Il controllo multimodale del dolore cronico nel bambino sottoposto a cure palliative: una revisione della letteratura

Il profilo degli effetti avversi degli oppioidi forti può differire ampiamente da individuo a individuo. Sono molto frequenti però gli effetti avversi sperimentati con la morfina a rilascio prolungato nei bambini.

Esistono ad oggi, quattro strategie per minimizzare gli effetti avversi della terapia con oppioidi: ridurre la dose in caso di dolore stabile, utilizzare una terapia profilattica, la rotazione degli oppioidi e modificare la via di somministrazione.

Uno degli effetti avversi più frequente e clinicamente più significativo della terapia con oppioidi è la costipazione. I lassativi dovrebbero esser somministrati come profilassi all’inizio della terapia con oppioidi. Per la prevenzione della nausea e del vomito, con l’inizio della terapia con oppioidi nei bambini con età > di 12 anni, si inizia una terapia con antiemetici in via profilattica. Il prurito è anch’esso molto frequente, ed è la principale causa di rotazione degli oppioidi (Zernikow et al 2008).

L’uso di antistaminici può prevenirlo, anche in combinazione con antiemetici, per il trattamento dei disturbi associati al rilascio di istamina.

Dosaggi eccessivi di oppioidi possono causare miosi, depressione centrale e respiratoria, bradicardia ed ipotensione arteriosa. Ma l’alto dosaggio più che un valore assoluto è un fattore variabile da individuo a individuo, dipendente sia da peculiarità metabolico-cinetiche geneticamente determinate, sia da possibili alterazioni della funzionalità epatica e renale, dipendenti dalla patologia o conseguenti ai trattamenti.

La maggior parte degli oppioidi sono metabolizzati dal fegato, e trasformati in metaboliti attivi. I pazienti con patologie epatiche possono quindi presentare un metabolismo alterato con rischio di tossicità da accumulo dei metaboliti attivi (Baroncini et al 2016).