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Autorialità e formato antologico nella serialità televisiva contemporanea: i casi Black Mirror e American Horror Story

E dopo cos'è successo? La seconda golden age e la Complex TV

Nel processo di avvicinamento della serialità televisiva statunitense alla seconda Golden Age, (anni Ottanta e Novanta), l'ibridazione tra il genere delle serie televisive tradizionali e quello dei serial (caratterizzati dalla continuità narrativa delle soap opera), e quindi le origini del fenomeno che Umberto Eco ha definito serializzazione delle serie, hanno richiesto una riflessione sul rapporto tra la televisione e le forme di narrazione della realtà. Questo non si limita solo all'introduzione di tecniche narrative come il cliffhanger o il cold open25 all'interno della struttura delle serie classiche, ma rappresenta ancora una volta un cambiamento radicale nel panorama industriale in cui vengono prodotte le serie televisive.

Negli anni Ottanta, si assiste infatti a una regolamentazione più rigorosa che limita l'oligopolio dei tre grandi network, la NBC, la CBS e la ABC, favorendo l'emergere di nuove reti televisive, come la FOX e promuovendo una serie di produzioni indipendenti, caratterizzate dall'innovazione nel genere seriale, nonché dalla ricerca di un pubblico più specifico e mirato, invece che generalista.26

Tutto ciò porterà alla teorizzazione della complex tv, che ridefinisce le forme a episodi in accordo a una narrazione seriale […] la tv complessa ricorre a una gamma di tecniche seriali sulla base di innovazioni emerse dagli anni Settanta.27 I modelli di televisione complessa emergono però negli anni Novanta e caratterizzeranno il primo decennio del XXI secolo. La complex TV si concentra sulla complessità narrativa, la profondità tematica e l'approfondimento dei personaggi all'interno delle serie televisive, predilige forme narrative molto serializzate e intricate.

Per lo studio affrontato in questa tesi, può essere interessante vedere come la complex TV, nei suoi limiti, ha ospitato forme narrative che si avvicinano, bene o male, alla struttura episodica. I Soprano (1999-2007), serie ormai diventata cult, prodotta da HBO è a tutti gli effetti una serie complessa, ma la struttura episodica è molto forte. Nella serie gli archi temporali delle vicende erano circoscritti ed alcuni episodi sono propriamente autoconclusivi. In più gli eventi che accadevano in un dato momento non si ripercuotevano sui futuri accadimenti. I Soprano ha dettato il modello di narrazione episodica relativamente serializzata che ha caratterizzato la tv complessa.28 La serie presenta stagioni molto coese dal punto di vista tematico, ma non imperniate sulla trama. Le narrazioni televisive complesse si differenziano proprio per il modo in cui personaggi ed eventi si collocano all'interno delle varie opzioni utilizzabili nel corso della narrazione, che va dalla forma episodica a quella seriale.

Le prime produzioni HBO, oltre a I Soprano, come Oz (1997-2003), e The Wire (2002-2008), offrono una riflessione approfondita sulla realtà sociale attraverso l'uso di dettagli allegorici, questioni filosofiche, trame multiple e la creazione di personaggi complessi e sfaccettati. Queste serie si avvicinano sempre di più alla dimensione narrativa del mondo reale. Il principale punto di riferimento di queste produzioni è la tradizione realista del romanzo americano (come Hemingway, Faulkner e Steinbeck), che si fonde con le innovazioni cinematografiche provenienti dalla grande epoca della New Hollywood (Scorsese, Coppola, De Palma).

L'adozione di uno stile di scrittura non procedurale permette una maggiore enfasi sulla trama antologica: ogni episodio è concepito come un mini-film che si sviluppa a partire dalla trama principale (running plot), consentendo una coralità nella narrazione e un'alternanza tematica delle storie dei protagonisti. Nel caso de I Soprano, oltre a una maggiore libertà creativa concessa allo showrunner (in questo caso David Chase), l'utilizzo di approcci narrativi meno convenzionali, permette a una rete come HBO di superare i limiti di ciò che fino ad allora era rappresentabile o visibile in televisione.

Vi sono stati, dagli anni Novanta fino a oggi, cambiamenti tecnologici e dell'industria, così come nei mezzi di distribuzione, che hanno portato a cambiamenti nel pubblico e nel suo comportamento: tutto ciò coincide con l'avvento della complex TV. Un importante fattore è stato l'avvicinamento dei grandi autori del cinema al piccolo schermo, vi è stata una legittimazione artistica ed estetica del mezzo televisivo, finalmente considerato, dopo molto tempo, alla pari degli altri.

Perché gli autori si sono spostati in televisione? Perché potevano avere così una maggior libertà artistica che consentiva a loro di mantenere il controllo sul proprio prodotto, mentre nel cinema era tutto incentrato sul regista, che faceva suo il lavoro dell'autore. La televisione offre più possibilità creative grazie alla durata più dilatata dei formati.

Per molto tempo però, si è continuato a preferire la struttura episodica in televisione: questo perché permetteva di trasmettere i contenuti in modo sparso, non veniva rispettato un ordine, così che chiunque si sintonizzasse, potesse seguire ciò che veniva trasmesso, mentre le narrazioni complesse implicano una visione consequenziale. Prima della complex tv, l'ordine e la modalità di visione dei contenuti erano decisi dai network.

Lo storytelling serializzato presupponeva un pubblico attento e continuativo, che accettasse di prendersi un impegno con la storia e con i suoi personaggi. Quando è aumentato il numero dei canali, di conseguenza sono diminuiti i singoli spettatori di ciascun emittente e i contenuti si sono specializzati: si è potuto sperimentare, non si puntava più alla massimizzazione dell'audience, bensì alla fidelizzazione, tramite la soddisfazione di spettatori che avevano dei propri interessi ed inclinazioni verso determinati argomenti e non altri.

Dagli anni Ottanta in poi, lo spettatore ha aumentato gradualmente il suo potere di decisione, fino ad oggi in cui è l'unico detentore di decisione: il pubblico decide cosa guardare, quando guardare e da che punto della narrazione iniziare. HBO ha introdotto un nuovo approccio nel settore, concentrando la propria strategia sull'identità del marchio e sulla produzione di programmi originali e ciò ha portato ad un cambiamento nei paradigmi commerciali convenzionali. Durante la transizione verso un modello multicanale, il valore commerciale della televisione ha iniziato a spostarsi dalla creazione di una vasta gamma di contenuti simili, verso la costruzione di un marchio di canale unico e riconoscibile.

25 Il termine "cold open" si riferisce ad una tecnica narrativa utilizzata nella televisione e nel cinema in cui un episodio o un film inizia con una scena o una sequenza che cattura immediatamente l'attenzione dello spettatore, senza alcuna introduzione o contesto preliminare.
26 Garofalo D., op. cit., p. 26
27 Mittell Jason, (a cura di Fabio Guarnaccia e Luca Barra), Complex Tv: teoria e tecnica dello story telling delle serie tv, Roma, Minimun Fax, 2017, p. 47
28 Mittell J., op. cit., p.Mittell J., op. cit., p.65

Questo brano è tratto dalla tesi:

Autorialità e formato antologico nella serialità televisiva contemporanea: i casi Black Mirror e American Horror Story

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Informazioni tesi

  Autore: Caterina Valente
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2022-23
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: PROGEAS
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Sara Casoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 88

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Parole chiave

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horror
televisione
autorialità
serie tv
antologia
showrunner
black mirror
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