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Fake News, percezione e influenzamento dell'opinione pubblica nell'era digitale

Chi crede alle Fake News?

La teoria del doppio processo evidenzia come il ragionamento intuitivo e analitico convivano all'interno dello stesso individuo. Tuttavia, la preferenza tra impegno nel ragionamento analitico o tendenza all’intuizione varia a seconda del soggetto e del contesto. In linea con questa teoria, l'AGCOM ha stilato un Rapporto focalizzato sulla percezione e la disinformazione, andando ad individuare i soggetti più inclini alle fake news16. Il rapporto offre una visione complessiva della situazione italiana, partendo dai temi di maggiore sensibilità per la popolazione. In primo luogo, grazie all’analisi effettuata da Eurobarometro17, sono state individuate le aree tematiche su cui gli italiani sono più sensibili; la maggioranza della popolazione, ovvero il 59%, ritiene l’immigrazione un tema rilevante; il 49% la situazione economica e la disoccupazione per un 47% di persone.
Dopo aver identificato gli argomenti più sensibili, mediante domande specifiche quali la stima del numero degli immigrati rispetto alla popolazione italiana, la percentuale di disoccupati nel paese, la crescita del PIL o il numero di vittime del terrorismo, è stato possibile quantificare la percezione dell’entità dei fenomeni secondo i cittadini, così da poter confrontare i dati ufficiali e valutare la dispercezione18 relativamente ai temi in oggetto. Dall’analisi delle risposte, è emerso che quasi il 60% della popolazione italiana ha un livello dispercezione dei fenomeni superiore al valore medio, in particolare su questioni socioeconomiche sulle quali l’attenzione del cittadino è generalmente maggiore, come la disoccupazione, l’immigrazione, la criminalità, il terrorismo, l’inflazione e la situazione economica.
I motivi sottostanti all'associazione tra un maggiore interesse per un argomento e una maggiore dispercezione possono essere attribuiti al fatto che questi temi, grazie alla loro capacità di catalizzare l'attenzione, spesso occupano una posizione centrale nel dibattito pubblico e per questo sono relative ad essi anche le notizie negative. Questa combinazione di fattori può contribuire a sensibilizzare gli individui portando all’agire delle distorsioni cognitive e ragionamenti emotivi, con il risultato di sovrastimare la frequenza dei fenomeni negativi sviluppando visioni pessimistiche su argomenti sui quali si concentrano ansia e aspettative. Inoltre, anche la disinformazione si focalizza in genere su tematiche di questo tipo.
Come già discusso, le emozioni svolgono un ruolo cruciale nella percezione delle informazioni, e anche nella valutazione della realtà risultano altrettanto rilevanti. È stato dimostrato che persone senza occupazione lavorativa percepiscono la realtà in modo significativamente più negativo rispetto ad altre categorie di cittadini (occupati, studenti, pensionati) poiché questa condizione influenza non solo le condizioni materiali, ma anche lo stato psicologico.
L'educazione è altresì un fattore rilevante, poiché influenza maggiormente la componente razionale delle nostre decisioni. Infatti, coloro che possiedono un diploma o un titolo di studio inferiore, sono più inclini a una percezione erronea della realtà rispetto a chi possiede una laurea o un titolo superiore.

Dopo l’indagine iniziale che ha identificato gli argomenti più sensibili per la popolazione, evidenziando anche le prime differenze nell'approccio ai fattori reali in base al livello di istruzione e all'occupazione, la ricerca ha successivamente esaminato in dettaglio l'atteggiamento verso la disinformazione diffusa online. I partecipanti al sondaggio sono stati sottoposti a una serie di notizie riguardanti gli argomenti sensibili individuati, alcune delle quali erano vere e altre false, ma effettivamente diffuse nei media. Questa analisi ha permesso di sviluppare un indicatore che evidenzia l'errore di valutazione da parte degli individui quando ragionano sulla veridicità o meno di una notizia.

Considerando la distribuzione di questo indicatore, emerge che solo il 2% della popolazione ha dimostrato di essere in grado di riconoscere sempre le notizie vere da quelle false; oltre il 50% è stato ingannato almeno in 3 casi su 10. Anche in questa analisi, come per la dispercezione, è emersa l’importanza del titolo di studio sulla capacità di individuare l’affidabilità delle notizie.
Da questi dati emerge una diretta correlazione tra la dispercezione e l'errore nella valutazione delle notizie. Gli indicatori relativi alla dispercezione, che indicano che oltre il 60% della popolazione ha percezioni errate su alcuni fattori, e la percentuale di errore nel riconoscere le notizie false, evidenziano una connessione tra le credenze e le convinzioni riguardo a determinati problemi e la tendenza a elaborare informazioni in modo soggettivo, distante dalla realtà. Questo suggerisce, come evidenziato dalla ricerca, che migliorare la percezione della realtà aiuta le persone a ridurre il rischio di accettare notizie disinformative come vere. Allo stesso tempo, contribuisce a valutare in modo più oggettivo i fenomeni sociali ed economici.
Come visto, esistono diversi fattori che caratterizzano i soggetti più suscettibili alla disinformazione. Nella ricerca di Laera et al., pubblicata sulla Rassegna italiana di Criminologia, viene approfondita l'indagine sulla connessione tra aspetti emotivi e sensibilità delle fake news. In particolare, vengono esaminati i tratti di personalità19 più comuni tra gli utenti dei social media, ambiente in cui le fake news nascono e si diffondono rapidamente. L'obiettivo è comprendere le condizioni psicoemotive che spingono le persone ad avvicinarsi ai social media e a condividere notizie false20. Il modello principalmente utilizzato per l’individuazione dei tipi di personalità è il Big Five Model che classifica la personalità in cinque tratti fondamentali. Tuttavia, in relazione all'utilizzo dei social media, tre di questi tratti sono particolarmente rilevanti: i soggetti con alto livello di nevroticismo sono caratterizzati dalla tendenza all’ansia, alla depressione, all’impulsività. Sperimentano maggiormente emozioni negative e di solitudine21, e prediligono l’utilizzo dei social per la ricerca di fatti piuttosto che per l’auto-divulgazione di sé. I soggetti con tratti prevalentemente estroversi, contraddistinti da calore emotivo e istinto gregario, sono predisposti ad un certo impegno attivo nell’uso dei social media individuandone l’utilità e le opportunità22. I soggetti caratterizzati dall’apertura all’esperienza, vivono con maggiore curiosità i nuovi media e l’uso degli stessi, e si approcciano in maniera curiosa anche nei confronti di informazioni inaspettate e idee non convenzionali. Quest’ultimo tipo risulta essere maggiormente presente sui social proprio a causa della curiosità che lo contraddistingue verso l'esperienza.
I tratti di personalità caratterizzati da estroversione e nevroticismo mostrano una maggiore propensione a credere alle fake news. Questi tratti riflettono modalità di sentire, percepire, comportarsi e pensare, e si ipotizza che gli individui con alti livelli di estroversione e nevroticismo possano reagire emotivamente in modo più intenso alle informazioni emotivamente rilevanti. Questa intensità emotiva potrebbe ostacolare l'elaborazione razionale delle informazioni, aumentando la probabilità che accettino fake news come vere. I tratti di personalità hanno un ruolo anche nel comportamento di condivisione: gli individui caratterizzati da un alto grado di apertura all'esperienza tendono ad essere particolarmente curiosi e inclini a nuove idee. Questa spiccata curiosità aumenta la loro probabilità di condividere false notizie, in quanto più propensi a interagire con altri utenti e ad abbracciare concetti innovativi. D’altra parte, coloro che mostrano alti livelli di ansia tendono ad assumere un comportamento più controllato nella diffusione delle informazioni. Questa cautela contribuisce in misura minore alla diffusione della disinformazione.



16 ibidem
17 European Commission, Standard Eurobarometer 89, Public opinion in the European Union, March 2018
18 Alterazione della percezione; falsa percezione.
19 Intesi come modalità relativamente stabili di sentire, percepire, comportarsi e pensare in un’ampia gamma di situazioni (Lingiardi, Gazzillo, 2014)
20 Laera D. et al. Who believes fake news? Psychological and criminological aspects of the protagonists of the post-truth era
21 Bernardi – Social network: personalità digitale e stili di affiliazione - https://www.brainfactor.it/social-media-e-personalita/ ultima consultazione 30\07\23
22 ibidem

Questo brano è tratto dalla tesi:

Fake News, percezione e influenzamento dell'opinione pubblica nell'era digitale

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Informazioni tesi

  Autore: Aurora Liotti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi dell'Insubria
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Franz Foti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 186

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