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L'impatto dell'ansia materna post-partum sulla qualità del bonding con il bambino

Conseguenze dell'ansia materna sulla relazione madre-bambino

Lo sviluppo della relazione tra caregiver e bambino è considerato un processo significativo dopo la nascita, che ha la specifica funzione di assicurare nutrimento e protezione e, di conseguenza, la sopravvivenza del bambino (Brockington, 2004; Dubber et al., 2015).
A tale scopo, è importante che la madre intrattenga con il figlio delle interazioni positive, caratterizzate dalla capacità di sintonizzarsi adeguatamente con i bisogni interni del bambino, al fine di fornirgli una corretta interpretazione dei segnali espressi (Le Bas et al., 2022). È importante, quindi, che la madre sia in grado di modulare i propri stati affettivi, con lo scopo di attuare una corretta interpretazione degli stati interni del bambino senza che si producano distorsioni di significato associate alla propria emotività (Tambelli et al., 2010). In tal modo, attraverso la disponibilità emotiva materna, si incoraggia nel bambino lo sviluppo progressivo della competenza di regolazione affettiva (Tambelli et al., 2010; Le Bas et al., 2022).

Risultano quindi fondamentali due costrutti che, se presenti, promuovono le interazioni positive madre-bambino: il concetto di sensibilità materna e il concetto di disponibilità emotiva materna.

La sensibilità materna è da intendersi come la capacità della madre di percepire con precisione i segnali espressi dal proprio bambino, interpretandoli correttamente e rispondendovi in modo adeguato e tempestivo (Ainsworth, Bell, & Stayton, 1971; Lambruschi, 2004; Camisasca, Di Blasio, & Miragoli, 2022). A seconda del livello di sensibilità materna, quindi, alcune madri sono in grado di cogliere il minimo segnale espresso dal bambino; altre, invece, riescono a percepire solo i segnali più espliciti e manifesti (Lambruschi, 2004). Una maggiore sensibilità materna è associata ad una maggiore capacità della madre di assegnare una corretta interpretazione ai comportamenti del bambino (Lambruschi, 2004).

La disponibilità emotiva materna, invece, si riferisce alla presenza supportiva della madre durante i momenti di esplorazione del bambino, caratterizzata da un'accettazione delle espressioni emotive, sia positive sia negative, che il bambino esprime, consentendogli di potersi esprimere in maniera adeguata e diversificata in base alla specifica situazione (Biringen & Robinson, 1991; Biringen, Derscheid,Vligen, Closson, & Easterbrooks, 2014). Si tratta, quindi, della sperimentazione di una connessione emotiva nel rapporto tra caregiver e bambino, all'interno di un clima di fiducia e supporto (Saunders, Kraus, Barone, & Biringen, 2015). All'interno di questa dinamica, il bambino ricopre il ruolo di agente attivo nella costruzione della relazione, in quanto le sue caratteristiche e i suoi comportamenti influenzano le condotte e le risposte del caregiver (Saunders et al., 2015).

Alcune madri, tuttavia, manifestano una difficoltà a sviluppare una relazione positiva e affettuosa con il loro bambino, esponendole al rischio di sviluppare un disturbo del legame (Tiez, Zietlow, & Reck, 2014). Tale disagio è descritto come una mancanza di sensibilità materna che conduce alla formazione di un bonding alterato, accompagnato frequentemente da sentimenti di irritabilità, ostilità, impulsi aggressivi o rifiuto nei confronti del bambino (Brockington 2004; Brockington et al., 2001; Hornstein, Hohm, & Trautmann-Villalba, 2009). In questo senso, problemi di salute mentale materna durante il periodo post-partum costituiscono un fattore di rischio per lo sviluppo del bonding madre-bambino (Tiez et al., 2014). Inoltre, numerose ricerche hanno evidenziato come la malattia mentale del genitore abbia un effetto negativo sulla formazione dell'attaccamento del figlio, a causa di una diminuzione del calore affettivo e della sensibilità e rendendo meno prevedibili i comportamenti genitoriali (Kumar, & Robson, 1984; Fleming et al., 1988; Society, 2004; McNamara et al., 2018).

I disturbi che maggiormente impattano sulle interazioni, e quindi sulla relazione, tra madre e bambino sono i disturbi affettivi (Figueiredo & Costa 2009; Dubber, 2015; McNamara et al. 2018). A scopo del presente capitolo, l'attenzione sarà rivolta specificatamente verso i disturbi d'ansia. Tuttavia, se numerosi studi si sono concentrati sugli effetti negativi della depressione post-partum, gli effetti deleteri dell'ansia sulla relazione madre-bambino non sono stati ben documentati in letteratura (Figueiredo & Costa 2009; Dubber, 2015). Inoltre, nei limitati studi che si sono focalizzati sull'impatto della sintomatologia ansiosa sui pattern interattivi durante i primi mesi di vita del bambino, i risultati appaiono poco omogenei e, talvolta, a causa di problemi metodologici di alcune ricerche, di difficile interpretazione. [...]

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L'impatto dell'ansia materna post-partum sulla qualità del bonding con il bambino

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Cannata
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia dello sviluppo e dei processi di tutela
  Relatore: Chiara Ionio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 110

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Parole chiave

progetto
ricerca
ansia
depressione
gravidanza
disturbi
post-partum
bonding
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