Graffiti e murales a Bologna e nel web

A questo punto è necessario cercare di delineare una definizione di urban art. Per capire il fenomeno delle scritte sui muri è importante trovarne i confini onde evitare sovrapposizioni con altre pratiche simili come il tagging e il writing. Inoltre ci aiuterà perché la forma espressiva e le sue regole sono strumentali al significato inteso dall’autore. Sulla questione della definizione delle sotto categorie dell’arte murale non c’è un punto d’accordo in ambito accademico tuttavia è degna di menzione la definizione usata dal filosofo Nicholas Riggle: “un’opera d’arte è street art quando l’uso stesso della strada fa parte del suo significato” (Riggle, 2010). Questa definizione introduce un tema importante su cui questa ricerca è basata ovvero il ruolo del luogo nel senso complessivo dell’opera. È perciò importante sottolineare che due delle quattro pagine più seguite in ambito di scritte sui muri sono site specific, ovvero inserite in un preciso luogo (Bologna) e in continuo dialogo con esso. Questo dato dimostra quanto il luogo influisca sul senso complessivo dell’opera che risulta addirittura più appetibile. La localizzazione della scritta dà un valore aggiunto similmente a quanto accade in altre forme d’arte come la musica pop. Questo aspetto tornerò a sottolinearlo in altri paragrafi successivi.
Un altro motivo che deve spingerci a definire e delineare i confini dei sottogeneri dell’arte urbana sono legate all’uso ritualizzato che viene fatto dal pubblico dei diversi tipi di intervento visivo. Nelle parole del sociologo Nick Couldry: “la categoria è un meccanismo fondamentale grazie al quale le pratiche ritualizzate riproducono il potere incorporando categorie che servono a contrassegnare il mondo in modi particolari”. Aggiungo che è ormai divenuto rituale il processo di condivisione delle scritte murali in quanto è una performance schematizzata come mostro nel capitolo dedicato all’”analisi del paratesto”.