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Amnistia Togliatti

Chi beneficiò dell'amnistia ?

Dai dirigenti statali fu auspicato un applicazione, dell'Amnistia Togliatti, che tendesse al rispetto del principio di uguaglianza.
Il tutto si fermò all'auspicio.

La realtà dei fatti, fu ben diversa da quanto auspicato dai dirigenti statali, (in particolare da Togliatti, che a volte sembrava quasi contraddirsi) come abbiamo avuto modo di rilevare fin qui, dell'amnistia beneficiarono solo gli appartenenti al fascismo e vertici militari della RSI.

In particolare ne beneficiarono alti dirigenti di partito, gerarchi, alti esponenti militari della Repubblica Sociale, quadri, squadristi, torturatori, delatori, e tanti altri che seppero approfittare del regime per perpetrare reati di ogni genere.

L'Amnistia Togliatti servì alla classe dirigente del ventennio fascista, compresi gli appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana, e questo ad un prezzo straordinariamente lieve per il contributo fornito all'instaurazione e al mantenimento della dittatura, nonché all'esacerbazione della guerra civile.

Alle esecuzioni di provvedimenti giudiziari, disposte a ridosso della liberazione, seguirono proscioglimenti indiscriminati di quanti si resero autori di delitti efferati, contro la popolazione inerme e contro coloro che reagirono in maniera decisa avverso lo stato dittatoriale della Repubblica Sociale Italiana.

Alla fine di luglio, beneficiarono dell'atto di clemenza, circa 220.000 persone, in stragrande maggioranza per reati di poco conto e infrazioni che tutto sommato non erano di gravi entità.

Ma non fu, il così grande numero di scarcerazioni, a destare malcontento, ma il rilascio di alcuni pericolosissimi personaggi, conosciuti a livello locale, quasi tutti appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana, e/o semplici (ma pericolosi) fiancheggiatori dei nazi-fascisti.

La magistratura, suo malgrado si ritrovò anch'essa nella morsa delle critiche dell'opinione pubblica, sulla base di proscioglimenti a dir poco “scandalosi”, desiderosi (soprattutto i magistrati delle corti superiori) più di voltar pagina che sospinti da un desiderio di chiarezza.

L'amnistia a mio avviso invece di unire, differenziò ancor di più le parti in lotta, sia per quanto riguarda l'intero periodo ventennale della dittatura che nel periodo 1943–1945, quando accrebbe lo scontro tra fascisti ed antifascisti.

Protagonista tipo, del nutrito gruppo dei collaborazionisti amnistiati, è (per fare qualche esempio) il sergente della gendarmeria germanica a Belluno, Arduino Pompanin, condannato nel settembre 1945 a vent'anni dalla Corte d'Assise Speciale, con doppie attenuanti generiche, per aver partecipato attivamente alle persecuzioni dei partigiani con violenza, minacce, percosse ai ricercati e ai loro familiari, e in più si rese responsabile, in un occasione, di aver sparato ripetutamente contro i partigiani [disarmati] che si rifugiarono in un fienile.

La Cassazione accertò le sue responsabilità, ma ne accolse il ricorso poiché, per quanto numerosi e gravi, furono, i delitti commessi dal Pompanin, in danno alla popolazione e contro lo Stato, tuttavia non si riscontrarono, nei reati da costui commessi, alcuna delle ipotesi ostativa all'applicazione dell'amnistia, ora in questo caso a mio avviso la Cassazione non interpretò in modo estensivo il dispositivo dell'Amnistia Togliatti, ma semmai era la stessa amnistia Togliatti a prevedere casi del genere, che in sostanza equiparavano l'operato degli squadristi fascisti all'obbligo dell'esecuzioni di ordini (legittimi) di tipo militari, riconoscendo di fatto provvedimenti della Repubblica Sociale Italiana.

Gli imputati disponevano della facoltà di rinunzia dei benefici del decreto di amnistia e chiedere la prosecuzione del processo per accertare la propria innocenza.

I pochi gerarchi che fecero uso della facoltà di rinunzia all'amnistia, furono tutti assolti con formula piena e alla soddisfazione del risultato raggiunto si accompagnò, spesso, l'indignazione per il tempo trascorso in carcere.

Diversi ex gerarchi decisero pertanto di espatriare, per rifarsi una vita e mettere a frutto, le ingenti, ricchezze accumulate durante il ventennio fascista. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Amnistia Togliatti

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Marchionne
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Aurelio Cernigliaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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