L’Evoluzione della fotografia: Trasformazioni di significato e mediali a servizio della costruzione della realtà

Abbiamo detto che le dimensioni di conformità rispondono al bisogno individuale di identificazione con un gruppo, eppure ogni individuo cerca in tutti i modi di essere unico, inimitabile. Questa contraddizione nasce dalla necessità di negoziare la nostra identità, meccanismo che avviene molto meno consciamente di ciò che si crede. Il soggetto sceglie (o crede di scegliere) il mondo alla quale appartenere, costruendo intorno a sé un castello di verità che tenderà a rafforzare e a dimostrarne la giustezza.

Tutto ciò avviene attraverso automatismi cognitivi , grazie alla quale si oggettivizzano le categorie sociali che si offrono alla cognizione. La teoria di Tajfel definisce l’identità sociale come quella parte della percezione del Sé che deriva dalla consapevolezza di
appartenere a un gruppo sociale definito e specifico. L’esser membri di categorie sociali significa che, ogni qual volta avviene una comunicazione tra due individui, sarebbe impensabile non essere influenzati dalle categoria sociali che si attribuiscono vicendevolmente.

Le categorie sociali possono essere delle più disparate, dal gruppo etnico al credo religioso, dallo stato economico al tipo di figura professionale che si ricopre, ognuna di queste descrive e racconta una parte del soggetto e rende la comunicazione compromessa dal pregiudizio. L’approccio di Turner e Tajfel però presuppone delle categorie “stabili” entro cui l’individuo si inscrive. Come vedremo il web regala categorie sociali molteplici e in continuo mutamento, da renderne sempre più difficile la categorizzazione statica dei soggetti. Ma, da miseri cognitivi, ogni soggetto sarà comunque portato inevitabilmente ad attribuire all’altro una o più categorie (fedeli o meno che siano).
Proprio perché l’identità sociale si negozia durante il confronto con l’altro, Giuseppe Riva spiega:

L’identità di ciascuno di noi è il risultato dell’interazione tra l’identità personale (la consapevolezza delle caratteristiche del Sé che corrispondono alla persona unica e individuale) e identità sociale (la consapevolezza delle caratteristiche dei propri gruppi sociali di riferimento nelle varie situazioni di vita quotidiana).

Secondo Giuseppe Riva, la costruzione dell’Io deriva da quattro dimensioni della narrativa, che permettono l’interazione tra io e società. Con la narrativa individuale , l’elaborazione cognitiva singola permette di guidare l’individuo nelle azioni, di interpretare situazioni o costruire visioni del mondo; la narrativa sociale permette di costruire una struttura basata su memi che edificano la cultura di riferimento; quella che va dal sociale all’individuo si lega ai processi di posizionamento e internalizzazione; quella che va dall’individuo al sociale permette il processo di esternalizzazione. Come spiegano Ciceri e Antoniotti:

Il nostro Sé si forma e si evolve tramite le attività mentali proprie della competenza narrativa. Da un lato, infatti, comprende e organizza e significati (ricerca interpretazione) e, dall’altro, mediante la negoziazione e la transazione, nell'interazione con gli altri, incontro e si avvicina ai significati altrui e a nuove e condivise visioni del mondo.

Queste dinamiche di costruzione della realtà (e quindi anche del Sé) e di rapporto individuo/società basate sulle narrative, con la nascita della realtà virtuale, avranno stessa matrice di elaborazione, in quanto le attività cognitive dell’uomo non cambiano, ma muterà con il variare degli effetti che i nuovi media avranno sui soggetti.