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Cos'è la felicità?

Come poter essere felici

All'interno di questo ultimo capitolo verranno presi in considerazione degli studi che delineano delle possibili influenze sulla felicità delle persone.
In primo luogo, vedremo come il rapporto con il prossimo possa rendere più felici analizzando il rapporto tra felicità e altruismo e tra felicità ed empatia, ma tenendo anche conto dell'influenza dello stato relazionale della persona e persino della condivisione delle esperienze di felicità. In secondo luogo,vedremo con maggior chiarezza quali siano gli effetti benefici di pratiche meditative sul benessere delle persone.

Il rapporto con il prossimo
 
Molteplici ricerche hanno messo in luce il fatto che più un individuo si descrive come felice più è probabile che esso goda di una migliore salute fisica, maggiore soddisfazione, migliori prestazioni lavorative e migliori relazioni sociali. È, quindi, appurato "che le emozioni positive svolgono un ruolo essenziale nella creazione di forti legami sociali tra gli individui e influenzano immediatamente i comportamenti di interazione sociale (Tracy e Randles, 2011; Cohen e Mor, 2018)" (Li, 2021).

L'influenza dei legami interpersonali sulla felicità delle persone o, come in questo caso, sulla soddisfazione di vita è ben deducibile da una lettura dell'articolo di Zhu Xingxing e colleghi del 2018: "Together Means More Happiness: Relationship Status Moderates the Association between Brain Structure and Life Satisfaction". Ciò che in quest'ultimo è stato analizzato è proprio se le persone appartenenti al campione di ricerca (1113 giovani adulti) fossero soddisfatte o meno, se vi fosse una relazione con lo spessore corticale e se questo in qualche modo fosse associabile allo stato relazionale della persona (sposato o divorziato ad esempio).

Innanzi tutto, i partecipanti venivano sottoposti a una serie di scale, tra cui una per la soddisfazione della vita (parte cognitiva del benessere soggettivo del National Institutes of Health (NIH)Toolbox), una per il supporto sociale (scala delle relazioni sociali di NIH Toolbox) e una per lo stress percepito (Perceived Stress Scale (PSS)). Dopo di ciò venivano acquisite delle immagini tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI). La relazione tra soddisfazione per la vita (variabile indipendente) e lo spessore corticale (variabile dipendente) è stata indagata tramite modello lineare generale (GLM), mentre il ruolo della variabile stato relazionale è stato indagato tramite analisi di moderazione dalla quale è di fatto risultata essere un moderatore. Ciò che risulta dalle suddette analisi è un'associazione negativa della soddisfazione della vita con lo spessore corticale del giro frontale superiore sinistro (SFG) e del giro frontale medio bilaterale (MFG) coerentemente a studi precedenti che hanno messo in risalto il ruolo della corteccia prefrontale nella soddisfazione della vita individuale [...].

La terza variabile presa in esame, a differenza del supporto sociale, ha mostrato avere un effetto di moderatore sull'associazione tra spessore corticale e soddisfazione per la vita, ovvero lo stato relazionale della persona può andare a moderare tale associazione negativa. Anche lo stress percepito si è mostrato essere una componente influente in questa relazione, esso infatti se preso in esame come covariata va ad annullare il potere predittivo che hanno stato relazionale e spessore corticale sulla soddisfazione di vita. L'avere una relazione con un'altra persona per lunghi periodi come può essere quella all'interno di un matrimonio, quindi, "può fornire supporto emotivo e strumentale e alleviare lo stress, che contribuiscono tutti a una maggiore soddisfazione di vita (Kong et al., 2012b , Kong and You, 2013, Adamczyk e Segrin, 2015 , Soulsby e Bennett, 2015 , Burger e Samuel, 2017)" (Zhu, 2018).

Andando oltre al mero stato relazionale di una persona, si può andare a ricercare cosa succede quando due persone sperimentano insieme l'emozione positiva per eccellenza. Quest'ultimo evento è stato ampiamente studiato nell'articolo "Experiencing happiness together facilitates dyadic coordination through the enhanced interpersonal neural synchronization" di Yangzhuo Li e altri colleghi appartenenti alla Scuola di Psicologia e Scienza Cognitiva di Shangai nel 2021. Tali ricercatori si sono chiesti se fare esperienza di emozioni positive contemporaneamente a un altro individuo facilitasse la sincronizzazione neurale interpersonale (INS) e se, come conseguenza, ci fosse una facilitazione in un compito successivo richiedente cooperazione di una interazione di coordinazione tra i due soggetti.

L'attenzione degli studiosi per la sincronizzazione neurale interpersonale (INS) deriva da studi precedenti che hanno evidenziato come la sincronia sia frequente tra individui che svolgono le stesse attività o sperimentino le stesse emozioni e come questa sia rilevante dal punto di vista sociale, "a livello neurale, è stato riscontrato che la sincronizzazione neurale interpersonale (INS) facilita efficacemente il flusso di informazioni interpersonali nell'assumere le prospettive mentali e corporee degli altri e predire la qualità della cooperazione interpersonale (Cui et al., 2012; Pan et al., 2017)" (Li, 2021).

Il metodo da loro adottato si può dividere in due fasi principali: una prima fase dove a coppie di soggetti vengono fatti vedere filmati felici o neutri (utilizzati come controllo), il tutto sottoposti a questionario (per valutare l'effettiva esperienza emotiva) e a spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (fNIRS) con interesse a priori per la corteccia prefrontale (PFC) data la sua rilevanza per correlati neurali delle emozioni, a seguire la seconda fase che prevede un compito di pressione di un pulsante faccia a faccia sia di natura cooperativa che competitiva.

Ciò che risulta dalla prima fase è una sincronia neurale per i filmati felici, ma non per quelli neutri e l'INS rilevato era approssimativamente situato nel giro frontale inferiore (IFG) sinistro, "area generalmente considerata una componente del sistema dei neuroni specchio, che svolge un ruolo nell'intenzione condivisa (Tanabe et al., 2012; Cacioppo et al., 2014), nell'elaborazione sociale (Liu et al., 2015) e nell'empatia con gli altri (Decety, 2010; Asada, 2015)" (Li, 2021).

Dalla seconda fase dell'esperimento emerge che coloro che avevano mostrato un INS elevato nella prima fase entravano anche in una sorta di sintonia comportamentale nel momento in cui dovevano premere il tasto nel compito di cooperazione, i soggetti di fatti si coordinavano e aggiustavano tanto meglio quanto più i loro cervelli erano sincronizzati esplicando la presenza di una associazione tra INS e comportamento di cooperazione.

Questo studio, dunque, rivela che gli individui quando fanno esperienza di emozioni positive come la felicità possono sintonizzarsi cerebralmente con il loro prossimo (anche se sconosciuto) e questo guida loro ad essere più inclini alla cooperazione, in altre parole "quando gli esseri umani provano sentimenti positivi, la loro attenzione viene distolta da sé stessi verso gli altri, ispirando comportamenti più prosociali e prevedendo maggiori comportamenti di cooperazione interpersonale" (Li, 2021).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Cos'è la felicità?

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Informazioni tesi

  Autore: Egle Casavecchia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e Tecniche Psicologiche
  Relatore: Tessa Marzi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 36

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