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Raccontarsi attraverso l'arte, il counseling nel processo esperenziale dell'espressione artistica

Descrizione e formazione dell’immagine mentale

Stephen M. Kosslyn è stato uno psicologo statunitense che ha dedicato molto del suo lavoro e una grande mole di esperimenti allo studio delle immagini nella mente. Il suo studio partiva con il paragonare il cervello ad un computer più precisamente l’attività del cervello all’attività del computer. In questo contesto possiamo considerare il cervello come l'hardware e il suo processo, quindi il "software", come la mente.
Dai suoi esperimenti possiamo affermare che le immagini mentali si realizzano su un mezzo spaziale, virtuale e misurabile; hanno una grana quindi una definizione; hanno forma ed estensione; sono generate attivamente e progressivamente a partire dalle sezioni di cui sono composte; si possono ruotare e trasformare in diversi modi.

Un’immagine mentale non si forma tutta insieme ma si compone a partire dalle singole parti di cui è formata, ipoteticamente queste parti sono raggruppate in categorie e sottocategorie.
Le immagini mentali non sono delle vere e proprie fotografie, né sono osservate da un “occhio nella mente”. Possiamo piuttosto paragonarle alla cinematografia, poiché possono ruotarsi, perché è possibile zoomare un parte piuttosto che un’altra. Se qualcuno dovesse chiederci “di che forma sono le orecchie di un pastore tedesco?”. È probabile che almeno una volta nella nostra vita ne abbiamo visto uno.
Questa informazione è sufficiente e necessaria per far partire in noi uno stimolo. Andiamo alla ricerca di un immagine già immagazzinata nella mente e questa viene riprodotta, a questo punto basterà zoomare nella testa e vedere la forma delle orecchie. Quindi nel nostro cervello possiamo immaginare una sorta di archivio cine-fotografico.

Ma la nostra mente è anche capace di creare immagini che non abbiamo mai visto. Per esempio proviamo a immaginare un elefante che indossa una tuta e corre con una bandana in testa per trattenere il sudore, si trova nel parco insieme a tanta altra gente che corre.
Probabilmente non abbiamo fatto fatica a vedere questa scena e siamo totalmente consapevoli che essa è una immagine che non corrisponde alla realtà.
Ma come è stato possibile crearla? La risposta più plausibile sembra essere la seguente: nella nostro cervello, nella sezione del nostro archivio, sarebbero già presenti tutti i particolari che ci sono serviti a creare questa scena, abbiamo semplicemente creato, messo insieme pezzi diversi formando una nuova immagine.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Raccontarsi attraverso l'arte, il counseling nel processo esperenziale dell'espressione artistica

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Informazioni tesi

  Autore: Giovanni Conte
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Stefano Ferrari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 62

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