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Il documentario di creazione: Un Murales una Storia dall'idea alla distribuzione

Diffusione e distribuzione del film documentario

Diffusione: il termine fa pensare ad un’attività sostanzialmente disinteressata: “la diffusione delle idee”.
Distribuzione: “l’insieme delle attività commerciali e di servizio che trasferiscono i prodotti dalla produzione al consumo”. Uno degli esempi citati nel dizionario è proprio “distribuzione di film”.

Si entra nella fase conclusiva del processo produttivo (che non è necessariamente commerciale). Il film è pronto per essere visto da spettatori coscienti o passivi, fruitori o consumatori. La fase della distribuzione è presente in tutti i film, senza eccezioni, dal film familiare al documentario autoprodotto al film fiction di altissimo costo.
La fase della diffusione presenta caratteristiche molto diverse a seconda del tipo di film. Nel film documentario la diffusione presenta difficoltà consistenti rispetto altri generi. “Anche quando il film aveva come unico supporto la pellicola, la visibilità del documentario era molto bassa. Leggi “protezionistiche” cercavano di assicurare al film documentario una presenza nei programmi della proiezione pubblica, che per un lungo tempo fu composta da un film lungometraggio di finzione, un film documentario e un cinegiornale. […] La qualità dei documentari ammessi alla sala cinematografica era per lo più molto bassa, con temi di scarsissimo valore. […] Il documentario serio, quello socio-antropologico, quello etnografico, quello storico, di ricerca, di sperimentazione, praticamente non appariva sugli schermi italiani. Si aggiungevano anche interventi censori per quelli politicamente più critici, soprattutto quando trattavano temi di fascismo, della guerra, della Resistenza. Anche allora, qualche proiezione privata, qualche presenza nei festival nazionali e internazionali, che allora erano in numero molto ridotto”.
Lo sviluppo della televisione modificò tutto. Malgrado la prevalenza in RAI del potere democristiano, e quindi con la presenza ripetuta di forme di censura, soprattutto nella fase dell’ideazione, la qualità della produzione filmica d’inchiesta raggiunse livelli assai alti. Esempio sono i Viaggi di Mario Soldati (Viaggio nella valle del Po alla ricerca dei cibi genuini, 12 puntate nel 1957-58, o di R. Rossellini (La lotta dell’uomo per la sua sopravvivenza 1970).
Ancora oggi rimane il problema della visibilità del documentario e di come la maggioranza degli spettatori lo considerano. In Italia la situazione è più grave che altrove.

IL QUADRO DEI MERCATI
Il protagonista dei mercati di distribuzione dei film continua a essere il film lungometraggio di finzione.
La situazione attuale è la seguente:
⁃ continua a esserci la diffusione nelle sale cinematografiche, anche se sono cambiate le modalità poiché si sono diffuse le multisala
⁃ si è estesa la diffusione in luoghi collettivi, basi militari e caserme, carceri, alberghi e luoghi similari, aerei, navi e treni
⁃ il mercato maggiore della diffusione di film è diventata la televisione che li trasmette
• via etere accessibili a tutti e non a pagamento
• via digitale terrestre, alcuni gratuiti altri a pagamento
• via etere o via cavo o satellite con canone (con possibilità di scelta dell’utente)
• via Internet.

Un altro mercato di grandi dimensioni è diventato l’home video consistente nell’acquisto o nel noleggio individuale di DVD o Blu ray e avviene in edicola, libreria, nei supermercati, nelle videoteche e in distributori on line come Amazon (molto fornito di film documentari sia italiani che internazionali) o altri.
Si cominciano a vedere anche film sui video cellulari. Esiste poi lo sfruttamento di sequenze di film documentari come materiale di repertorio per la loro inclusione in altri prodotti filmici e multimediali.
I vari tipi di proventi sono quantificabili rispetto il mercato complessivo in queste percentuali:
- incassi sale cinematografiche -> 30%
- vendite e noleggi home video -> 25%
- diritti per trasmissioni tv in chiaro -> 40%
- diritti per trasmissioni TV a pagamento -> 5%
Questi valori sono comunque riferibili solo a film commerciali, destinati a una visione a pagamento.

LA DIFFUSIONE DEI FILM DOCUMENTARIO
La diffusione del documentario si presenta in forma molto diverse, assai ridotte sotto il profilo economico, tanto da giustificare anche sotto questo aspetto la definizione riduttiva – formato ridotto – con cui è stato definito quel cinema documentario che per ragioni operative e anche naturalmente economiche, sceglieva il formato 16mm della pellicola, ridotto rispetto i 35mm del superiore film da sala. È una rilevazione valida sia in passato sia per il presente, senza sostanziali modifiche.
La situazione italiana presenta aspetti particolarmente critici rispetto alla situazione europea, dove maggiore è l’interesse per il cinema documentario delle istituzioni nazionali e territoriali e delle reti televisive. Ne è un esempio Arte, associazione della TV europea, finanziata dalla Francia e Germania, che riserva un ampio spazio alla messa in onda di film documentari.
In Italia si presentano le possibilità di diffusione collettiva ed individuale quali: la distribuzione in sala, la trasmissione in televisione e sul web, la distribuzione editoriale DVD, i festival e le manifestazioni, la scuola. Relativamente a quest’ultimo aspetto: le dimensioni del sistema scolastico, il rinnovarsi continuo dei suoi frequentatori, la doppia natura che le scuole possono assumere davanti all’audiovisivo, di fruizione e di produzione, lo rendono forse anche per il film documentario il più vasto mercato culturale.

I FESTIVAL E LE MANIFESTAZIONI
Per molti film documentari, la diffusione comincia con la loro presentazione in uno dei numerosi festival audiovisivi che si svolgono in Italia o in manifestazioni e rassegne di vario tipo.
È bene per un film documentario partecipare a più festival, tale opportunità accresce le occasioni di visibilità. Nella difficoltà di vedere documentari in Italia i festival diventano gli occhi dei filmaker, una possibile rete, un piccolo mercato anche se solo espositivo e non redditizio economicamente.
Elementi di valutazione interessanti sono rintracciabili anche nella partecipazione a festival internazionali, soprattutto per quei film documentari legati a tematiche di grande attualità politica, in particolare, nei paesi luoghi di conflitti: riconoscimenti ottenuti in queste circostanze possono aiutare anche una diffusione in paesi stranieri.

LA DISTRIBUZIONE NELLA SALA CINEMATOGRAFICA COMMERCIALE
Nelle sale cinematografiche commerciali la possibilità per un film documentario di essere distribuito è legata alla sua durata di lungometraggio, e comporta la stampa di copie in pellicola. Essa si manifesta per quei prodotti che possiedono caratteri tali da far sperare in incassi significativi, avendo acquistato una precedente visibilità per motivi diversi (il tema, le informazioni diffuse dai media, il nome del regista, i premi ottenuti, ecc.). In ogni caso per i film documentari cortometraggio questa possibilità è praticamente inesistente. 


La diffusione in sale cinematografiche "alternative"
Esiste un circuito di sale cinematografiche alternative. Il termine “alternativo” risale agli anni tra il 1950 e il 1960. Sono i cinema d’essai, i cinema club e i cineforum. Una delle associazioni più ricca di sale è costituita dai circoli UCCA (Unione dei circoli per il cinema dell’Arci). L’Arci interviene fin dalla sua costituzione diffondendo il film documentario. L’UCCA, inoltre, diffonde anche opere che seleziona attraverso concorsi tra questi è Il mio paese (Italia 2006 ) di Daniele Vaccari che ha ottenuto anche il Premio Donatello come miglior documentario del 2007. È un’inchiesta sui problemi del lavoro in Italia descritti attraverso un viaggio da Gela a Porto Marghera, cita al suo interno alcune sequenze del film di Ivens L’Italia non è un paese povero (1960), che fu commissionato al regista olandese dalla RAI su sollecitazione di Enrico Mattei presidente dell’ENI.
I circoli UCCA sono collegati con strutture distributive del documentario italiano e straniero, come Documè che ha annunciato la chiusura del servizio offerto, prefigurando in tal modo una rete capace di raccogliere circuiti indipendenti del film documentario.
[…]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il documentario di creazione: Un Murales una Storia dall'idea alla distribuzione

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Raimondi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Ferrara
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Tecnologo della Comunicazione Audiovisiva e Multimediale
  Relatore: Paolo Frignani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 173

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