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Tatuaggi e Modificazioni Corporee: Tra Cultura e Ricerca del Se'

Comunità indigene e modificazioni corporee

Per popoli indigeni o aborigeni o nativi oppure autoctoni (dal latino indigena, composto di inde, ivi, e -geno, nato, corrispondente latineggiante del lemma autoctono) si intendono quelle popolazioni le cui origini della presenza, in un particolare territorio, risalgono alla preistoria. Tuttavia il termine viene utilizzato in un quadro più ampio, a causa della difficoltà a stabilire la diretta discendenza del popolo nel territorio: esso viene così ad indicare l'anteriorità di occupazione di un territorio specifico rispetto al dominio coloniale.
Le comunità indigene sparse in tutto il mondo ricorrono alle modificazioni corporee più spinti da motivazioni legate a credenze tramandate piuttosto che per motivi puramente estetici.
Alcune decorazioni esprimono una rivendicazione di libertà personale e della propria unicità, ma la grande maggioranza di esse è posta in relazione con regole e tradizioni che contraddistinguono la persona come membro di un gruppo locale, oppure rivolta ad esprimere convinzioni religiose, magiche o spirituali, tra le quali allontanare lo spirito maligno e le malattie, apparire più forte davanti al nemico o l'animale da cacciare, acquisire poteri magici, e aumentare lo stimolo sessuale in se stessi e nel partner.
Nella comunità indigena dell'Africa subsahariana, la forma di modificazione del corpo tribale è la scarificazione ed è più comune del tatuaggio. È praticata tramite un processo di tagli della pelle molto profondi fino a causare segni permanenti. Le teorie attuali tra gli antropologi sul motivo per cui viene eseguita la scarificazione in questo popolo includono l'indurimento del corpo e il rito di passaggio. Il ragionamento dell'indurimento corporeo deriva dalla convinzione che lo stress fisico ed emotivo posto su un bambino in giovane età possa aiutarlo a sopportare lo sforzo fisico e mentale che incontrerà nella vita. Il concetto di rito di passaggio nasce dalla convinzione di trasformazione dopo aver attraversato fasi di sviluppo, dunque l'iniziazione e l'ammissione nella comunità tribale adulta.
Altra comunità indigena di notevole interesse la possiamo trovare in Etiopia dove vivono i Mursi; il loro territorio è particolarmente isolato e difficile da raggiungere e per questo, fino a pochi anni fa questa tribù, ha vissuto in una situazione di isolamento dal resto del mondo.
Questo isolamento ha permesso ai Mursi di giungere fino i giorni nostri con tradizioni e rituali immutati dai secoli passati. Le modifiche corporali di questo popolo sono principalmente di due tipologie: kitchoa e riru, le prime praticate su uomini e donne e realizzate a scopo estetico utilizzando una lama dopo aver sollevato la pelle con una spina ricurva mentre la scarificazione riru può essere praticata solo su uomini come simbolo di coraggio e forza e realizzata con la punta di una lama rovente. Diversi studiosi hanno notato un parallelismo tra le scarificazioni ruru degli uomini Mursi e le incisioni miren che vengono effettuate sul manto del bestiame. Anche il body painting, utilizzata nella comunità indigena dei Mursi e riservata ai soli uomini è utilizzata sia come fattore estetico con lo scopo di apparire più attraenti al sesso opposto, sia per ragioni pragmatiche e medicinali. Per eseguire la pittura corporea utilizzano la cenere dello sterco fresco di mucca che è stato fatto bruciare e l'argilla. Nello specifico la pratica viene realizzata quando un uomo vuole far sapere che sta cercando moglie e per mettere in mostra le prorpie abilità con il bestiame e nella vita domestica. Le donne Mursi, invece, in età di matrimonio cominciano ad incidere le labbra infilando piattelli sempre più grandi, che possono raggiungere anche i 20 cm. Sono fatti di terracotta e decorati e la dimensione è legata al rango sociale o alla dote e al fatto che hanno raggiunto l’età per procreare. Non sono comunque riservati alle occasioni speciali, ma vengono portati ogni giorno, rimossi per mangiare e ognuna decide fino a che grandezza arrivare. I dischi labiali vengono inseriti da sei mesi a un anno prima del matrimonio di una ragazza, di solito intorno ai sedici anni. È previsto un rituale di iniziazione che prevede la pratica di una piccola incisione di 1-2 cm di lunghezza nel labbro inferiore eseguito dalla madre o un parente. Viene inserito un forcipe di legno o un disco di ceramica che rimane per circa tre settimane fino a quando la ferita è guarita e si prosegue con l'inserimento di dischi sempre più grandi.
Spostandoci nella comunità indigena della Polinesia si nota, invece, come le modificazioni corporee sono rappresentate prettamente con i tautaggi. A carattere sociale, il tatuaggio, per questa popolazione, esprime una connotazione sacra poiché nel momento in cui un membro della società si sottoponeva alla pratica del tatuaggio, in contemporanea esso effettuava anche un rituale religioso.
Le due macrocategorie dei tatuaggi polinesiani sono: Enata e Etua. Per quel che riguarda la prima, si tratta di disegni che danno informazioni su luogo di nascita, stato sociale e obiettivi raggiunti nella vita; la seconda, invece, racchiude maggiormente la spiritualità del soggetto, richiamando principalmente a simboli di tipo religioso, o che comunque avevano la funzione di proteggere l’individuo che li indossava dagli spiriti maligni. All’interno dei tatuaggi polinesiani, la categoria più conosciuta è senza dubbio quella dei tatuaggi Maori. Si tratta di simboli particolarmente legati alla cultura di appartenenza, disegnati per segnare il passaggio dell’individuo dall’età infantile a quella adulta, ma questi tattoo proseguivano fino al momento della morte.
Il carattere protettivo del tatuaggio è un aspetto tutt'altro che irrilevante e si lega alla natura sacrale che queste tribù associavano a tale pratica poiché lo scopo primario intorno a cui ruotava la vita delle comunità polinesiane era la salvaguardia del mana, forza divina insita in ciascun essere. Lo strumento che consentiva la protezione di questo potere era il tapu rappresentato da un insieme di doveri e norme comportamentali che pervadevano la vita degli indigeni in ogni aspetto. Dunque mana e tatuaggio erano ineluttabilmente uniti tra loro: per i polinesiani il mana fluiva nel sangue come anello di congiunzione tra il mondo ultraterreno e il mondo dei vivi e rappresentava uno strumento che convogliava l'essenza degli Dei nel mondo degli uomini.
Dunque esplorare comunità indigene ci mette inevitabilmente di fronte a culture ben lontane dalla visione moderna spostandoci in una realtà colma di cultura, magia e credenze dove le modificazioni corporee sono espressione di passaggi che segnano l'uomo e dove nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio, ogni segno e ogni particolare che l'uomo e la donna scelgono di ricevere sul proprio corpo rappresenta un pezzo di vita che porteranno sempre con se con orgoglio e saggezza.

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Tatuaggi e Modificazioni Corporee: Tra Cultura e Ricerca del Se'

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Informazioni tesi

  Autore: Virginia Lucidi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica Internazionale Uninettuno
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Tancredi Pascucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 75

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