La mancanza e la scrittura. I personaggi femminili nei romanzi di Tolstoj

Nel capitolo precedente abbiamo visto le prove di come la perdita della madre in giovane età abbia avuto una notevole importanza nella vita di Tolstoj. Ora ci concentreremo in maniera particolare su quanto essa sia stata importante nella stesura delle opere, in particolare per quanto riguarda il rapporto dell'autore con i personaggi femminili creati dalla sua stessa penna.
Come abbiamo visto nell'introduzione, il problema del rapporto di Tolstoj con i personaggi femminili dei propri romanzi è stato lungamente dibattuto dalla critica e si è finito per delineare un dualismo importante: da una parte la misoginia e dall'altra un'incredibile e sorprendente capacità di creazione e di immedesimazione con le donne da lui stesso create. Ma questo dualismo si rispecchia anche all'interno degli stessi personaggi femminili che Tolstoj ha creato nelle sue opere. Utilizziamo le sue stesse parole per spiegare questo concetto nel migliore dei modi:

"Eh, scusami un po'. Tu sai che per me tutte le donne si dividono in due qualità...cioè no...meglio; ci sono le donne, e c'è... Io di magnifiche creature cadute non ne ho viste e non ne vedrò, e quelle come la Francese dipinta al banco, coi riccioli, per me son vermi, e tutte quelle cadute sono eguali."

É Lévin a farsi portavoce in Anna Karenina di questa teoria sulle donne. Siamo agli inizi del romanzo ed egli sta parlando con Stiva: le loro idee sulle donne sono contrastanti e le parole di Lévin esprimono l'idea chiave di Tolstoj sul mondo femminile.

Anche Andrej, in Guerra e Pace, esprime lo stesso concetto, in parole diverse:

-Non posso capire -rispose Andrej. - Les femmes comme il faut, è un'altra questione; ma les femmes di Kuragin, les femmes et le vin, è una cosa che non posso capire!

Ecco che sia Lévin che Andrej si trovano ad esprimere, con parole diverse, la stessa idea. Esisterebbero, ci appare ora chiaro, due tipi di donna: da un lato la donna "comme il faut", l'unica vera donna da considerare tale e dall'altro le "femmes et le vin" o "le donne cadute" che con il mondo femminile non sembrano avere niente a che fare. Ruth Crego Benson si è interessata a questo tema e nel suo saggio Woman in Tolstoj: the ideal and the erotic condivide esattamente il dualismo che abbiamo appena espresso. Da una parte la donna ideale, perfetta e immutabile, priva di qualsiasi traccia di sensualità e dall'altra la donna erotica, spinta esclusivamente dall'istinto, sensuale, fonte perpetuadi pericolo per l'uomo (e per se stessa). Vedremo più avanti quali sono questi personaggi e quali le loro caratteristiche ma di certo, quello che è più importante è capire l'origine di questo dualismo. Esso, come sostiene la Benson, ha un forte riscontro nell'immagine che Tolstoj ha creato della madre morta: la descrizione della madre come una donna santa, che egli ha portato con sé per tutta la vita, è un aspetto della sua ricerca dell'ideale per quanto riguarda il mondo femminile. Egli paragona la persona che si immagina all'ideale completo di femminilità. Scrive Tolstoj:

Tutto ciò che ho amato, un cane, un cavallo, una donna, l'ho sempre paragonato con un ideale di perfezione di quella specie particolare.

Il suo ideale di perfezione per quanto riguarda le donne era la madre. Non ci sorprende infatti che nelle due tipologie di donna un ruolo chiave venga occupato proprio dalla maternità. Non tutte le donne possono essere madri amorevoli e caritatevoli, non esserlo o rinnegare il proprio destino, è una grave colpa per le donna. E infatti i personaggi che commettono questa colpa vengono in un modo o in un altro puniti: mi riferisco in modo particolare ai personaggi di Hélène Bezuchova e Anna Karenina che analizzeremo più avanti nel nostro percorso.