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La figura del tutor dell'apprendimento: tra attività e competenze

Dislessia acquisita (DA), dislessia evolutiva (DE)

In base ad alcuni autori, sarebbe preferibile parlare di dislessie, in base alle diverse modalità di espressione e manifestazione del deficit.

Una prima distinzione che si viene fatta è quella tra "dislessia acquisita" e "dislessia evolutiva", e fa riferimento al periodo in cui insorge il disturbo di interpretazione di ortografia.

Nel caso della dislessia acquisita un soggetto che sa leggere normalmente, inizia a compiere errori oppure non riesce a riconoscere le parole con la stessa facilità di prima, solitamente queste espressioni inattese, sono la conseguenza di un evento di natura patologica che ha comportato lesioni nelle aree cerebrali corticali, coinvolte nel processo di transcodifica.

La dislessia evolutiva si manifesta invece, all'inizio del processo di apprendimento della lettura, il bambino mostra subito difficoltà nel riconoscimento delle lettere dell'alfabeto, nella corrispondenza tra segni grafici e suoni, e alla loro automatizzazione, cioè a compierle senza sforzi apparenti e con celerità.

Mentre in quest'ultimo caso si evidenzia subito una difficoltà nel processo di apprendimento del codice scritto, nella dislessia acquisita il soggetto ha già appreso il processo di transcodifica, ma la sua capacità viene danneggiata dalla lesione.

Nel caso della dislessia acquisita si tratta di recuperare una funzione già presente integralmente, ma danneggiata, il suo recupero è dipendente dall'entità della lesione, dalla vastità delle aree corticali interessate e dall'età di insorgenza del problema.

Nel caso della dislessia evolutiva, invece, il soggetto deve acquisire una funzione che non possiede ancora, avvalendosi però di un sistema neurobiologico con caratteristiche tali, da ostacolarne l'apprendimento. In questo caso non vi è nulla da riparare, ma è necessario attivare delle misure che comportino l'acquisizione del processo di transcodifica e la sua automatizzazione.

Le basi neurobiologiche della dislessia evolutiva, sono universalmente riconosciute, una svolta importante nella ricerca è derivata, dall'utilizzo delle neuro immagini dinamiche come la PET (tomografia ad emissione di positroni) e la Rmf (risonanza magnetica funzionale), in grado di mostrare le variazioni di attivazione delle aree cerebrali in funzione di un compito e il differente funzionamento delle zone della corteccia cerebrale nei dislessici, che vanno ad influenzare funzioni complesse come il linguaggio, la lettura e la scrittura. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La figura del tutor dell'apprendimento: tra attività e competenze

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Informazioni tesi

  Autore: Lidia Mingolla
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Telematica "Universitas Mercatorum"
  Facoltà: Economia
  Corso: Psicologia
  Relatore: MariaChiara Pacquola
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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