che questa tecnologia innovativa è stata rapidamente assodata e sponsorizzata da scelte politiche che hanno permesso lo sviluppo e la nascita di istituti atti all'insegnamento di tali tecniche. Inoltre tali scelte hanno fatto emergere la figura dell'artigiano specializzato nelle tecniche di lavorazione del legno.

Questo materiale, in questo modo, è diventato la materia prima maggiormente utilizzata in ambito edilizio, mentre per la pietra, anch'essa facilmente reperibile in Giappone, l'impiego è stato limitato a pochi usi, quali cinte murarie, fondazioni e sentieri.

Altro motivo per cui questa materia prima si è diffusa ampiamente nel Paese del Sol Levante, è una motivazione spirituale. Per la religione shintoista infatti il legno è amato e rispettato in quanto è un organismo vivente. Una sorta di animismo che attribuisce agli alberi una personalità propria e poteri mistici. Questo legame spirituale è ad oggi ancora presente: infatti, quando un falegname abbatte un albero deve trapiantarne uno nuovo affinchè l'anima dell'albero abbattuto possa trasferirsi e continuare ad esistere.

Il falegname fa parte della classe di lavoratori degli artigiani (shokunin) ma in Giappone a tale figura è attribuita una forte etica professionale. Il codice etico, assieme alla coscienza sociale che questi lavoratori hanno, è coltivata fin dall'inizio del percorso d'istruzione in quanto a tali figure lavorative è richiesta estrema professionalità in ogni lavoro indipendentemente dalla sua importanza. Infatti se un falegname esegue un lavoro male, oltre a compromettere la propria reputazione, rovina anche la reputazione del cliente che gli ha affidato il lavoro e del maestro che gli ha insegnato l'arte della lavorazione del legno. In Fig. 4.19 è rappresentato un dipinto che illustra un gruppo di falegnami al lavoro degli inizi dell'800 che sottolinea l'importanza di tale mestiere nella cultura popolare giapponese.

Un'altra figura che possiede un ruolo fondamentale all'interno del processo di realizzazione di un qualsiasi edificio tradizionale giapponese, è il carpentiere ovvero daiku. Esistono diverse categorie di daiku a seconda della specializzazione, ovvero:

• sukiya daiku, tradotto letteralmente è il carpentiere che si occupa della realizzazione delle case da tè;

• miya daiku, tradotto letteralmente è il carpentiere che si occupa della realizzazione dei templi e santuari;

• sashimono-shi, ovvero il carpentiere debito alla realizzazione del mobilio;
tateguya, ovvero il carpentiere a cui spetta il compito della realizzazione delle finiture interne.

Il ruolo dei carpentieri risulta essere di fondamentale importanza, tant'è che il mastro carpentiere progetta e supervisiona la fabbricazione dei componenti. Inoltre essi si occupano della realizzazione delle connessioni tra gli elementi, aspetto indispensabile dal punto di vista strutturale.

Fabbricazioni degli elementi


Gli elementi vengono fabbricati nei laboratori dei carpentieri. Solitamente in prossimità dei laboratori vengono anche realizzati degli stabilimenti di grandi dimensioni che svolgono il ruolo di essiccatoi, in quanto gli alberi subiscono un processo di essiccazione che può durare fino a tre anni.
La lavorazione degli elementi è un processo meticoloso e non avviene mai in maniere frenetica, dato che un errore comprometterebbe l'intero pezzo senza alcuna possibilità di rimedio.

La vera e propria realizzazione del pezzo inizia dopo la creazione del modello. I tronchi che andranno utilizzati per creare gli elementi più imponenti vengono contrassegnati in anticipo e in seguito è scelto il legno per le altre componenti strutturali.

Il processo inizia con la preparazione del legno, nota come kidori, nella quale i carpentieri esaminano attentamente le caratteristiche del legno, come nodi e nervature. Il passo seguente consiste nel capire come il pezzo finale possa essere ottenuto dalla materia prima. Secondo molti artigiani, questa è la fase più importante dell'intero lavoro e richiede notevoli abilità di immaginazione. La preparazione del legno procede per passi, esportando parti di legno in modo graduale riducendo via via le dimensioni del tronco.

Completata la preparazione del legno, vengono trascritte le informazioni del modello sull'elemento che deve essere lavorato, tale fase è chiamata sumitsuke. Sulla superficie del pezzo vengono disegnate le linee guida per il taglio e tutte le notazioni utili.

Ogni pezzo richiede diverse fasi di taglio, piallatura e smussatura prima di essere completato.
Una volta completato l'elemento può essere colorato, se previsto del progetto.

Sukiya style


Lo stile Sukiya è uno stile architettonico che ha preso piede in Giappone a partire dalla fine del 1500.
Letteralmente la parola Sukiya significa "stanza da tè" o "casa da tè", finchè nella tradizione Rikiu il significato prese un valore più generale, ovvero "stile della casa da tè". Questo stile prevede l'utilizzo esclusivo del legno e in passato gli edifici venivano realizzati da carpentieri specializzati, Sukiya-daiku.

Questo stile si basa su concetti estetici di purezza e semplicità che hanno come scopo ultimo quello di armonizzare l'architettura con l'ambiente circostante.

Gli edifici che seguono questo stile sono realizzati in legno, generalmente lasciato nel suo stato naturale.
Il maggior esponente di questo stile architettonico è stato Yoshida Isoya il quale, attraverso l'integrazione delle nuove tecnologie costruttive alle tradizioni stilistiche del Sukiya style, ha definito una moderna concezione di questo stile architettonico.

In Fig. 4.20 è rappresentato un esempio di edificio realizzato secondo la moderna concezione del Sukiya Style. Osservando l'immagine si nota la semplicità dei dettagli che rendono un tutt'uno l'edifico con l'ambiente. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Bombonati
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2016-17
  Università: Politecnico di Torino
  Facoltà: curriculum strutturale
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Bernardino Chiaia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 105

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