Attorno al Mediterraneo

L’artigianato, come abbiamo visto, ha sempre svolto un ruolo importante al fianco del design anche se i molteplici fattori che hanno distinto quest’ultimo hanno avuto spesso una spiccata propensione per la produzione industriale, soprattutto nel periodo della grande produzione di massa. Se, “Secondo Francois Burkhardt, studioso del design, negli anni passati direttore di Domus, il recupero dell’artigianalità può avvenire sul recupero delle identità culturali, il problema è come affiancare agli universalismi le culture radicate e come renderle attrattive. Viene in aiuto un fatto acquisito: a una cultura monolitica centralizzata e fondata sul concetto di uniformità - l’industrializzazione -, succede comunque una cultura sulla differenziazione e sulla specificità - post industrializzazione -. Dunque il momento sembrerebbe favorevole”.
Il design con e per l'artigianato, è sicuramente uno degli ambiti di opportunità di intervento in cui questo può giocare un ruolo significativo, grazie alle sue caratteristiche di apertura e di continua trasformazione con la realtà che rendono questa disciplina transdisciplinare. -Seassaro 2009-.
Del resto dalla storia del design possiamo dedurre che il cambiamento, la trasformazione, sono state le caratteristiche della disciplina fin dalle sue origini.
Nei precedenti capitoli abbiamo visto come la relazione tra design e artigianato si sia con il tempo trasformata ed evoluta: dalle rivendicazioni delle Arts and Crafts, la coniugazione di arte e tecnica tentata dal Werkbund al Bauhaus, l’importanza dell’artigianato nel design scandinavo e sopratutto in quello italiano che ricordiamo vide in quella “terza forza produttiva” il vero motore del suo sviluppo.
Come ricorda Maffei: ”A partire dall’inizio del secolo – ‘900 - ,infatti, la relazione diatica tra progetto arts&crafts da una parte e industria dall’altra ha caratterizzato l’evoluzione della disciplina […] almeno fino alla fine degli anni settanta quando l’architettura, il design radicale e le avanguardie artistiche hanno messo in discussione la progressione e la naturalità di questo rapporto”.
Maffei nel suo scritto ci ricorda come il lungo dibattito sul rapporto arte e industria, affrontato dalle riviste Casabella – diretta da Tomàs Maldonado – e Domus – diretta da Alessandro Mendini -, ha rappresentato il confronto tra una visione progressiva moderna, che vedeva nel rapporto con l’industria l’unico modo per realizzare l’utopia modernista di democratizzazione della cultura materiale, e, dall’altra parte, una visione critica anticipatrice che intravedeva già la complessità del post-industrialismo.
Per una schiera di progettisti quindi l’aggettivo artigianale ha costituito un alto riconoscimento della propria attività, mentre, altri, favorevoli allo sviluppo della società industriale produttrice di massa, hanno considerato il termine artigianale come un qualcosa di marginale, obsoleto. [...]