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L’architettura cimiteriale, rappresentazione e progetto. Il Cimitero dell’Ulivo di Fano

Cosa è successo a Fano?

L’eco del dibattito internazionale giunge anche nella nostra città. Nella mia attività professionale, sia pure in una condizione di solitudine per la mancanza di un dibattito culturale locale, era viva, tuttavia l’attenzione e lo stimolo per inserire le mie proposte architettoniche nella nuova realtà. Hans Sharon realizza in quegli anni la Philharmonie di Berlino puntando su forme apparentemente disarmoniche, dinamiche senza nessun riferimento a luoghi analoghi del passato.
Aveva già realizzato il liceo di Lunen, negli anni del dopo guerra, volutamente disarmonico,lontano da un ordine formale, senza corridoi e le aule sono disposte in maniera non ortogonale tra loro, per stimolare la crescita di sentimenti liberi dove l’architettura appoggia lo sviluppo democratico delle coscienze.
Avviene cioè un cambiamento delle forme che non è mai stato così violento, così forte e viene a cadere ogni riferimento formale alla progettazione del passato; è la prima volta che i progettisti si trovano a realizzare opere diverse, non più standardizzate. Si può sospettare, prevedere, sentire cosa è necessario fare, senza tuttavia conoscere né l’immagine né la forma di ciò che alla fine giungerà, che non avrà una forma conosciuta, sarà diverso da tutto ciò al quale siamo stati abituati.
Questo nuovo modo di fare arte e architettura è un fenomeno internazionale, condiviso anche da poeti, scultori, pittori come Calder, Moore, Burri,… che lasciano le vie più consolidate per avventurarsi in forme e contenuti fortemente innovativi. Analogamente l’urbanistica contemporanea, le nuove abitazioni non sono uguali a quelle del passato e questo spesso porta la maggior parte di noi a dire : “non ci piace”, ma il “non ci piace” è solo una povertà nostra; non abbiamo la grammatica per poter leggere gli edifici contemporanei. La nuova espressione architettonica risulta diversa; non la capiamo e, non avendo il linguaggio per governarla, diciamo che non ci piace, ma si tratta di un giudizio frettoloso e inadeguato.
Parlando di un nuovo quartiere, ad esempio quello di Fenile, si è solito dire che è una bella frazione di Fano, ma che c’è però un distributore di benzina al suo ingresso…, io vorrei togliere quel però, per dire che c’è un ingresso caratterizzato da una “stazione di posta”, e pensare questo nuovo luogo, come punto di riferimento di entrata e di uscita che non è poi così diverso da ciò che in passato ha rappresentato l’ingresso, la porta da oltrepassare per giungere all’interno del nucleo abitativo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’architettura cimiteriale, rappresentazione e progetto. Il Cimitero dell’Ulivo di Fano

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Pettinari
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università Politecnica delle Marche
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria Edile-Architettura
  Relatore: Paolo Clini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 195

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