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Il mercato internazionale delle sementi e la brevettabilità delle risorse fitogenetiche quali elementi strategici per il controllo globale della produzione agricola e dell'alimentazione

Diffusione delle sementi commerciali e sicurezza alimentare nei PVS

Quanto detto fin’ora, riguardo le conseguenze dell’introduzione delle sementi commerciali brevettate, non ha ancora permesso di chiarire la questione fondamentale delle ragioni della diffusione di tali sementi nei PVS, che risulta particolarmente importante per rispondere alle argomentazioni di coloro che ritengono che non esistono rischi di dipendenza dalle sementi commerciali da parte dei piccoli agricoltori affermando che questi “non sono obbligati ad acquistare sementi brevettate solo perche queste sono disponibili” (De Schutter, 2009. Nel rispondere a questa domanda risulta molto interessante il contributo di Olivier De Schutter, relatore speciale dell’ONU sul diritto all’alimentazione, nel report “The right to food – Seed policies and the right to food”) che risponde alla precedente affermazione ricordando che “questo presuppone che gli agricoltori abbiano reali alternative all’acquistare i semi dal mercato”. Infatti, continua De Schutter, la coesistenza tra i sistemi di sementi contadine, operanti in modo informale tra agricoltori a livello locale o di comunità, e il sistema di sementi commerciali è spesso problematico.

Secondo il relatore speciale dell’ONU la diffusione delle sementi commerciali è stata incoraggiata dalle pubbliche autorità attraverso vari meccanismi e strumenti:

- l’approvazione di legislazioni per la protezione dei diritti intellettuali che sovente limitano o eliminano il privilegio dell’agricoltore;

- l’utilizzo di sussidi statali nei quali gli agricoltori ricevono sementi commerciali come parte di pacchetti che comprendono anche crediti, fertilizzanti e pesticidi. I piccoli agricoltori del PVS sono ben felici di accettare tali sussidi in quanto spesso questo è l’unico modo a loro disposizione per accedere a crediti/prestiti e quindi, indirettamente, accettano di iniziare a produrre con sementi commerciali invece che contadine;

- le varietà tradizionali contadine sono escluse dalle liste ufficiali delle sementi approvate dai governi e da questi utilizzate per i programmi pubblici di distribuzione delle sementi.

Il risultato finale di tali meccanismi è la progressiva marginalizzazione o scomparsa delle varietà locali che, oltre ad essere di importanza fondamentale per la resilienza dei sistemi agricoli, rappresentano l’unica alternativa disponibile all’acquisto di sementi commerciali e quindi all’entrata nel circolo vizioso delle dipendenza dal mercato e dai prezzi imposti dalle multinazionali che lo controllano.
Infine il Relatore Speciale dell’ONU afferma che, nonostante queste tendenze potrebbero essere considerate coerenti con un idea lineare di sviluppo fondato sulla sostituzione delle sementi tradizionali con varietà commerciali ad alta resa, quest’idea stessa di sviluppo è alquanto problematica oltre che in un ottica di dipendenza degli agricoltori, anche riguardo alla sicurezza alimentare. I sistemi di sementi contadine infatti risultano estremamente importanti per gli agricoltori poveri che coltivano in una situazione di scarsità di risorse e condizioni ambientali estreme, garantendo loro la possibilità di produrre grazie a varietà locali altamente adattate sia alle condizioni atmosferiche che alle esigenze locali. Inoltre, conclude De Schutter con riguardo alla sicurezza alimentare, “la produzione non può essere discussa separatamente dalla distribuzione. Mirare al raggiungimento della sicurezza alimentare solamente fornendo agli agricoltori sementi che garantiscono un alta resa in determinate condizioni, significa affermare che il problema della sicurezza alimentare è solo un problema di produzione, mentre il problema dell’accessibilità è il nodo centrale”. Quindi tale visione di sviluppo omette una domanda fondamentale “Chi beneficerà dell’accresciuta produzione? E il reddito di quale gruppo aumenterà in relazione agli altri?”.
In effetti il tema della dipendenza dalle sementi commerciali porta a discutere di un’altra fondamentale forma di dipendenza, ossia la dipendenza dalle esportazioni, tipica di quelle agricolture, specie nei PVS, che hanno seguito il modello di sviluppo basato sull’aumento della produzione e sulle sementi commerciali ad alta resa, e quindi hanno iniziato a produrre non più per garantirsi la sicurezza alimentare, ma per l’esportazione.
L’agricoltura finalizzata all’esportazione sottintende due condizioni fondamentali: l’introduzione di un modello di produzione agro-industriale e l’aumento della dipendenza dal mercato.
Nello specifico l’introduzione di un modello di produzione agro-industriale, significa un agricoltura altamente meccanizzata fondata su grandi monoculture, su grandi quantità di input chimici e su sementi adatte a massimizzare la resa di questi ultimi. Tale situazione ha almeno due conseguenze rilevanti: da un lato introduce una produzione agricola altamente dispendiosa, inadatta ai piccoli agricoltori dei PVS, che produce colture che non contribuiscono alla sicurezza alimentare, ponendo problematiche estremamente rilevante in Paesi dove ancora esiste un alto tasso di denutrizione; dall’altro lato l’elevata necessita di input esterni all’azienda agricola genera una forte dipendenza dal mercato, spesso dominato da poche multinazionali, per l’acquisto di questi ultimi.
In secondo luogo producendo per l’esportazione, si aumenta inevitabilmente il proprio grado di dipendenza dal mercato agricolo mondiale che, specialmente nell’attuale situazione di enorme volatilità dei prezzi non garantisce una sicurezza di reddito per gli esportatori.
Il risultato è, da un lato la perdita dei sistemi agricoli tradizionali, fondati su un estrema varietà di colture, capaci di garantire la sussistenza a livello locale e che tutt’oggi nutrono almeno un miliardo e mezzo di persone nei paesi più poveri del mondo; dall’altro la crescente dipendenza degli agricoltori e dei PVS dal volubile mercato internazionale, sia per l’acquisto di input che per la vendita dei propri prodotti, che accresce la vulnerabilità alimentare ed economica di questi Paesi.
Un ulteriore conseguenza non irrilevante dell’introduzione di modelli di produzione agro-industriali finalizzati all’esportazione è la perdita della sovranità alimentare. Questa tende a scomparire di pari passo con le sementi contadine e alle varie forme di agri-cultura ad esse associate, attraverso quel processo di sostituzione dei molteplici e differenziati sistemi agricoli locali con modelli di produzione agro-industriali che uniformano sia le colture che i metodi agricoli utilizzati e staccano la produzione di cibo dalle necessità alimentari e culturali del luogo dove questa avviene.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il mercato internazionale delle sementi e la brevettabilità delle risorse fitogenetiche quali elementi strategici per il controllo globale della produzione agricola e dell'alimentazione

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Palma
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze per la cooperazione allo sviluppo
  Relatore: Simone Vieri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 129

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Parole chiave

agricoltura
brevetti
agribusiness
monsanto
sementi / semi
alimentazione / produzione agricola
sovranita e sicurezza alimentare
oligopoli / monopoli
effetti della concentrazione del mercato
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