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Aspetti psicologico - clinici presenti nella relazione tra empatia e deficit sociali dei disturbi dello spettro autistico

Disturbo della comunicazione

Il disturbo della comunicazione può essere considerato un fallimento funzionale dello sviluppo verbale e non-verbale, che si manifesta con anomalie di tipo qualitativo e quantitativo, di diverso grado, non accompagnate da tentativi di compenso attraverso strategie alternative. La comunicazione è compromessa a tutti i livelli: espressivo, ricettivo e non verbale (Meledandri, 2008). I primi sintomi osservabili sono a carico della comunicazione pre-verbale e in particolare lo sguardo, la mimica e i gesti sono assenti o utilizzati in maniera impropria e limitatamente al soddisfacimento di richieste particolari (assenza o ritardo della comparsa del gesto indicativo richiestivo e dichiarativo e, in generale, dei gesti referenziali e con valenza emotiva). In questa fase si ha, quindi, un ridotto utilizzo del canale corporeo e, in seguito, una mancata acquisizione delle competenze linguistiche previste dal livello di sviluppo. Lo sviluppo del linguaggio è estremamente variabile: alcuni bambini non riescono ad acquisire alcuna espressione verbale, altri lo acquisiscono in ritardo ed in modo atipico e, infine, altri ancora presentano un progressivo sviluppo del linguaggio, che può addirittura diventare particolarmente fluente e articolato ma sempre qualitativamente inadeguato [Ibid]. Molti individui parlano dopo un lungo intervallo di assenza del linguaggio, sfruttando quello ecolalico per un lunghissimo periodo di tempo: in una prima fase producono solo ecolalie immediate; in una seconda fase, producono anche ecolalie differite, ovvero riattivano, in contesti emotivi-informativi analoghi, sempre le stesse parole o parti di frasi; in una terza fase, o continuano a produrre soltanto ecolalie differite, in parte diminuendone la valenza comunicativa, o cominciano a modificarle lentamente, attivando trasformazioni metaforiche; in una quarta fase, possono sostituire il linguaggio ecolalico con quello comunicativo in cui le singole comunicazioni verbali vengono costruite con regole generative. Ad esempio alcuni bambini non rispondono al loro nome quando vengono chiamati dai genitori, e spesso danno l’impressione di essere sordi. Un comportamento caratteristico di molti bambini con disturbi dello spettro autistico è quello di usare la mano dell’altra persona per ottenere un oggetto desiderato. Altri bambini, più ‘’indipendenti’’ , tendono a non porre richieste agli adulti, e acquisiscono strategie motorie anche complesse per ottenere autonomamente ciò che desiderano (Vicari et al., 2012).
La comprensione verbale, spesso, più compromessa della produzione, può essere contestuale, letterale e legata al concreto, vale a dire quella incapacità di riconoscere i nessi impliciti del linguaggio, di comprendere i conflitti tra intenzione ed espressione, tipici di motti di spirito, doppi sensi, metafore, bugie. Così come si verifica per l’interazione sociale, anche il linguaggio è utilizzato per richiedere e non per comunicare. Il linguaggio perde così la sua funzione sociale, le domande sono sempre in relazione ad eventi immediati o a interessi peculiari dell’individuo, e quasi mai dirette ad indagare gli stati mentali di un altro o i suoi sentimenti.

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Aspetti psicologico - clinici presenti nella relazione tra empatia e deficit sociali dei disturbi dello spettro autistico

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Informazioni tesi

  Autore: Andres Rivera Garcia
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia Clinica e della Salute
  Relatore: Mario Fulcheri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 78

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Parole chiave

empatia
autismo
teoria della mente
baron-cohen
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